sabato 24 ottobre 2009

CLT - Lirica, la mini Butterfly che gira il mondo in live electronics Il Velino 23 ottobre

Lirica, la mini Butterfly che gira il mondo in live electronics
Roma, 23 ott (Velino) - Quasi nascosto nelle stradine delle vecchia Roma, in via Santo Stefano del Cacco, a pochi metri da quel Collegio Romano dove ha sede il ministero dei Beni e delle attività culturali, c’è un teatrino di 150 posti, quasi sempre pieno: il Piccolo Lirico. Merita una visita da parte di dirigenti e funzionari alle prese con la riforma del Fondo unico dello spettacolo (Fus). Dal lontano Giappone si è mosso addirittura Suguru Agata, segretario generale del Japan Electronic Keyboard Society per visionare di persona due spettacoli. Dopo averli visti ha inserito il Piccolo Lirico tra i teatri di ricerca e sperimentazione sull'opera lirica censiti dall' “Open Research Center Project” dell'università della Musica di Showa. Agata è rimasto colpito dal fatto che mentre in Giappone, pur sempre impero di alta tecnologia, i concerti e le arie (non risultano le opere intere), sono eseguite con l’accompagnamento di un unico strumento elettronico, l'electone (strumento a due tastiere sovrapposte) mischiato a qualche strumento convenzionale, a via Santo Stefano del Cacco si mettono in scena opere intere con quattro tastiere separate per riprodurre tutti i suoni di un’orchestra di 60 elementi. Da quest'anno l’uscita dei suoni, grazie al sistema sviluppato nel piccolo teatro della Roma rinascimentale, sono corrispondenti alla posizione dei singoli strumenti riprodotti dai pianisti “esecutori dei sistemi midi” quindi con una resa più fedele possibile e perfezionabile.

In Italia la stampa ha snobbato l’operazione. Ne ha trattato unicamente il Foglio, ma all’estero ne hanno parlato e ne parlano il New York Times, The International Herald Tribune, The Independent, La Tempestad, Expension Entorno, Actual e vari giornali tedeschi e giapponesi. L’operazione, che coniuga l’italianissima lirica con la più alta tecnologia, è stata invitata all’undicesimo Korean Chamber Opera Festival e sarà forse una delle poche compagnie operistiche presenti all’Expo di Shangai. Di cosa si tratta? Di un’avventura tutta in rosa iniziata dieci anni fa e che ora sta dando i suoi frutti. Tre donne del mondo delle musica si erano trovate senza lavoro da un giorno all’altro. Succede. Non avevano pensato di risolvere il problema come gli operai del film “Full Monty” che si dedicano allo spogliarello. Hanno creato, senza un soldo pubblico e senza mecenati privati, un teatro lirico. Da qualche tempo, dal sito www.operabase.com (il più consultato dai melomani di tutto il mondo, specialmente da quelli che viaggiano di teatro in teatro) è sparito il link del Teatro dell’Opera di Roma ma si accede a quello del loro teatrino (www.piccolalirica.com).

Due terzi del pubblico è straniero – acquista i biglietti a prezzi contenuti via internet -, numerosi soprattutto i giapponesi e gli americani. Il Piccolo Teatro Lirico romano non si pone in competizione con la Scala, il San Carlo, il Teatro dell’Opera di Roma. Ha alcune caratteristiche particolari messe a punto in anni di sperimentazione dalle tre: Rosanna Siclari, impresario e regista, Gianna Volpi, scenografa, e Elisabetta Del Buon, direttore musicale e maestro concertatore. In primo luogo, lo spettacolo deve essere, per utilizzare il linguaggio dell’informatica, user’s friendly – amico nei confronti dello spettatore. Inizio alle 20 in punto e termine alle 21,30 per dare modo di andare a cena nei ristoranti e trattorie sparpagliati nella vecchia Roma. Una formula utilizzata dal pluridecorato e costosissimo Festival di Bregenz, tra Austria e Svizzera, dove si usano le forbici perché lo spettacolo (quale che sia l’opera) sia trasformato in un atto unico di due ore.

In secondo luogo, l’opera, anche se ridotta, viene presentata con tutti i suoi elementi essenziali ma adattati a una sala piccola. I cantanti sono giovani e sanno recitare. Le scenografie sono di lusso ma virtuali grazie a proiezioni computerizzate e integrate con filmati. Di recente è andata in scena una squisita “Madama Butterfly”, con una splendida Naoko Togawa nel ruolo di protagonista. Le scene portano il segno della storia della pittura giapponese da Tawara Sotatsu all’avanguardia nelle ultime biennali d’Arte contemporanea. E l’orchestra? Elisabetta Del Buon dirige un orchestra di cinque professori di piano ciascuno alla tastiera di un sintetizzatore elettronico giapponese (la Japan Electronic Keyboard Society patrocina l’operazione). Grazie alla tecnologia digitale audio e ai sistemi informatici midi, la Synth Lyric Orchestra (è questo il nome della formazione) simula un organico di 60-70 elementi. La stagione 2009-2010 appena cominciata arriverà al prossimo 12 giugno e presenterà “Tosca” e “Butterfly”, alternandole con concerti vocali sempre in scenografie visionarie e virtuali. La Rai, anche se tardivamente, si è finalmente interessata all’operazione: a gennaio “Tosca” sarà nel programma di “Palco e Contropalco”.

(Hans Sachs) 23 ott 2009 17:01

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