sabato 31 ottobre 2009
A Roma un Tannhäuser a sfondo morale Milano Finanza 31 ottobre
A Roma è in scena Tannhäuser di Wagner nella versione di Parigi approntata nel 1861 per l'Opéra. Inizialmente si sarebbe dovuto portare sul palco la produzione curata da Robert Carsen, contestata nella capitale francese ma applaudita a Barcellona. Molto trasgressiva e altrettanto costosa, trasportava la vicenda dal medioevo agli anni 70 e al mondo della pop art. Si è deciso di far tutto in casa (scelta apprezzabile in tempi duri), affidando la regia all'ottuagenario Filippo Crivelli, per la prima volta alle prese con Wagner. Le scene sono di Maurizio Varamo e i costumi di Anna Biagiotti. L'esito complessivo è uno spettacolo moraleggiante, quasi per educande, in cui Bene e Male sono contrapposti in una Turingia da cartolina. Decisamente in linea con l'opera composta nel 1845 per la Corte Sassone da un Wagner trentenne e luterano fervente. Di buon livello (ma stridente con la regia) la parte musicale. Daniel Kwaka scava nei cromatismi, centrali nella versione di Parigi ma assenti in quella precedente. Ottime la Venere sensuale di Béatrice Uria-Monzon e Elisabetta di Marina Serafin, più carnale di quanto inteso dalla regia. Mathias Görne è un Wolfram dal legato e dal fraseggio squisiti. Al protagonista Stig Andersen non manca il fisico attraente ed è di effetto sul pubblico. Ma scansa con cura le tonalità alte nell'erotico primo atto e accentua i tratti lirici della parte. (riproduzione riservata)
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