lunedì 19 ottobre 2009

COSI’ LA POLITICA CI IMPOVERISCE Il tempo 19 Ottobre

Questo fine settimana è uscita una batteria di dati sull’andamento economico nelle principali aree. Oltre a quelli ufficiali (gli istituti statistici nazionali) od ufficiosi (i 20 centri di ricerca econometrica privati), particolarmente significativa l’inchiesta della Markit che ha reso noto ai propri abbonati gli esiti di un’indagine sul manifatturiero e sui servizi in 12 Paesi (Usa, Giappone, Cina, India, Corea, Taiwan, Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia, Spagna, Irlanda). Inoltre il decano degli specialisti in contabilità economica nazionale , Angus Maddison, ha completato nuove stime del pil della Cina e della sua crescita nell’ultimo quarto di secolo.Siamo sulla via di uscita dalla crisi, ma sono i mercati emergenti, seguiti dagli Stati Uniti, a tirare la carretta, mentre l’Europa arranca e in Spagna, Irlanda ed Italia (in questo ordine) i freni alla ripresa sono più forti. La Cina ha il secondo non il quinto o sesto pil del mondo: pari all’80% di quello Usa (la Banca Mondiale lo da al 50% di quello americano). E’ la locomotiva naturale dell’economia mondiale.
Il manifatturiero sta perdendo slancio sia negli Stati Uniti sia in Europa, sono i servizi a mostrare segni sempre più concreti di ripresa. In molti Paesi, perché ciò si rafforzi, ci vuole un aumento del potere d’acquisto e della capacità di spesa dei consumatori. Spagna, Irlanda ed Italia sono alle prese con problemi specifici. Nella prima, gli investimenti eccessivi in edilizia ed il relativo tracollo del settore. Nella seconda, il brusco arresto a un quarto di secolo di credito facile che ha drogato tutti i settori. Da noi, l’avvelenato clima politico che mina la fiducia nelle capacità di ripresa dell’economia.
Occorre chiedersi perché continuiamo a farci male da soli? E’ l’interrogativo che pongono due Williamson (neanche lontani parenti), Chris alla guida dell’ufficio studi della Markit, e Oliver, Premio Nobel 2009 per l’Economia. Il primo pone l’accento sulle conseguenze dell’”avvelenamento” in termini di fiducia (quale rilevate dall’indagine). Il secondo, che conosce bene l’Italia (è, tra l’altro, il teorico dei “distretti industriali”), su come la scarsa fiducia aumenti i “costi di transazione” e metta pastoie tanto gli investimenti quanto ai consumi. La strategia del “tanto peggio, tanto meglio” fa solo aggravare la situazione. Per tutti.

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