La Commissione Europa ci ha tirato le orecchie all’Italia in materia di politica della scuola nell’ambito di un’analisi dei progressi fatti verso gli “obiettivi di Lisbona” in base ai quali l’Europa dovrebbe essere nel 2010 l’area più dinamica della comunità internazionale. Eloquente il titolo “il passo lento delle riforme nell’istruzione nella formazione mettono a repentaglio le competitività dell’Ue”. Nel corpo, si mette in evidenza come sia in gioco anche la mobilità sociale, altro “obiettivo di Lisbona”. In media gli Stati dell’Ue dovrebbero effettuare una spesa aggiuntiva di 8000 euro l’anno per studente per raggiungere i livelli Usa. In varie graduatorie dei 27 dell’Ue, l’Italia è il fanalino di coda: investimenti troppo bassi, una proporzione troppo elevata di abbandoni, un numero insufficiente di diplomati e laureati, competenze inadeguate in matematica e scienze, scarsa attenzione all’apprendimento continuo.
L’analisi non è molto distante dalla diagnosi del “Quaderno Bianco sulla Scuola” che il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha inteso presentare il 21 settembre (vedi ItaliaOggi del 25 settembre), pur lasciando la riunione del CdM in cui si esaminava la bozza di finanziaria. Rispetto a tale segnale, cosa è rimasto nella legge di bilancio all’attenzione del Parlamento? Un solo articolo – l’art. 50-– che fa proprie le pp. 140-141 del libro bianco. Nell’articolo, si lancia la sperimentazione di un modello organizzativo volto a innalzare la qualità del servizio di istruzione e ad accrescere efficienza ed efficacia della spesa. La sperimentazione consiste in progetti (definiti da tutti i soggetti interessati) per riqualificare le infrastrutture, la formazione delle classi, la qualificazione professionale dei docenti Il punto più importante , e più innovativo, è la messa in atto di un sistema di incentivi mirato a mettere in competizione istituti e bacini territoriali: nelle aree in cui l’intervento avrà successo potrà realizzarsi un reinvestimento dei risparmi realizzati a favore dei servizi che si è scelto di potenziare (tempo pieno, accoglienza degli alunni stranieri, innalzamento dei livelli di apprendimento). In tal modo, si inseriscono meccanismi per il miglioramento del coordinamento e, quindi, della qualità, con riflessi positivi sulla mobilità sociale . Indubbiamente tutti coloro che hanno lavorato al “Quaderno Bianco” si aspettavano di più (anche alla luce dell’importanza, almeno a parole, data da Prodi al loro lavoro). Tuttavia, se il meccanismo incentivante è accompagnato da segnali forti in materia di programmazione a medio termine del fabbisogno di personale e da un sistema credibile di valutazione a livello nazionale, si potrà mostrare che la scuola non è l’immobile foresta pietrificante di cui molti, troppi, parlano, in ambedue le coalizioni.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento