Il New Eurocoin (un indicatore dell’andamento dell’economia reale, elaborato dal servizio studi della Banca d’Italia) si appresta a diventare uno di strumenti impiegati da banche e gestori di fondi per orientare le proprie attività ed i propri portafogli. Sta per sostituire un altro indicatore nato a Via Nazionale: l’Eurocoin proposto inizialmente nel 2001 e da allora stimato ogni mese del Centre for Economic Policy Research e pubblicato sul sito www.cepr.org .
In che modo l’Eurocoin, prima, ed il New Eurocoin, adesso, sono utili non solamente agli econometrici ma anche agli operatori finanziari? Per afferrare il mercato, ossia per sapere in anticipo se preverrà il toro o l’orso nelle Borse, occorrono, come per la prevenzione sanitaria, dei marker in grado di fornire indicazioni che non siano unicamente basate su impressioni o su sensazioni. In linea di massima, gli indicatori che anticipano gli andamenti dell’economia reale danno il senso di dove andranno i mercati poiché le Borse annusano, spesso con un buon grado di precisione, le fasi di espansione, di stagnazione e di recessione – specialmente se non si tratta di ondeggiamenti di breve periodo ma tali da fornire segnali sul medio e lungo termine. Tuttavia, gli indicatori anticipatori dell’andamento dell’economia reale non sono abbastanza tempestivi per chi opera sui mercati. Ad esempio, in Europa le stime preliminari sull’andamento del pil dell’area dell’euro per il primo trimestre di ogni anno sono disponibili soltanto in maggio e negli Usa le “quick estimates” della contabilità economica nazionale giungono di solito 30 giorni dopo il termine del periodo a cui si riferiscono. Inoltre tanto le stime preliminari del pil dell’area dell’euro quanto le “quick estimates” Usa sono frequentemente soggette, mediamente dopo sei settimane dalla loro diramazione, a profonde revisioni. Quindi, giungono troppo tardi e sono poco affidabili per guidare chi opera sui mercati.
Il successo (presso gli operatori) dell’Eurocoin negli ultimi sei anni deve attribuirsi al fatto che l’indicatore è mensile , viene prodotto rapidamente ed è depurato da “rumori di fondo” (quali fluttuazioni di brevissimo periodo e shock locali o settoriali) che spesso inficiano le stime preliminari trimestrali dell’andamento del pil. Il New Eurocoin è superiore all’Eurocoin principalmente in quanto, tramite l’utilizzo di una serie di tecniche econometriche appropriate, è in grado di produrre entro il 25 di ogni mese una stima oggettiva dell’andamento del pil (nel mese in questione) non soltanto priva di componenti erratiche ma anche tale da cogliere le tendenze di medio e lungo periodo. Inoltre stima un numero limitato di componenti comuni a tutte le numerose variabili considerate (una banca dati che include serie statistiche mensili di prezzi alla produzione, stipendi e salari, quotazioni azionarie, tassi di occupazione e disoccupazione, offerte di lavoro non soddisfatte, tassi d’interesse, saggi di cambio, ordinativi di produzione industriale, vendite al dettaglio, eximport, e indagini sulle aspettative degli imprenditori e dei consumatori nei singoli Paesi dell’unione monetaria e nell’area dell’euro nel suo insieme). I dettagli della composizione dell’indicatore e le verifiche statistiche effettuate sono disponibili al sito www.bancaditalia.it/pubblicazioni/eco/temidi/td07/td631_07 Dato che intende anticipare tendenze di medio-lungo termine, la validità dell’indicatore può essere misurata. Le verifiche condotte suggeriscono che è superiore non solo al proprio predecessore in uso dal 2001 ma anche agli indicatori prodotti correntemente dall’Ocse e da altre istituzioni internazionali. Quindi, da un’Italia spesso considerata comparativamente meno avanzata in economia e finanza arriva uno strumento innovativo che si annuncia molto utile.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento