Perché la Commissione sul Def
non è “speciale” ma molto utile
Nell’organismo
parlamentare può emergere l’indicazione della nuova maggioranza a favore del
taglio delle tasse e del sostegno ai più poveri
In Senato è
stata istituita una Commissione “speciale” con il compito di esaminare i
decreti legislativi pendenti, come ad esempio quello sull’ordinamento
penitenziario, e il Documento di economia e finanza (Def) una volta licenziato
dal Governo Gentiloni. Una Commissione analoga verrà verosimilmente istituita
alla Camera dei Deputati. L’insediamento dovrebbe avvenire mercoledì 4 aprile.
Di “speciale” le due Commissioni hanno poco perché è normale prassi
parlamentare che all’inizio di una nuova legislatura, il Parlamento valuti le
priorità dei decreti legislativi pendenti. Quest’anno, c’è il nodo del Def che,
secondo il programma del “semestre europeo”, dovrebbe essere presentato in
Parlamento entro il 10 aprile ed inviato all’Unione Europea entro la fine del
mese, dopo vaglio (ed un’apposita risoluzione) del Parlamento entro il 30
aprile. Numerosi decreti legislativi non hanno completato il loro iter
parlamentare – specialmente importante quello sulle carceri – ed occorre
stabile una priorità.
Il Def è
considerato il principale strumento della programmazione economico-finanziaria
e indica la strategia economica e di finanza pubblica nel medio termine. Si
compone di tre sezioni: a) programma di stabilità, con gli obiettivi da
conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico; b) analisi e
tendenze della finanza pubblica, con l’analisi del conto economico e del conto
di cassa nell’anno precedente, le previsioni tendenziali del saldo di cassa del
settore statale e le indicazioni sulle coperture; c) programma nazionale di
riforma (Pnr), con l’indicazione dello stato di avanzamento delle riforme
avviate, degli squilibri macroeconomici nazionali e dei fattori di natura
macroeconomica che incidono sulla competitività, le priorità del Paese e le
principali riforme da attuare.
Attenzione,
né la decisione del Consiglio europeo del settembre 2010, né la legge italiana
dell’aprile successivo prevedono sanzioni in caso non si osservi il calendario
indicato. È un documento carico di significato politico. Dato che la
maggioranza politica e parlamentare è drasticamente cambiata , ha probabilmente
idee differenti dei Governi Renzi e Gentiloni in materia di strategia
economica. Dato che ancora un nuovo Esecutivo non si è formata, e le
prospettive sono di trattative lunghe e non facili, il compito delle
Commissioni “speciali” in materia di DEF è molto delicato.
Il ministro
dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, ha, in un primo
momento, affermato che avrebbe rimesso la preparazione del Def al Governo che
si sarebbe formato nelle prossime settimane. Tuttavia, da Bruxelles, dov’era
per una sessione del Consiglio dei ministri economici e finanziari, ha
dichiarato che avrebbe presentato nei termini l’analisi del conto economico e
del conto di cassa nel 2017, le previsioni tendenziali del saldo di cassa del
settore statale e le indicazioni sulle coperture. Ossia la seconda parte del
documento. Ciò allo scopo di documentare che il Governo Gentiloni ha lasciato i
conti in ordine. Le parti di strategia di politica economica sarebbero state
compito del prossimo esecutivo. Nel rispetto del’garbo istituzionale”.
Se le
Presidenze delle Camere ricevono un documento (anche se è solamente un DEF
incompleto), correttezza vuole che venga inviato alle Commissioni parlamentari
ed alle Assemblee per la discussione e la formulazione, se i parlamentari
ritengono, di un’apposita risoluzione. Tale risoluzione potrebbe essere non di
“approvazione” o “rigetto”, ma di indicazioni sostanziali sulle parti mancanti
(programma di stabilità, programma nazionale di riforma). Il documento non
potrebbe non essere inviato a Bruxelles a corredo della parte già spedita. Ne
risulterebbe un vero e proprio caos specialmente se (come da aspettarsi) la
“risoluzione” fornirà indicazioni di politiche e di misure opposte a quelle dei
Governi Renzi e Gentiloni. Buon senso vorrebbe che – come suggeriscono alti
funzionari del Ministero dell’Economia e delle Finanze – di non presentare un
bel nulla in modo che il sia il prossimo Governo a presentare il DEF. Tanto più
che ai fini della legge di bilancio, il documento che conta è l’aggiornamento
del DEF che si presenta in settembre.
Le
Commissioni, tuttavia, possono essere molto utili perché le varie componenti
della maggioranza giungano ad un intesa su quali “tax expenditures” abolire o
ridurre allo scopo di poter alleggerire il carico fiscale (pure al fine di
un”eventuale flat tax) ed ampliare il supporto ai poveri (le varie forme di
sostegno del reddito). Ciò potrebbe essere un contributo importante ad un
programma di governo. Si parla di contrazioni di tax expenditures per dieci
miliardi di euro. Con un’attenta analisi costi benefici e costi efficacia si
arriverebbe facilmente a venti.
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