Due riscoperte musicali
Giuseppe
Pennisi ha ascoltato per Formiche.net "The Gasparini Album" e
"Brilliant classic"
Non uso
recensire dischi su questa testata. Tuttavia ho recentemente ascoltato due cd
che meritano di essere segnalati in quanto rappresentano due riscoperte,
ancorché di periodi e stili molto differenti. Il primo, The Gasparini Album,
riguarda un compositore barocco che, nato nella piccola Camaiore, operò tra la
fine del Seicento e l’inizio del Settecento principalmente a Roma ed a Venezia;
nel suo periodo romano ebbe una notevole influenza sul giovane Händel.
Nel 2014-15, gli Auser Musici, un importante ensemble barocco con sede a Pisa,
mise in scena con grande successo la sua opera seria Bajazet a Barga ed a Pisa;
il cd divenne un grande successo. Il secondo cd, Brilliant Classic, ci
porta, invece, in un periodo poco esplorato, il tardo romanticismo italiano, in
particolare la cameristica.
Gaparini è considerato uno dei
migliori compositori del suo tempo. La sua musica denota in lui un’elevata
abilità e qualità compositiva, soprattutto nelle cantate, le quali furono
particolarmente apprezzate anche da Charles Burney. Altrettanta bravura
ebbe anche nelle composizioni sacre, scritte con maestria, usando spesso
tecniche compositive complesse. La maniera dei suoi lavori teatrali è tipica
del periodo, tranne per i suoi ultimi lavori, nei quali si osservano
caratteristiche melodiche e ritmiche tipiche delle opere delle generazioni
successive. Scrisse circa 60 opere, tra le quali la più famosa fu l’Ambleto (o
Amleto), una variazione basata sulla tragedia di Shakespeare.
Nonostante
l’intensa attività di operista, Gasparini fu attivo anche come insegnante; tra
i suoi allievi più illustri Benedetto Marcello e Domenico Scarlatti.
La sua notorietà resta legata al trattato sul cimbalo pubblicato a Venezia,
presso Antonio Bortoli, nel 1708, e ristampato in almeno nove edizioni fino al
1808. Si tratta del primo importante trattato riguardante il basso continuo; in
esso l’autore in parte riprende i metodi della prassi seicentesca e in parte
illustra le novità della tecnica, dello stile e del gusto del suo tempo, come
il “suonar pieno”, raddoppiando le consonanze, o l’uso di acciaccature e
mordenti, vale a dire l’uso di introdurre note estranee all’armonia al fine di
creare un “mirabile effetto” sonoro. L’album è una selezione di sinfonie da
opere e di arie (cantate da Roverta Invernizzi che coglie con acume i momenti
essenziali del lavoro di Gasparini.
Appartenente a una famosa famiglia
di organisti, Marco Enrico Bossi nacque a Salò, frequentò per due anni
il liceo musicale di Bologna e studiò per i successivi otto al Conservatorio di
Milano. Terminò all’estero la sua formazione. Presto conseguì un grande successo:
già all’età di diciotto anni, infatti, venne applaudito a Londra e negli Stati
Uniti. Successivamente diresse i licei musicali in varie città, anche il
Conservatorio di Santa Cecilia.
Bossi fu
sicuramente una personalità di spicco nel panorama musicale italiano (e
internazionale). Oltre ai pezzi cameristiche, sono notevoli le sue composizioni
liturgiche.
Dal punto di
vista compositivo, il suo stile si può assimilare al tardo romanticismo guidato
da Brahms. Bossi si è distinto per il suo coraggioso tentativo di
proporre anche musica strumentale, in un contesto ormai dominato dal
melodramma. L’album curato dal Trio Archè ci fa cogliere le caratteristiche
essenziali.
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