Torneranno le “convergenze parallele”?
Le divergenze vanno dai
temi etici ai diritti e, soprattutto, alle grandi opere. Ciò non vuole dire
che, per assicurare governabilità al Paese, non sia il caso di tentare
Tanto
il centrodestra quanto il Movimento cinque stelle hanno ribadito che non c’è
spazio per “inciuci”. Il leader ancora in carica del Partito democratico, Matteo
Renzi ha enfatizzato che forza
politica da lui guidata resterà salda all’opposizione. Quindi, non ci sarebbe
spazio né per ‘grandi coalizioni’ come quella formata in queste settimane nella
Repubblica Federale Tedesca né per “convergenze parallele” sul genere di quelle
che negli anni sessanta portarono alle coalizioni di centro-sinistra. Tuttavia,
una ‘grande coalizione’ , convergendo su singoli programmi e provvedimenti,
potrebbe dare all’Italia un governo stabile di legislatura.
Un’analisi di Open Polis delle votazioni finali nella
legislatura appena conclusa mostra che ci sono poche e rare convergenze su cui
è possibile lavorare.
Ad esempio, in cinque anni di legislatura si sono tenuti
oltre 700 voti finali fra camera e senato. In entrambi i rami la percentuale di
volte in cui Forza Italia ha seguito la linea di governo è alta, nello
specifico il 62,65% dei casi a Montecitorio e il 71,88% a Palazzo Madama.
Partito
democratico e Forza Italia hanno condiviso alcune delle scelte politiche chiave
della XVII legislatura. Un dato – sottolinea Open Polis – che è ovviamente
influenzato dal periodo in cui Enrico Letta, al
tempo presidente del consiglio, aveva come alleato di governo proprio il
partito di Silvio Berlusconi e
dalle ratifiche dei trattati internazionali che generalmente vedono la
stragrande maggioranza dei gruppi favorevoli. Quando l’alleanza di governo è
finita, l’arrivo dell’esecutivo Renzi, e del “patto del Nazareno” hanno visto
la condivisione di un percorso su determinati temi. Condivisione che è poi proseguita
in vari momenti nel corso della legislatura. Il primo caso “illustre” è stato
sulla riforma costituzionale Boschi del governo Renzi, che ha visto il sostegno
iniziale proprio di Forza Italia. Il gruppo ha infatti votato a favore
dell’atto nel suo primo passaggio al senato, per poi abbandonare il tavolo e
portare avanti una politica di opposizione.
I momenti di condivisione però non si sono conclusi lì, e
anzi sono continuati in momenti centrali della legislatura. Entrambe le leggi
elettorali proposte dal Partito democratico e approvate dal parlamento, hanno
visto l’appoggio di Forza Italia. Un elemento non da poco considerando la
centralità dei provvedimenti in questione nello stabilire le regole del gioco
per entrare a Montecitorio e Palazzo Madama. Altra sinergia c’è stata sul ddl
sul lavoro autonomo, approvato a maggio del 2017 e, soprattutto, sul decreto
sull’obbligo delle vaccinazioni. Alcuni punti di incontro ci sono stati anche
per quanto riguarda la politica estera e gli obblighi comunitari. Forza Italia
non ha mai fatto mancare il suo sostegno all’annuale proroga delle missioni
militari internazionali, e ha sempre optato per l’astensione, piuttosto che il
voto contrario, quando venivano discusse la legge europea o la legge di
delegazione europea.
Per
quanto riguardo i movimenti guidati da Luigi Di Maio e Matteo Salvini,
entrambi i partiti infatti sono stati costantemente all’opposizione nel corso
della legislatura, ed è quindi fisiologico che abbiano un alto tasso di
similarità nei voti parlamentari. Sia alla camera che al senato sono stati i 2
gruppi che hanno avuto la percentuale più bassa di posizioni simili a quelle
del Partito democratico. Detto questo, pur nella parità di intenti, differenze
ce ne sono state. È importante ricordare infatti che si può fare opposizione
durante un voto finale in vari modi: o esprimendo una posizione contraria, o
uscendo dall’aula al momento del voto o astenendosi.
I due gruppi- evidenzia Open Polis – hanno scelto di fare
opposizione in maniera diversa: M5s astenendosi, la Lega nord votando contro.
Oltre ad avere avuto in alcune occasioni un approccio
diverso nel fare opposizione, i due partiti si sono trovati in vero e proprio
contrasto su tematiche specifiche, mostrando chiare differenze nelle anime dei
due movimenti. Su alcuni provvedimenti chiave infatti, Movimento 5 stelle e
Lega nord hanno votato in maniera diametralmente opposta: testamento biologico
, rosatellum, divorzio breve , modifica norma su scambio elettorale, trattato
per il TAV, Tran adriatic pipeline, abolizione del finanziamento pubblico ai
partiti.
Le convergenze, quindi, sono difficili, poiché le
divergenze vanno dai temi etici ai diritti e, soprattutto, alle grandi opere.
Ciò non vuole dire che, per assicurare governabilità al Paese, non sia il caso
di tentare.
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