Tutte le novità della
settimana mozartiana di Salisburgo
Le
anticipazioni di Giuseppe Pennisi sull'edizione 2019 di uno dei Festival
musicali più importanti d'Europa
Si è
conclusa da pochi giorni l’annuale settimana mozartiana di Salisburgo, un
festival che inizia, ogni anno, in occasione della ricorrenza della nascita del
compositore (27 gennaio 1756), ricordata con un programma intenso (un’opera e
numerosi concerti) e, soprattutto, di altissima qualità che attira pubblico da
tutto il mondo. Tra fine gennaio e l’inizio di febbraio, “settimane mozartiane”
vengono organizzate in altre città e Paesi (in Italia, ad esempio, a Torino) ma
non hanno l’ambizione di sfidare quella della città natale del compositore.
Il festival
è organizzato dal Mozarteum, una fondazione musicale che include, oltre ad
attività di ricerca, una scuola di perfezionamento, un’orchestra di fama
internazionale (la Salzburg Camerata) e un programma di concerti
sull’arco dell’intero anno. Il Mozarteum è collocato a pochi passi dalla casa
dove Wolfgang Amadeus Mozart è nato e dal
cimitero dove riposa sua padre Leopold; come è noto, il compositore è morto,
ancora giovane, a Vienna ed è stato sepolto in una fossa comune. È accanto al
parco del Castello di Mirabell, nel centro della città austriaca.
Quest’anno,
l’opera presentata al festival è stata Il Ratto dal Serraglio in
un nuovo applauditissimo allestimento curato, per la direzione musicale, da René
Jacobs e per la regia, da Andrea Moses. Tra i concerti, di
grande rilievo, quelli dei Weiner Philharmoniker diretti da Robin Ticciati,
del quartetto Schumann, della Cappella Andrea Barca, dei solisti inglese del
barocco guidati da Eliot Gardiner e di Daniel Barenboim
al pianoforte.
La notizia
più importante è che dal prossimo anno la settimana mozartiana di Salisburgo si
rinnova. Per i prossimi cinque anni (ossia dal 2019 al 2023) il sovrintendente
sarà il tenore Rolando Villazón, che, in certa misura, le ha già
programmate. “Mozart – ci ha detto Villazón – unisce la gente di
tutti i continenti attraverso il potere universale della sua musica. In tempi
in cui altre voci tentano di separarci e annegano ciò che ci unisce,
abbiamo creato la visione di una settimana mozartiana mirata a unirci nello
spirito di comunione, di fratellanza e integrazione“.
Il festival
2019 sarà quello della svolta. Più di sessanta rappresentazioni, di cui tre
nuove messe in scena, concerti sinfonici, concerti di musica da camera,
balletto, spettacoli di mimi e anche cabaret. L’idea di base è di mostrare
quanto Mozart è rilevante e pertinente ai nostri giorni. L’accento sarà sui
lavori corali, meno eseguiti dagli altri. Una primizia sarà la messa in scena
di Thamos, König in Ägypten K 345 in un allestimento
curato dal collettivo catalano La Fura dels Baus.
Crediti
fotografici : ISM/Schneide
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