OPERA/ Bellini: "La sonnambula" in una casa di bambole
Sotto il profilo musicale, è
stata presentata in un’edizione il più possibile simile all’originale la
vicenda dell’orfanella sonnambula Amina. di GIUSEPPE PENNISI 20 febbraio 2018 Giuseppe
Pennisi
Foto di
Yasuko Kageyama
Sin dall’alzar del sipario, il nuovo allestimento di La Sonnambula
di Vincenzo Bellini, su libretto di Felice Romani, realizzato in collaborazione
con il Teatro Petruzzelli di Bari ed in scena a Roma il 18 febbraio, è
marcatamente differente da quelli visti ed ascoltati nella capitale negli
ultimi anni. Giorgio Barbiero Corsetti (regia) Cristian Taraborrelli (scene)
Angela Buscemi (costumi) e Gianluigi Tocafondo (luci) situano la vicenda
dell’opera semiseria in una casa di bambole; enormi poltrone e lettoni e
piccoli elementi per suggerire il villaggio svizzero.
I colori dei costumi e dei (forse troppo frequenti) video ricordano
quelli dei libri per bambini. Grande accento sulla recitazione che combina bene
il romanticismo dell’opera con qualche accenno comico. La Sonnambula in una
casa di bambole esprime bene un’opera semi-seria che piace anche ai bambini:
ricordo una nevosa Domenica del gennaio 1980 a Bologna (dove allora insegnavo)
quando, con mia moglie, portai, in un palchetto del Teatro Comunale, i bambini
(allora di nove e quattro anni) ad una rappresentazione dell’opera; rimasero
incantati e la più grande ha ancora una fotografia con firma di Luciana Serra
(la protagonista).
Una produzione, quindi, molto differente da quella di Pier
Francesco Maestrini, interamente nel solco del già visto e conosciuto, proposta
a Roma nel 2005 con scene dipinte e costumi oleografici che rievocavano i
paesaggi de Les Alpes Marittimes. Occorre dire che al termine dello spettacolo,
una piccola parte del pubblico ha mostrato che avrebbe preferito l’oleografia
del passato, ma è stata travolta dagli applausi e dalle vere e proprie ovazioni
alla protagonista (Jessica Pratt).
Sotto il profilo musicale, è stata presentata in un’edizione il più
possibile simile all’originale la vicenda dell’orfanella sonnambula Amina che
va a giuste nozze con l’amato Elvino, dopo una travagliata nottata e giornata
in cui il suo sonnambulismo fa credere al villaggio di averlo tradito con un
Conte tornato ai ‘luoghi ameni’ dopo anni d’assenza. Da anni girano varie versioni
di La Sonnambula più o meno tagliate, a ragione degli sforzi che richiede agli
interpreti. Tutti i ‘tagli di tradizione’ sono riaperti tranne la seconda
cabaletta del tenore al primo atto, taglio, peraltro, approvato dallo stesso
Bellini. Consente, quindi, d’assaporare l’opera come concepita dall’autore.
Nelle opere di Bellini, fa premio il canto e l’orchestra è di norma
a supporto della vocalità. Se ne differenziano solo La Sonnambula ed I
Puritani, due lavori con un’orchestrazione più elaborata che nelle precedenti.
Speranza Scappuci ne coglie la lievità e la dolcezza di un romanticismo leggero
senza mai salire a toni donizettiani, od anche verdiani su cui altri direttori
d’orchestra tendono a scivolare.
La Sonnambula è un’opera essenzialmente di voci. Jessica Pratt ,
anche se giovane, è una veterana di un ruolo molto impervio che ha trattato
magnificamente sin dalla iniziale cavatina e trionfando in Ah! non credea
mirarti/ si presto estinto o fiore e nel fantasmagorico rondò finale. Juan
Francisco Gatell, ora sulla soglia dei quaranta anni, è un ottimo tenore lirico
leggero che pare debuttasse nel ruolo, anche se non era nelle condizioni
migliori (forse a ragione dell’influenza stagionale). Ha avuto una leggera
défaillance nella cabaletta del primo atto ma nel resto dell’opera la sua voce
chiara e trasparente e la sua capacità di ascendere a registri molto alti hanno
trionfato. Riccardo Zanellato è un ottimo Conte Rodolfo. Meritano un plauso
Reut Venorero (Teresa), Valentina Valiante (Lisa), e Timofei Baranov (Alessio),
tutti e tre del progetto ‘Fabbrica’, la scuola del Teatro dell’Opera di Roma.
Come sempre, di grande livello il coro (un vero protagonista
dell’opera) guidato da Roberto Gabbiani.
© Riproduzione Riservata.
Nessun commento:
Posta un commento