MUSICA DIETRO IL FILO SPINATO/
L'annuncio della fine del tempo
Voncepito,
composto ed eseguito in prima mondiale (dietro i fili spinati di un campo di
concentramento) il Quatour pour la Fin du Temps. Ce ne parla GIUSEPPE
PENNISI 14 febbraio 2018 Giuseppe Pennisi
Foto di Damiano Rosa
Immaginate
la situazione: un compositore francese arruolatosi come infermiere
nell’esercito del suo Paese viene fatto prigioniero durante l’avanzata tedesca
del 1940, con lui viene arrestato un altro soldato (un clarinettista) ed il
loro comandante (un violoncellista); vengono portati nel campo di
concentramento di Gorlitz dove trovano un compatriota violinista. In questo
modo, è nato, nel 1941, uno dei capolavori delle musica del Novecento che ha
anticipato gli sviluppi della seconda parte del secolo.
Il
compositore-infermiere, e pianista, rispondeva al nome di Olivier Messiaen, il
clarinettista a quello del suo commilitone Herni Akoka, il violincellista a
quello del comandante Ètienne Pasquier ed il violinista a quello del soldato
prigioniero Jean La Boulaire. Non erano usi a suonare insieme, a costituire un ensemble,
ma erano dei grandi, e notissimi, solisti nella Francia d’anteguerra. Il
cattolicissimo, ed umilissimo, Messiaen, nel raccontare come nacque il lavoro,
disse che era stato consigliato dall’‘angelo che annuncia la fine del tempo’ e,
quindi, dovette scrivere ‘un quartetto con gli strumenti, e gli strumentisti’
che aveva ‘sotto mano’. Così venne concepito, composto ed eseguito in prima
mondiale (dietro i fili spinati di un campo di concentramento) il Quatour
pour la Fin du Temps, il quartetto per la fine del tempo, una pietra
miliare, come si è detto, della musica del Novecento.
Viene
eseguito di rado proprio perché pensato per quattro grandi solisti i quali
lavorano insieme a ragione di circostanze eccezionali. Il Quatour è
stato infatti presentato, sabato 10 febbraio, nella gremitissima aula magna
dell’Università di Roma ‘La Sapienza’ nella stagione concertistica
dell’Istituzione Universitaria dei Concerti, (IUC) da un ‘quartetto’ formato
per l’occasione da quattro grandi solisti: Pietro De Maria (pianoforte), Marco
Rizzi (violino), Enrico Dindo (violincello) e Alessandro Carbonare
(clarinetto).
E’ un brano
lungo più di un’ora, in otto movimenti (i sei giorni della creazione, il
settimo del riposo che si estende per l’eternità ‘ della luce indefettibile e
della ‘pace inafferrabile‘). Gli otto movimenti, certamente insoliti e
fortemente innovativi per un quartetto, prendono spunto dall’Apocalisse di San
Giovanni, a cui fanno riferimento le simbologie musicologiche citate.
‘La fine dei
tempi’ coincide non solo con la guerra mondiale, quale percepita in un campo di
concentramento, ma anche con la sostituzione delle regole, e prassi, musicali
occidentali con nuovi procedimenti, anche di derivazione asiatica, e la
costruzione di specifiche scale caratterizzate da polivalenza tonale. L'effetto
contemplativo e spirituale cercato da Messiaen nella propria musica viene
realizzato principalmente tramite l'utilizzo di ritmi non retrogradabili,
moduli ritmici non tradizionali (mediati dalla musica giavanese e giapponese)
armonie non tonali. Con procedimenti analoghi sperimentava, più o meno, nello
stesso periodo, Giacinto Scelsi ma non credo che Messiaen ne conoscesse i
lavori, i quali, per di più erano inseriti in un contesto di mistica
dell’Estremo Oriente, non di religiosità cattolica.
Non è questa
la sede per un’esegesi del complesso lavoro. Occorre sottolineare come gli otto
movimenti sono caratterizzati da grande rigore e da temi caratteristici di
Messiaen (il cinguettio degli uccelli, l’evocazione di danze) e da sezioni
essenzialmente solistiche per ciascuno degli strumentisti, nonché da una grande
cura per il suono. Non mancano CD dedicato a il Qautour . L’esecuzione
del 10 febbraio all’IUC meriterebbe di diventare un nuovo titolo del catalogo.
Il resto del
concerto è stato dedicato ad un omaggio a Debussy nel centenario della morte:
la rapsodia per clarinetto e pianoforte, una sonata per violincello e
pianoforte ed una per violino e pianoforte.
© Riproduzione Riservata.
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