L’ingegno barocco in “Aria” a Roma
PELLISARI, PORCEDDU, TOZZI Aria: arie barocche nell’aria S. Bungaard, A. Bonazzoli, NoGravity Dance Company (per la coreografia e le danze), Emiliano Pellisari Studio (per scene, costumi, grafica, video), Roma Barocca Ensemble, direttore e cembalo Lorenzo Tozzi
Teatro Olimpico, Roma, 6 Ottobre 2016
Il Barocco torna di moda. Basti pensare al successo commerciale del cofanetto di 39 CD, tre DVD ed un Cd-Rom di rare opere barocche prodotto un anno fa dalla Harmonia Mundi. Quale è la ragione? Secondo alcuni lo spettacolo musicale barocco anticipa una tendenza più profonda e messa in luce anche in un fascicolo de “La Nuova Antologia”: il futuro è nella fusione di vari generi (musica, danza, scenografia sulla base delle tecniche più moderne). Come avveniva nell’epoca in cui trionfava il Barocco. È ciò che avviene da anni nel teatro in musica americano, dove teatri e sale da concerto sono privati e si sostengono con la biglietteria e le sponsorizzazioni e dove c’è il maggior numero di prime assolute mondiali (ben 29 opere nel 2009, anno peggiore della crisi finanziaria).
È una fusione di generi che sta avvenendo anche in Italia, a volte con esiti da rendere perplessi (come nella verdiana Giovanna D’Arco messa in scena a Parma per il Festival Verdi 2016), ma anche con risultati splendidi come in questo spettacolo Aria: arie barocche nell’aria che il 6 ottobre ha inaugurato la stagione 2016-2017 dell’Accademia Filarmonica Romana al Teatro Olimpico.
Prima di entrare nel merito dello spettacolo che, dopo una decina di repliche a Roma, andrà a Piacenza ed a Cracovia (nonché in altre città; pare che dopo il debutto siano giunte proposte anche dalla Cina e dal Sud America), occorre sottolineare il metodo. Proprio come in epoca barocca, sin da quando è emersa l’idea centrale dello spettacolo, librettisti, scenografi, interpreti e musicisti hanno lavorato insieme formando un vero e proprio collettivo: uno dei migliori ensemble barocchi italiani, uno studio prestigioso di scene, costumi e video ed una compagnia di danza che – come dice il nome – è specializzata in danze acrobatiche “nell’aria”, impiegando tecniche moderne per riprodurre lo spazio sensoriale di tecniche antiche (che ebbero un grande sviluppo in epoca barocca al fine di creare la meraviglia) hanno lavorato insieme per creare non un nuovo allestimento di un’opera barocca, ma un pastiche basato su arie, sinfonie, intermezzi del periodo. Anche ilpastiche, tipico del barocco, sta tornando di moda: si pensi al successo internazionale di The Enchanted Island, un pastiche creato dal Metropolitan Opera di New York, visto in diretta HD in 7000 sale cinematografiche in tutto il mondo e ripreso da altri teatri americani.
Naturalmente, la NoGravity Dance Company, Emiliano Pellisari Studio e il Roma Barocca Ensemble non dispongono di risorse analoghe a quelle del Metropolitan Opera. Lo spettacolo, però, non è un concerto (seppur con scene e costumi) di arie barocche. Non è neanche una mera antologia. È stato pensato come una “storia” del Barocco dall’Orfeo di Monteverdi del 1607 a lavori degli anni attorno il 1730-40, quando il classicismo cominciava a diventare lo stile alla moda. Grande idea concludere la serata con la “follia” Rodrigo Martinez di anonimo spagnolo, che con la sua esplosione di gioia mostra le origini del Barocco.
Lo spettacolo è composto di tredici quadri per una durata complessiva di due ore, intervallo compreso. Ogni numero è una scena in cui musica e canto si fondono perfettamente con immagini, costumi e danze acrobatiche; ad esempio La farfalletta s’aggira al lume di Vivaldi ci porta ironicamente nel mondo delle farfalle svolazzanti, il duetto iniziale dello Stabat Mater di Pergolesi ci conduce nel mondo meditativo della preghiera ed il Pulcinella di Pergolesi nella Napoli ricca ed allegra, forse maggior centro culturale dell’epoca.
Impossibile, nell’ambito di una recensione, trattare dei singoli numeri. Bravissimi il soprano Susanne Bungaard ed il sopranista Angelo Bonazzoli. Di grande impatto le scene, i costumi e le danze acrobatiche. Spettacolo che merita il Premio Abbiati per l’innovazione e l’originalità.
Giuseppe Pennisi
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