Il contributo di Bankitalia al possibile «tagliando' per il QE dell’Eurotower
cinque anni dalla sua introduzione,
il Quantitative Easing (QE) della Bce ha bisogno di un check up. La
Banca d’Italia ha meritevolmente organizzato il 21 ottobre un seminario
su 'Politiche monetarie non convenzionali: effetti e rischi' a cui
hanno partecipato una settantina di esperti (numerosi provenienti da
altre Banche centrali e dalla stessa Bce). Strutturato in quattro
sessioni per la discussione di una diecina di relazioni è, per certi
aspetti, un 'regalo' che l’Italia ha fatto all’Europa monetaria. Non è
questa la sede per esaminare i vari documenti (peraltro molte tecnici e
spesso in stesura preliminare), tuttavia si possono riportare alcune
considerazioni tratte dai suddetti lavori. Anzitutto il QE e il suo
predecessore LTRO non sono nati con l’obiettivo di rivitalizzare
l’economia reale, ma hanno ricalcato l’esperienza americana (iniziata
nel 2009 e dotata di molto maggiori risorse) mirata principalmente a
evitare il tracollo del settore finanziario
e a facilitarne il risanamento.
In secondo luogo nell’esperienza europea – almeno sino ad ora – il QE
promette di avere effetti positivi nel lungo periodo principalmente nei
confronti del settore finanziario, soprattutto per gli istituti
maggiormente esposti a titoli sovrani di Stati con un forte debito
pubblico, di cui può, in certi casi, facilitare la ricapitalizzazione.
Ciò contribuisce alla stabilità finanziaria in un’Unione monetaria di
Stati molto differenti tra loro e in cui, come ha dimostrato il caso
della Grecia, il rischio di contagio è elevato. Ciò comporta politiche
macro prudenziali rigorose. Negli Stati Uniti, infine, si sono
cominciati ad avvertire i primi effetti sull’economia reale dopo sette
anni circa dall’applicazione di politiche monetarie non convenzionali.
Non solamente gli Usa sono più omogenei dell’Unione Europea, ma Ue e Bce
hanno la prassi di annunciare 'pacchetti' di misure che implicano
effetti differenti sui vari Stati. Una più attenta politica di
comunicazione potrebbe pertanto essere utile.
Giuseppe Pennisi
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