In ricordo di Giuseppe
Sinopoli
AddThis Sharing Buttons
Share to WhatsAppShare to TwitterShare to FacebookShare to Google+Share to
LinkedInShare to E-mail
Il Teatro
dell’Opera di Roma ha perso un’opportunità: ricordare i 15 anni dalla morte di Giuseppe
Sinopoli a Berlino nel 2001, durante una recita di Aida alla
Deutsche Oper. Veneziano, Sinopoli amava fortemente Roma, dove aveva acquistato
casa e pensava di viverci per sempre con la moglie ed i figli. L’aveva riempita
di oggetti antichi (quando morì stava per laurearsi in Archeologia, dopo aver
già conseguito una laurea in Medicina). Si era dedicato anima e corpo in
un tentativo di rilancio del Teatro dell’Opera e nella costruzione di
un’orchestra internazionale di livello mondiali. Ma aveva tutti contro, dovette
cedere le armi e ne soffrì tanto che ciò accelerò i problemi cardiaci che
nascondeva.
Invece, il
Teatro alla Scala, a cui fu legato da un rapporto durato dieci anni di
straordinaria densità affettiva non meno che musicale, lo ricorda il 6 ottobre
con un concerto dei Cameristi della Scala diretti da Enrico Dindo e con
un incontro al Ridotto dei Palchi.
Il concerto,
fortemente voluto da diversi professori d’orchestra che con Sinopoli hanno a
lungo collaborato e dal direttore artistico dei Cameristi Gianluca Scandola,
inaugura la stagione “Invito alla Scala” 2016/2017. Sui leggii il Quartetto “Der
Tod und das Mädchen” di Franz Schubert nell’orchestrazione di Gustav
Mahler, Klangfarben dello stesso Sinopoli (mai eseguito a Milano) e Metamorphosen
di Richard Strauss. Schubert, Mahler, Strauss: punti cardinali che
evocano il multiforme e complesso universo culturale di Sinopoli, impossibile
da racchiudere nel programma di un concerto.
Alle ore
17.30 dello stesso 6 ottobre al Ridotto dei Palchi si svolge un incontro dal
titolo “Giuseppe Sinopoli direttore d’orchestra, compositore e saggista”
condotto da Franco Pulcini e con la partecipazione di Enzo Restagno,
Paolo Arcà e Cesare De Michelis.
Giuseppe
Sinopoli, che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente stabilendo
un’ottima relazione personale, è una delle figure più originali della cultura
italiana, non solo musicale, dell’ultimo scorcio del ‘900. Nato a Venezia,
studia nei conservatori di Messina (organo) e Venezia (composizione) prima di
laurearsi in Medicina a Padova e seguire i corsi di Stockhausen a Darmstadt.
Tra i suoi insegnanti di direzione d’orchestra Bruno Maderna e Hans
Swarowsky. La carriera direttoriale di Sinopoli si snoda tra Berlino
(Deutsche Oper dove debutta con Macbeth nel 1980), Londra (dove è dal
1984 Direttore principale e dal 1987 Direttore musicale della Philharmonia),
Roma (Direttore dell’Orchestra di Santa Cecilia dal 1983 al 1987), Firenze
(Direttore onorario del Maggio), Bayreuth (Tannhäuser nel 1984, indi Parsifal,
e nel 2000, primo italiano, l’intero Ring), Dresda (dove è Direttore
musicale della Staatskapelle dal 1992) oltre alla Fenice di Venezia.
A Milano
Sinopoli sviluppa una relazione privilegiata con la Filarmonica e quindi con il
Teatro alla Scala. Tra le grandi orchestre dirette da Sinopoli ricordiamo
almeno i Berliner e soprattutto i Wiener Philharmoniker che diresse spesso a
Vienna e in tournée. Sinopoli fu anche il primo grande direttore ad accettare
di dirigere l’Orchestra Sinfonica Nazionale Infantile del Venezuela: Gustavo
Dudamel ricorda spesso di essere entrato alla Scala per la prima volta in
occasione del grande concerto che Riccardo Muti diresse in sua memoria.
Del 1994 è la decisione di restringere l’attività a quattro istituzioni: “Ho
deciso di lavorare solo con Bayreuth, Dresda, Wiener e Scala”. La sua opera
Lou Salomé, presentata a Monaco nel 1981, è stata ripresa nel 2011 alla
Fenice di Venezia.
Tra i saggi
e altri scritti di Sinopoli ricordiamo Il mio Wagner, Parsifal a
Venezia, e, appena pubblicato, I racconti dell’Isola, tutti per i
tipi di Marsilio.
05/10/2016
Nessun commento:
Posta un commento