OPERA/ Un festival per Camille Saint-Saëns: ecco chi era
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Una rara immagine di Camille Saint-Saëns
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Il 24 settembre inizia alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia
un festival importante. E’ organizzato dal Centro di musica romantica francese
a Palazzetto Bru Zane (un’istituzione musicale interamente privata) dove
si terranno otto concerti. Verrà anche presentata un’opera rara Proserpine per
ora a Parigi e Monaco di Baviera, ma è probabile che, al pari di altre
iniziative del centro girerà in vari Paesi europei. E’ un festival di grande
rilievo perché come appropriatamente scrive la brochure di presentazione,
Camille Saint-Saëns è un ‘celebre sconosciuto’, specialmente in Italia dove è
noto principalmente per il poema sinfonico Le Carnival des Animaux e
l’opera Samson et Dalila.
Orfano di padre, Saint-Saëns fu cresciuto dalla madre e da una
prozia; fu quest’ultima a iniziarlo al pianoforte. Straordinariamente precoce,
debuttò in concerto all’età di undici anni. Due anni più tardi, lo troviamo al
Conservatorio di Parigi nelle classi di Benoist (organo) e poi di Halévy
(composizione). Se per due volte fallì il concorso del prix de Rome, nondimeno
durante la sua carriera ottenne una quantità di riconoscimenti e nomine a vari
incarichi istituzionali, tra cui l’elezione all’Académie des beaux-arts nel
1881.
Virtuoso, organista della chiesa della Madeleine (1857-1877), fece
grande impressione sui suoi contemporanei. Compositore fecondo e colto, si
impegnò nella rivalorizzazione dei maestri del passato, partecipando alla
realizzazione di edizioni delle opere di Gluck e di Rameau. Eclettico, difese
tanto Wagner quanto Schumann. Da insegnante, ebbe tra i suoi allievi Fauré e
Messager. In qualità di critico musicale, firmò numerosi articoli che attestano
uno spirito forte e lucido, per quanto molto legato ai principi
ell’accademismo. Fu questo stesso spirito a indurlo a fondare, nel 1871, la Société
nationale de musique, e poi a darne le dimissioni nel 1886.
Formatosi alla scuola francese classica di pianoforte, per tutta la
vita Saint-Saëns rimarrà un difensore del «jeu perlé», ottenuto con un uso
moderato del pedale e un’articolazione molto dettagliata della diteggiatura.
Può stupire che per quello che era il suo strumento abbia lasciato solo 34
opere, e che nessuno di questi si possa considerare il suo testamento musicale;
tuttavia, va detto che i suoi cinque concerti per pianoforte non sono mai
usciti dal grande repertorio (il secondo in particolare), nonostante la
concorrenza, in tale ambito, di Schumann, Chopin, Liszt o Rachmaninov.
Per Saint-Saëns, il pianoforte fa conoscere le proprie opere
(che arrangia per pianoforte a quattro mani o per due pianoforti per
facilitarne la diffusione), ma promuove attivamente quelle di Schumann,
Beethoven, Mozart e della giovane generazione di compositori francesi, come
Alexis de Castillon. sperimentazioni tecniche (ci ha lasciato tre quaderni di
sei studi ciascuno), esso è anche il confidente delle sue passioni: il ritorno
al passato (Sei Fughe, Suite in fa maggiore), l’esotismo (Africa, Concerto
«Egiziano», Souvenir d’Ismaïlia, Les Cloches de Las Palmas…), l’analisi
scientifica legata alla trascrizione (la Sonata di Liszt e la Sonata in si
minore di Chopin arrangiate per due pianoforti, la Paraphrase sur La Mort de
Thaïs di Massenet, arrangiamenti vari di Beethoven, Haydn, Mendelssohn, Reber,
Gounod, Berlioz. Il festival offrirà se non l’integrale un’ampia selezione
delle sua opere per pianoforte.
Saint-Saëns fu anche un pioniere, introducendo in Francia il poema
sinfonico e facendosi paladino della musica dell'avvenire di
Liszt e di Wagner, in un'epoca in cui Bach e Mozart erano il modello di
riferimento. Egli rappresentò la personificazione della modernità artistica
negli anni cinquanta e sessanta dell’ottocento, ma presto si trasformò in un
duro e a volte sgradevole reazionario.
All'alba del ventesimo secolo , Saint-Saëns lottava contro
l'influenza di Debussy e Richara Strauss. Ciò non sorprende più di tanto, dal
momento che la carriera di Saint-Saëns era iniziata quando Chopin e Mendelssohn
erano nel pieno del loro successo, terminando all'affacciarsi del jazz;
tuttavia è questa immagine di uomo bisbetico e irritabile che prevale ancora
oggi.
La figura di Saint-Saëns si è sempre situata sul confine che separa
i compositori famosi da quelli noti solo agli appassionati. È stato additato
più volte come «il più grande compositore di serie B» o come «il più grande
compositore privo di genio».
Il festival ha proprio l’obiettivo di una rivalutazione
equilibrata.
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