lunedì 16 novembre 2015

Virginia Zeani, il ricordo di una stupenda bellezza in Formiche 14 novembre



Virginia Zeani, il ricordo di una stupenda bellezza
Virginia Zeani, il ricordo di una stupenda bellezza
Il libro ‘Canta che ti passa, Virginia Zeani, Talento e Bellezza: dialogo con Sever Voinescu’ (pp.208, Zecchini Editore, €25) mi ha fatto tornare ai tempi della mia giovinezza quando ero già ammalato d’opera (un male incurabile che ti cambia la vita) ed i soprano, tranne poche eccezioni, non erano belli. Si pensi a Maria Caniglia una delle più note dell’epoca. Si diceva che dovevano mangiare molto per potere avere voci spesse e di grande volume. La stessa Maria Callas, che vidi grossa debuttare ne Il Turco in Italia al teatro Eliseo di Roma diretta da Gianandrea Gavazzeni, dove sottoporsi ad una rigorosa, anzi ferrea, cura dimagrante. I gusti del pubblico erano cambiati.
In questo mondo, irruppe dalla Romania, Virginia Zeani, prima di Marcella Pobbe, di Clara Petrella, e di tanti altri soprani avvenenti oltre che di grande vocalità. Ricordo Virginia Zeani come protagonista de Les Dialogue des Carmelitesì di Poulenc in Scala e di Otello di Rossini (con regia scene e costumi di De Chirico) al Teatro dell’Opera di Roma, nonché in tante altre vesti del suo vasto repertorio. Sino a quando, ancor giovane, lasciò il palcoscenico era una delle rare (con la Callas) a potere avere la vocalità adatta per La Traviata, un registro lirico da coloratura sino a Amami Alfredo ed uno drammatico nella seconda del secondo ed in tutto il terzo atto. Pochi sanno che, lasciata la scena, Virginia Zeani ha insegnato (sino quasi all’età di novant’anni) alla School of Music dell’Università dell’Indiana, una delle più importanti degli Stati Uniti, il cui teatro mette in scena cinque-sei opera l’anno (quanto un ‘teatro di tradizione’ italiano) e le porta in tournée (vidi una sua bellissima produzione nella grande Opera House del Kennedy Center di Washington).
Il libro è una lunga conversazione con un amico. Da un lato, è una miniera di informazioni ed insegnamenti di un soprano che ha avuto due lunghe carriere (una come cantante ed una come docente). Da un altro, esprime le inquietudini, ‘il tormento e l’estasi’ della seconda metà del Novecento e dell’inizio di questo secolo.
Paradossalmente, quindi, è una testimonianza di interesse non solo per gli appassionati di lirica ed i cantanti per tutti coloro (sociologici, politologici) che vogliono esplorare circa setta anni di vita tra Europa e Stati Uniti.

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