giovedì 12 novembre 2015

I giovani riempiono palchi e platea per un viaggio di tre secoli in Formiche 12 novembre



I giovani riempiono palchi e platea per un viaggio di tre secoli
I giovani riempiono palchi e platea per un viaggio di tre secoli
Spettacolo inconsueto e bellissimo al Teatro dell’Opera di Roma la sera dell’11 novembre. Palchi e platea affollati, oltre che dal consueto pubblico (tra cui si vedevano molti volti conosciuti da chi ha frequentato le undici stagioni dell’Orchestra Sinfonica Romana, ormai defunta), da moltissimi giovani, anche dei licei. Il sipario rigorosamente calato. L’orchestra fuori dalla buca, ma su un palco che occupava oltre allo spazio della “golfo mistico”, le prime cinque file di poltrone. L’inizio di una rivoluzione tra gli stucchi dorati e le allegorie pittoriche della cupola del “Costanzone” (perfetto esempio dell’architettura di tardo Ottocento)? Con l’orchestra innalzata in platea si ascoltavano sonorità nuove, spesso più rotonde e più complete.
L’11 novembre ha debuttato una nuova iniziativa per aprire il teatro alla città – nel quadro di un programma denominato “Opera Aperta” designato a rinnovare il pubblico portando giovani e persone non in grado di pagare il costo dei biglietti di uno spettacolo “normale” di una fondazione lirica. Una serie di sei concerti denominati “Specchi del Tempo”. “Non si tratta – precisa il sovrintende Carlo Fuortes di una tradizionale stagione di concerti né di una serie di concerti sinfonici di repertorio”. Giorgio Battistelli ha elaborato un vero e proprio progetto musicale sulla musica sinfonica degli ultimi tre secoli. “Sei appuntamenti in cui accostare, in ogni serata un autore classico, uno del Novecento ed un contemporaneo”. Ogni serata ha un tema. Qualcosa di simile era la prassi dell’Orchestra Sinfonica di Roma. Per questa ragione, molti “orfani” di quella orchestra erano in teatro. Altra analogia i prezzi: 20 euro per gli adulti, 10 per i giovani, con abbonamenti, per tutti i sei concerti, a 100 euro per gli adulti ed a 50 per i giovani. Altra caratteristica, l’orchestra è diretta da giovani (ma non manca qualche grande ritorno) ed anche i solisti, al pianoforte, sono, di massima anche essi giovani.
Il primo concerto è stato diretto da Dietrich Paredes (classe ’80), con al piano Cédric Tiberghien (’75), ambedue affermati nei maggiori teatri e sale di concerto internazionali. Il musicologo Stefano Catucci ha presentato il concerto. Il tema unificante dei tre brani può essere definito “il risveglio” . Ed al “risveglio” è esplicitamente dedicato il primo brano: Esercizi sul risveglio di Emanuele Casale. Il Concerto per pianoforte ed orchestra n. 2 di Ludwig van Beethoven è un risveglio settecentesco, ricamato e delicato. Turbato da angosce profonde è invece il risveglio tardo romantico della Sinfonia n.2 di Pëtr Ill’ič Čaijkovsskij. Dall’atmosfera quasi notturna di Casale si è passati al tormento e l’estasi di Čaijkovsskij passando per l’idillio in tre movimenti di Beethoven.
Ovazioni più che applausi.

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