Tutti i conti delle fondazioni
lirico-sinfoniche
L'analisi di
Giuseppe Pennisi
La relazione
semestrale del Commissario al risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche
traccia un quadro interessante di come l’iniezione di finanziamenti alle
fondazioni sta cominciando a dare i suoi frutti. Non contiene notizie nuove ma
offre un panorama comparativo utile ad individuare quali fondazioni stanno
adottando strategie innovative per attirare pubblico e finanziatori e quali
invece hanno perso sostegni locali (in termini di spettatore e di imprese
pronte ad investire) ed è difficile contare su un grande futuro per le loro
attività.
Il Teatro
alla Scala – è questo un punto su cui si sono soffermati gli analisti – ha avuto
incassi inferiori alle previsioni, specialmente per la ‘stagione Expo’. Con
l’avvicinarsi della fine dell’anno, ed al di là di polemiche strumentali di
breve periodo, è possibile, dati alla mano, fare un bilancio ragionato
dell’esperienza di Expo per il Teatro alla Scala. Gli esiti dell’impegno
straordinario del Teatro per Milano e il Paese nel momento di massima
visibilità globale si configurano come un banco di prova non solo per le
capacità produttive del Teatro stesso e la sua capacità di attrarre pubblico ma
anche per la ricettività e le dinamiche culturali della città di Milano.
Possono, poi, servire ad altri Teatri che progettano programmi speciali in
coincidenza di eventi straordinari (e.g. Giubileo).
UN
CALENDARIO FITTO PER EXPO
Occorre
ricordare che la richiesta da parte delle Istituzioni di garantire a milanesi e
turisti l’apertura costante per tutti i sei mesi dell’Expo è stata accolta
dalla Scala attraverso la realizzazione di un fitto calendario di opere,
balletti e concerti anche per i mesi estivi durante i quali l’attività del
Teatro tradizionalmente si arresta.
Nel corso
del 2015 il Teatro alla Scala ha superato la soglia del mezzo milione di
spettatori (511.856, dato al 26 novembre) rispetto ai 418.443 del 2014 cui
corrispondono oltre 38.500.000 euro
lordi di incassi di biglietteria rispetto ai 30.596.000 del 2014, con una
crescita che supera il 26%. Si tratta di uno sviluppo senza precedenti e di un
risultato innegabile della programmazione straordinaria per Expo, anche se un
contributo alla crescita del pubblico è venuto dal travolgente successo del
nuovo ciclo di opere per bambini.
Proprio in
considerazione di questa accresciuta attività e in base alle aspettative
sull’indotto dell’Esposizione gli incassi di biglietteria erano stati previsti
in 39.794.000 euro, obiettivo che non è stato pienamente raggiunto a causa del
deludente andamento delle vendite nella seconda parte del periodo di Expo.
Resta tuttavia un segnale forte del richiamo sul pubblico e della rinnovata
capacità di accoglienza del nostro Teatro che, esclusi i mesi estivi, ha
aumentato il numero delle rappresentazioni (da 73 a 82 le recite d’opera) mantenendo
inalterate le percentuali di riempimento. Al 20 luglio, ovvero nel momento in
cui negli altri anni interviene la chiusura estiva, gli incassi erano superiori
alle previsioni per oltre 500.000 euro.
INCASSI
COMPLESSIVI E ANALISI STAGIONALE
Se si considerano
i soli sei mesi di apertura di Expo, l’incasso complessivo è di 19.821.000 euro
lordi a fronte di una previsione di 20.839.000. Anche in questo caso un
risultato inferiore alle attese ma importante in cifre assolute, tanto più che
la situazione della biglietteria dal 1° maggio al 20 luglio mostra percentuali
di riempimento in linea con i dati degli anni precedenti, reggendo l’aumento
del numero di rappresentazioni. Gli aspetti problematici si concentrano quindi
nei mesi estivi, quelli nei quali il Teatro è di solito chiuso, e in cui
tornerà ad esserlo nelle prossime stagioni.
Nel periodo
in cui i milanesi erano assenti per le vacanze, il pubblico di Expo non li ha
sostituiti. Indicativo in questo senso il dato di vendita della biglietteria
aperta dal Teatro presso il Padiglione Italia di Expo, 1.319 biglietti in
tutto, per un controvalore di 83.300 Euro.
A un’analisi
più attenta risulta una buona tenuta dell’opera anche in estate, con il
Barbiere di Siviglia dell’Accademia e La bohème che registrano incassi
superiori per 120.000 euro rispetto alle previsioni di budget. Negativi invece
i risultati del Ballo Excelsior e dei concerti. Il Festival delle Orchestre
Internazionali è stato la più importante rassegna sinfonica mai organizzata a
Milano e ha conquistato una platea di appassionati ma non ha intercettato il
flusso dei visitatori dell’Expo, a cui si indirizzava, scontando presso la
maggioranza del pubblico milanese la concomitanza con un’offerta di spettacolo
senza precedenti.
UNO SGUARDO
AL FUTURO
Nella
pianificazione futura occorrerà tenere conto di questi risultati: la capacità
dell’opera di attrarre sempre il suo pubblico, la difficoltà viceversa di
proporre titoli di balletto meno conosciuti a fine stagione e la difficoltà di
inserire nella programmazione concertistica milanese un numero consistente di
concerti aggiuntivi rispetto alle stagioni di abbonamento consolidate. In
crescita il Museo, che passa da 245.391 visitatori nel 2014 a 256.276 fino al
26 novembre 2015, con un flusso costante anche nei mesi estivi. I minori
incassi di biglietteria nel periodo estivo sono stati compensati dalle
sponsorizzazioni speciali per i progetti Expo che hanno portato alla Scala un
totale di 1.205.000 euro.
IL TEATRO
DELL’OPERA DI ROMA
Guardando
alle altre fondazioni, la svolta più netta pare essere quella del Teatro
dell’Opera di Roma che, dopo avere annunciato il licenziamento collettivo di
orchestra e coro (180 dipendenti), poi ritirato sulla base di un nuovo
contratto, ha proposto un cartellone originale con fusione di più generi,
misure per attirare i giovani ed un mix tra repertorio ed innovazione. Gli
spettatori dell’ultima stagione sono stati 235.00o con un aumento quasi del 30%
rispetto all’anno precedente, per la prima volta gli incassi hanno superato i
10 milioni di euro, quattro milioni di contributi privati (rispetto a quasi
zero nelle stagioni precedenti). La stagione 2015-2016 , aperta con un’opera
moderna, include molte repliche di titoli tradizionali come ‘La Traviata’, ma
anche un festival di teatro in musica contemporanea ed una serie di concerti in
cui, nella stessa serata, si mettono tre secoli di musica. L’onda è buona.
Speriamo che tenga.
L’EMORRAGIA
DI PUBBLICO DI FIRENZE E BOLOGNA
Dove i
problemi paiono molti seri sono a Firenze ed a Bologna. I Teatri del Maggio
Musicale Fiorentino ed il Teatro Comunale di Bologna sono alle prese, secondo
la relazione, con emorragia di pubblico e scarso interesse da parte di imprese
locali. A mio avviso, c’è qualcosa di più profondo. Sino alla fine degli Anni
Ottanta erano ciascuno il perno di teatri “di tradizione” delle rispettive
regioni. Ora questi teatri si sono organizzati in circuiti regionali (ed in
certi casi anche internazionali) e una parte del pubblico ha smesso di
viaggiare a Firenze e a Bologna.
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