The Bassarids all’Opera di Roma
novembre 19, 2015 Giuseppe Pennisi
L’opera va in scena per la prima
volta a Roma, a cinquanta anni esatti dalla composizione nel 1965, in un nuovo allestimento

«Ho accolto con entusiasmo la
proposta di mettere in scena The Bassarids – ci ha detto Mario Martone –, e
come poteva essere il contrario? Un teatro che ha finalmente il coraggio di
aprire la stagione con un’opera del secondo Novecento, di un autore che ho
sempre amato come Henze e su un libretto che mi consente di continuare il mio
lungo viaggio nella tragedia greca (un viaggio che proprio a Roma ha avuto
delle tappe fondamentali come Edipo re e Edipo a Colono). Ma nell’insieme è
proprio partecipare a questa nuova stagione dell’Opera di Roma che dà un senso
di azione e di rinascita, tutta la stagione mi sembra interessantissima. The
Bassarids è una magistrale riscrittura delle Baccanti di Euripide, un testo tra
i più misteriosi e perturbanti, che scava nel disordine indomabile che è dentro
ogni essere umano e dunque dentro ogni società. Saranno proprio i due piani,
quello interiore e quello politico, che cercherò di mettere in scena nello spettacolo».
Sul palcoscenico, con il Coro del
Teatro dell’Opera di Roma diretto dal Maestro Roberto Gabbiani, un cast
internazionale: Ladislav Elgr (Dionysus), Russell Braun (Pentheus), Mark S.
Doss (Cadmus), Erin Caves (Tiresias), Andrew Schroeder (Capitano della guardia
reale), Veronica Simeoni (Agave), Sara Hershkowitz (Autonoe) e Sara Fulgoni
(Beroe). L’allestimento del Teatro dell’Opera vede i costumi di Ursula Patzak,
le scene di Sergio Tramonti e le luci di Pasquale Mari. Movimenti coreografici
di Raffaella Giordano.
The Bassarids è un atto unico, il
cui libretto è stato scritto, con non pochi interventi di Henze in persona, da
W. H. Auden e Chester Kallman, dopo la fortunata collaborazione per Elegy for
Young Lovers, rivista e riascoltata non molti anni fa al Teatro delle Muse di
Ancona ed al San Carlo di Napoli. È un atto unico perché segue, abbastanza
fedelmente la tragedia di Euripide Le Baccanti da cui è tratta.
Tuttavia, sarebbe appropriato
chiamarla una sinfonia scenica in quattro movimenti poiché azione scenica e
musica si snodano in quattro parti, senza cesura di continuità, come in una
sinfonia. Aspetti tradizionali dell’opera lirica – arie, cori, concertati –
sono perfettamente integrati nella struttura sinfonica in cui il primo
movimento è una sonata, il secondo uno scherzo, il terzo un andante, il quarto
è un tema di ben 43 note che si snoda in una passacaglia finale. A differenza
di altre opere di Henze che risentono della “seconda scuola di Vienna” (e
portano la dodecafonia) al grande pubblico, The Bassirids risente
dell’esperienza post-wagneriana.
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