Come se la passano i grandi teatri italiani? Benino, dopo gli ultimi
interventi pubblici. Il miracolo dell’Opera di Roma e altre storie
Scritto da Giuseppe
Pennisi | domenica, 29 novembre 2015 · 0
Il Teatro dell’Opera di Roma
La relazione semestrale del
Commissario al risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche traccia un quadro
interessante di come l’iniezione di finanziamenti alle fondazioni sta
cominciando a dare i suoi frutti. Non contiene notizie nuove, ma offre un
panorama comparativo utile ad individuare quali fondazioni stanno adottando
strategie innovative per attirare pubblico e finanziatori e quali invece hanno
perso sostegni locali (in termini di spettatori e di imprese pronte ad
investire) ed è difficile contare su un grande futuro per le loro attività. La
svolta più netta pare essere quella del Teatro dell’Opera di Roma che,
dopo avere annunciato il licenziamento collettivo di orchestra e coro (180
dipendenti) poi ritirato sulla base di un nuovo contratto, ha proposto un
cartellone originale con fusione di più generi, misure per attirare i giovani
ed un mix tra repertorio ed innovazione. Gli spettatori dell’ultima stagione
sono stati 235mila con un aumento quasi del 30% rispetto all’anno precedente, per
la prima volta gli incassi hanno superato i 10 milioni di euro, con 4 milioni
di contributi privati (rispetto a quasi zero nelle stagioni precedenti). La
stagione 2015-2016 , aperta con un’opera moderna, include molte repliche di
titoli tradizionali come La Traviata, ma anche un festival di teatro in musica
contemporanea ed una serie di concerti in cui, nella stessa serata, si mettono
tre secoli di musica. L’onda è buona. Speriamo che tenga.
FLOP EXPO PER LA SCALA
La Scala ha avuto un infortunio: i deludenti introiti della “stagione” fatta a misura per l’Expo, ma chiude il bilancio in pareggio ed il 24 novembre ha concluso un promettente accordo con le sigle sindacali: Sant’Ambrogio sta per decollare con il vento in poppa. Miglioramenti anche al San Carlo di Napoli ed al Verdi di Trieste. Il piano di risanamento del Carlo Felice di Genova è ancora in corso di esame da parte della Corte dei Conti. Dove i problemi paiono molto seri sono a Firenze ed a Bologna. I Teatri del Maggio Musicale Fiorentino ed il Teatro Comunale di Bologna sono alle prese, secondo la relazione, con emorragia di pubblico e scarso interesse da parte di imprese locali. Ma c’è qualcosa di più profondo, aggiungiamo noi: sino alla fine degli anni Ottanta erano ciascuno il perno di teatri “di tradizione” delle rispettive regioni. Ora questi teatri si sono organizzati in circuiti regionali (ed in certi casi anche internazionali) ed una parte del pubblico ha smesso di viaggiare a Firenze ed a Bologna.
La Scala ha avuto un infortunio: i deludenti introiti della “stagione” fatta a misura per l’Expo, ma chiude il bilancio in pareggio ed il 24 novembre ha concluso un promettente accordo con le sigle sindacali: Sant’Ambrogio sta per decollare con il vento in poppa. Miglioramenti anche al San Carlo di Napoli ed al Verdi di Trieste. Il piano di risanamento del Carlo Felice di Genova è ancora in corso di esame da parte della Corte dei Conti. Dove i problemi paiono molto seri sono a Firenze ed a Bologna. I Teatri del Maggio Musicale Fiorentino ed il Teatro Comunale di Bologna sono alle prese, secondo la relazione, con emorragia di pubblico e scarso interesse da parte di imprese locali. Ma c’è qualcosa di più profondo, aggiungiamo noi: sino alla fine degli anni Ottanta erano ciascuno il perno di teatri “di tradizione” delle rispettive regioni. Ora questi teatri si sono organizzati in circuiti regionali (ed in certi casi anche internazionali) ed una parte del pubblico ha smesso di viaggiare a Firenze ed a Bologna.
– Giuseppe Pennisi