Le
Ventre de Paris C. Poul, C. Meng, D. Ghillardi, A.
Marzorati; pianoforte Danier Isoir violoncello
Isabelle
Saint-Yves flagioletto e fagotto Me´ lanie Flahaut concezione
e direzione artistica Arnaud
Marzorati
drammaturgia e regia Florent SiaudTra
gli spettacoli commissionati per
l’Expo
o ad esso ispirati (come C02
di
Giorgio Battistelli, a maggio alla
Scala,
o Milo, Maya ed il Giro del
Mondo
di Matteo Franceschini che
ha
debuttato a Parigi e sara` in tourne
´e
sino a meta` giugno in vari teatri
italiani),
Le Ventre de Paris prodotto
dal
Centre de musique romantique
franc¸aise,
con sede al Palazzetto
Bru
Zane a Venezia, si pone in
una
posizione speciale. Da un lato,
tratta
in modo ironico il tema centrale
dell’Expo:
la nutrizione. Dall’altro
utilizza
rigorosamente musica
del
romanticismo francese (con
riferimenti
piu` all’operetta che all’opera)
per
un sapiente ed astuto collage
di
molteplici lavori, una prassi
comune
nell’opera barocca e ripresa
con
successo al Metropolitan
Opera
in The Enchanted Island,
spettacolo
di grande successo da
circa
tre anni.
Il
libretto ha una trama esile che
consente
di mettere in risalto brani
di
compositori notissimi anche in
Italia
come Bizet, Thomas, Offenbach,
Herve´
, ma anche meno conosciuti
come
Aulagnier, Lecocq, Audran,
Ponchon,
Bugnot, Hyspa, protagonisti
di
un teatro in musica considerato
minore
unicamente perche´
differente
dal grand-ope´ra e frequentato
anche
da un pubblico di
piccola
borghesia. In scena, una cena
di
due coppie alla ricerca di cibi
e
vini raffinati, tema molto francese
per
l’importanza data in Francia alla
buona
cucina dalla fine del Settecento
anche
come elemento di distinzione
(ove
non di separazione
netta)
tra ceti sociali. Questo e` uno
dei
motivi per cui, ad esempio, nel
grand-ope´ra
i momenti piu` importanti
(e
gli intrighi piu` sordidi) avvengono
durante
banchetti, mentre
nel
melodramma italiano nel corso
di
feste da ballo. Analogamente,
nell’operetta
francese, il pranzo, la
cena
od il festino culinario sono
aspetti
topici per lo sviluppo e della
drammaturgia
e della partitura.
Nell’elegante
salone della Scuola
Grande
di San Giovanni Evangelista
(una
confraternita intellettuale, non
religiosa),
la scena rappresenta una
sala
da pranzo con una tavola imbandita.
Ben
scelte le giovani voci,
accompagnate
da un ensemble di
veri
virtuosi. Due gli aspetti piu` interessanti:
il
modo elegante con cui
i
curatori dello spettacolo riescono
a
dare coesione ad un universo musicale
che
tra primo e secondo Impero,
Regno
di luglio e due Repubbliche
spazia
attraverso un secolo;
dall’altro,
la rassegna di elogi alla
buona
tavola ed al buon vino presente
nei
lavori di compositori tra i
piu`
noti. Ad esempio, l’austero Gaspare
Spontini
ha composto Liturgie
de
la Gourmandise, vero e proprio
Inno
Sacro al bel mangiare ed
all’ancor
meglio bere. E nell’Amleto
di
Ambroise Thomas c’e` un molto
shakesperiano
elogio al vino come
rimedio
per « allontanare la tristezza
».
Le
Ventre de Paris sara` a Parigi al
The´ aˆ tre des Bouffes du Nord
in
maggio
ed a Milano al Teatro Paolo
Grassi
in giugno. Verra` poi ripreso
in
autunno al The´ aˆ tre des Bouffes
du
Nord e successivamente compira`
una
lunga tourne´ e.
Giuseppe
Pennisi
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