Duecento repliche per un’opera
contemporanea
Nel 2015-2016 le
statistiche sulla
produttivita`media
dei teatri
italiani fara` un
forte balzo in
avanti grazie ad
un’unica produzione, per di piu`
una prima
mondiale, di un giovane
compositore, Matteo Franceschini,
e d’una giovane librettista,
Lisa Capaccioli. Prima ancora che
si alzasse il sipario per il
debutto
(24 febbraio), sulla base di testo
e
di musica l’opera ha ottenuto un
importante riconoscimento
internazionale,
il « Premio Fedora -
Rolf Liebermann ». Sono
programmate
circa 200 repliche e le vendite
stanno andando benissimo.
Il lavoro non e`frutto di una
delle
grandi fondazioni, che hanno sı`
migliorato la loro produttivita`,
soprattutto
grazie alle attivita` della
Fenice, della Scala e del Teatro
dell’Opera
di Roma, ma il cui numero
annuale di rappresentazioni resta
ancora ben al di sotto della media
dei maggiori teatri dell’Unione
Europa. Il merito e`dell’AsLiCo,
che, per questa produzione,
condivide
lo sforzo con l’Ope´ra Royal de
Wallonie, in Belgio, l’Ope´ra de
Rouen - Haute Normandie in
Francia ed il Theater Magdeburg
in Germania. Centoquaranta
repliche
hanno luogo entro l’inizio
dell’estate in ventisei
citta`italiane
(tra cui Roma e Milano), le altre
dall’autunno 2015 al giugno 2016
in Belgio, Francia e Germania.
Ma si parla gia`di tourne´e alle
Canarie,
negli Usa e forse in Asia.
Di che si tratta? Di un’opera
legata
all’Expo di Milano: Milo, Maya
e il giro del mondo.
Un atto unico,
di poco piu` di un’ora, in cui tre
adolescenti (due in bicicletta ed
uno in moto) fanno « il giro del
mondo » pur restando nella grande
citta` europea in cui vivono:
visitano,
il primo giorno delle vacanze
estive, i quartieri etnici,
gustandone
il cibo ed imparando a
conoscere gli abitanti ed i loro
usi
e costumi. Non per nulla, la
nutrizione
e l’ambiente sono i temi fondanti
dell’Expo. Non e`ne´un’operetta
ne´un musical, ma un opera
vera e propria, anche se per
adolescenti.
Milo, Maya e il giro del mondo si
ascolta con facilita`ed in certi
momenti
il pubblico e`chiamato a
intervenire
come coro indubbiamente
accattivante sotto l’aspetto
teatrale
e musicale, l’opera ha comportato
un grande sforzo per effettuare
accordi non solo fra i vari
partner ed assicurare una vasta
circuitazione; ad esempio, a Roma
le recite sono parte della
stagione
dell’Accademia Filarmonica
Romana ed a Milano di quella dell’Arcimboldi.
Altre due opere sono
state approntate per l’Expo di
Milano:
Le Ventre de Paris (che
sara`
al Teatro Grassi di Milano e di
cui
si programmano tra Italia, Francia
e Portogallo una ventina di
rappresentazioni) e CO2 di Giorgio
Battistelli, il compositore piu`
rappresentato al mondo di cui la
Scala ha programmato unicamente
sei recite.
Nei tre lustri in cui ho vissuto a
Washington (non certo una della
capitali americane delle musica)
ogni anno venivano presentate
almeno
due novita`assolute: o venivano
da altri teatri o decollavano
dalla
capitale per andare altrove. Negli
anni Settanta, ciascuna poteva
contare su una cinquantina di
repliche
spalmate su una dozzina di
teatri e di citta`. Non solo per
ammortizzare
i costi (il cachet per
ogni sera di un artista per trenta
sere e`differente da quello
richiesto
per quattro sere) ma anche per
fare
aggiustamenti e valutare se ripresentare
la produzione in altri teatri
ed altre citta`, gli anni
successivi.
Senza dubbio non ci si puo`basare
solo su opere per ragazzi, ma
perche
´non si sono riprese opere che
hanno entusiasmato il pubblico di
tutte le eta`(e che si
rappresentano
all’estero) come, tanto per fare
un
esempio, Senso di Marco
Tutino?
Si impari a competere, nel senso
etimologico di cumpetere,
cercare
insieme.
Giuseppe Pennisi
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