giovedì 26 marzo 2015

Duecento repliche per un’opera contemporanea in Musica aprile



Duecento repliche per un’opera contemporanea
Nel 2015-2016 le
statistiche sulla
produttivita`media
dei teatri
italiani fara` un
forte balzo in
avanti grazie ad
un’unica produzione, per di piu`
una prima mondiale, di un giovane
compositore, Matteo Franceschini,
e d’una giovane librettista,
Lisa Capaccioli. Prima ancora che
si alzasse il sipario per il debutto
(24 febbraio), sulla base di testo e
di musica l’opera ha ottenuto un
importante riconoscimento internazionale,
il « Premio Fedora -
Rolf Liebermann ». Sono programmate
circa 200 repliche e le vendite
stanno andando benissimo.
Il lavoro non e`frutto di una delle
grandi fondazioni, che hanno sı`
migliorato la loro produttivita`, soprattutto
grazie alle attivita` della
Fenice, della Scala e del Teatro dell’Opera
di Roma, ma il cui numero
annuale di rappresentazioni resta
ancora ben al di sotto della media
dei maggiori teatri dell’Unione
Europa. Il merito e`dell’AsLiCo,
che, per questa produzione, condivide
lo sforzo con l’Ope´ra Royal de
Wallonie, in Belgio, l’Ope´ra de
Rouen - Haute Normandie in
Francia ed il Theater Magdeburg
in Germania. Centoquaranta repliche
hanno luogo entro l’inizio
dell’estate in ventisei citta`italiane
(tra cui Roma e Milano), le altre
dall’autunno 2015 al giugno 2016
in Belgio, Francia e Germania.
Ma si parla gia`di tourne´e alle Canarie,
negli Usa e forse in Asia.
Di che si tratta? Di un’opera legata
all’Expo di Milano: Milo, Maya
e il giro del mondo. Un atto unico,
di poco piu` di un’ora, in cui tre
adolescenti (due in bicicletta ed
uno in moto) fanno « il giro del
mondo » pur restando nella grande
citta` europea in cui vivono: visitano,
il primo giorno delle vacanze
estive, i quartieri etnici, gustandone
il cibo ed imparando a
conoscere gli abitanti ed i loro usi
e costumi. Non per nulla, la nutrizione
e l’ambiente sono i temi fondanti
dell’Expo. Non e`ne´un’operetta
ne´un musical, ma un opera
vera e propria, anche se per adolescenti.
Milo, Maya e il giro del mondo si
ascolta con facilita`ed in certi momenti
il pubblico e`chiamato a intervenire
come coro indubbiamente
accattivante sotto l’aspetto teatrale
e musicale, l’opera ha comportato
un grande sforzo per effettuare
accordi non solo fra i vari
partner ed assicurare una vasta
circuitazione; ad esempio, a Roma
le recite sono parte della stagione
dell’Accademia Filarmonica
Romana ed a Milano di quella dell’Arcimboldi.
Altre due opere sono
state approntate per l’Expo di Milano:
Le Ventre de Paris (che sara`
al Teatro Grassi di Milano e di cui
si programmano tra Italia, Francia
e Portogallo una ventina di
rappresentazioni) e CO2 di Giorgio
Battistelli, il compositore piu`
rappresentato al mondo di cui la
Scala ha programmato unicamente
sei recite.
Nei tre lustri in cui ho vissuto a
Washington (non certo una della
capitali americane delle musica)
ogni anno venivano presentate almeno
due novita`assolute: o venivano
da altri teatri o decollavano dalla
capitale per andare altrove. Negli
anni Settanta, ciascuna poteva
contare su una cinquantina di repliche
spalmate su una dozzina di
teatri e di citta`. Non solo per ammortizzare
i costi (il cachet per
ogni sera di un artista per trenta
sere e`differente da quello richiesto
per quattro sere) ma anche per fare
aggiustamenti e valutare se ripresentare
la produzione in altri teatri
ed altre citta`, gli anni successivi.
Senza dubbio non ci si puo`basare
solo su opere per ragazzi, ma perche
´non si sono riprese opere che
hanno entusiasmato il pubblico di
tutte le eta`(e che si rappresentano
all’estero) come, tanto per fare un
esempio, Senso di Marco Tutino?
Si impari a competere, nel senso
etimologico di cumpetere, cercare
insieme.
Giuseppe Pennisi

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