Perché i campioni nazionali del futuro parleranno spagnolo
Chi saranno i campioni nazionali del futuro? E chi li finanzierà? Non si tratta di conglomerati industriali (fabbriche e ciminiere) o di finanziarie “troppo-grandi-da-poter-fallire” con gnomi di Zurigo o di Singapore annidati in varie parte del mondo nel “gran casinò” dei tassi di cambio. Ma di gambe e muscoli da conquistare a suon di valuta pregiata.
Il tema è stato sviscerato da Javier Santiso che, con in tasca due passaporti (spagnolo e francese), è stato a lungo direttore del paludato Centro per lo Sviluppo dell’Ocse, dopo un periodo da enfant prodige a Telefònica prima di approdare alla maggiore Business School di Barcelona, dove guida il dipartimento di Economia internazionale e geopolitica. In un saggio in corso di pubblicazione, Santiso prende l’avvio da una constatazione: il ciclista spagnolo Alberto Contador ha vinto il Tour de France per la seconda volta nel 2010, soprattutto in quanto la squadra aveva le spalle robuste poiché finanziata da Samruk-Kazina, il fondo sovrano del ricco Kazakhtan, e dotata quindi di tutto il supporto tecnico-logistico più moderno.
Uno dei fondi sovrani cinesi (il CIC) starebbe per rilevare la squadra di calcio del Liverpool; d’altronde, già adesso fondi russi e medio-orientali sono azionisti di varie squadre della Premier League. Attenzione, Samrurk-Kazina ha concorrenti: si starebbe risvegliando l’interesse per il Liverpool (e per il Newcastle) del fondo sovrano degli Emirati, il Dubai International Capital, che aveva già tentato un’Opa prima della crisi 2008-2009 e ha nel proprio portafoglio azioni del Milan, dell’Olympiakos, dell’Amburgo, dell’Arsenal e del Paris Saint Germain – in breve un bel giardinetto di squadre di calcio. Il fondo sovrano libico punta, naturaliter, sulla Juventus (è da tempo azionista della Fiat e di Unicredit). Dal canto loro, gli oligarchi russi controllano la Zenit di San Pietroburgo, ma fanno sentire la loro voce (ossia i loro denari) nella tedesca Scjalke04; grazie alla Grazprom, Raul ha lasciato il Real Madrid e firmato un ingaggio quadriennale con Schalke04. Un altro nuovo ricco, il fondo della coreana Samsung, ha investito 14 milioni di dollari nel Chelsea controllato dal russo Roman Abramovich.
E’ un mercato molto dinamico: l’analisi di Javier Santiso conferma un’intuizione di Xavier Sala i Martin (altro economista di rango) il quale alcuni anni fa sottolineò come la finanza dei paesi emergenti cerca “simboli” che certifichino come i governi dei paesi in questione sono non solo alla pari ma anche superiori agli altri: le Olimpiadi in Cina – argomentò anni fa Xavier Sala i Martin – sono state una prova consistente del “miracolo economico” del Celeste Impero come quelle a Roma nel 1960 furono la dimostrazione di quello italiano.
Quale traiettoria per il futuro? Lo studio della Deloittle sull’economia e le finanze delle squadre di calcio europee nel 2010 sottolinea che quelle spagnole sono l’investimento potenzialmente migliore: si possono controllare a costi comparativamente contenuti e hanno calciatori e capitani tra i migliori del mondo. Si sussurra di una gara tra Adia (il fondo sovrano di Abu Dhabi) e Temasek (quello di Singapore) per conquistare il Real Madrid. Starebbe entrare alla grande nel settore (con il cannocchiale puntato sulla Spagna ed i suoi stadi) il maggior fondo cinese, Safe. E' probabile che i campioni del futuro parleranno castiliano.
© - FOGLIO QUOTIDIANO
di Giuseppe Pennisi
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