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CLT - Musica, applausi a Santa Cecilia per la celebrazione di Mahler
Roma, 17 nov (Il Velino) - Pullulano nelle maggiori città della musica le iniziative per celebrare i 150 anni dalla nascita e i 100 dalla morte di Gustav Mahler. Roma è l’unica città europea in cui è in atto una vera e propria “concorrenza” tra due grandi orchestre sinfoniche: quella, poco più che centenaria, dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (per il calendario completo www.santacecilia.it) e quella della più giovane (non ancora dieci anni di vita e un’età media degli orchestrali sulla trentina) Orchestra sinfonica di Roma ( www.orchestrasinfonicadiroma.it). Entrambe programmano una quasi-integrale del compositore boemo. “Quasi”, perché l’Osr non ha in cartellone l’ottava sinfonia che richiede almeno 500 esecutori, mentre Santa Cecilia non prevede la decima (incompleta) e numerosi lieder. A tre dei quattro direttori ascoltati sino ad ora sono affidati gran parte dei 15 concerti ancora in programma sino a novembre 2011: Antonio Pappano, Valery Gerviev e Francesco La Vecchia. L’ultimo concerto allestito è la quinta sinfonia, la cui direzione è stata affidata a Gergiev. E’ una delle sinfonie mahleriane più spesso eseguite a Roma con i complessi dell’Accademia. Nel 2008 la diresse Christian Arming, nel 2003 Gary Bertini, nel 2002 Myung Whung Chung. E’ stata ascoltata anche con due orchestre giovanili (una statunitense e una latino-americana) guidate rispettivamente da Michael Timpson Thomas e Gustavo Dudamel. E’ ancora vivo il ricordo di Giuseppe Sinopoli nel 1999, all’Auditorium di via della Concilazione, alla guida dell’Orchestra nazionale della Rai.
Sinfonia nota, in tre parti e cinque movimenti di cui uno, il terzo, è conosciutissimo: l’“Adagietto”, fu proprio Mahler a chiamarlo così, è un idillio per archi. E’ con i “Ruckert lieder”, uno dei lavori più dichiaratamente lirici del compositore di Kalischt, nonché uno dei più noti anche al pubblico che non frequenta le sale da concerto. E’ stato, infatti, usato (e spesso abusato in arrangiamenti vagamente sentimental-popolari) come accompagnamento di film: si pensi, ad esempio, a “Morte a Venezia” di Luchino Visconti, dove al lirismo dell’“Adagietto” venivano date improbabili intonazioni morbide, mentre si tratta di un omaggio del maturo compositore alla giovanissima moglie. Gergiev sottolinea con passione il distacco tra l’“Adagietto” e il resto della sinfonia, dai tre movimenti che lo precedono (la “marcia funebre” iniziale, il “tempestosamente mosso” e lo smisurato “scherzo”) al travolgente “rondò” conclusivo con cui Mahler esprime l’incredibile e vitalità dell’umanità. Il pubblico, che come si è detto, conosce bene la sinfonia grazie alle numerose esecuzioni negli ultimi anni, ha salutato con circa 10 minuti di applausi i 75 minuti del lavoro.
(Hans Sachs) 17 nov 2010 13:12
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