venerdì 29 ottobre 2010

Un Elisir innovativo che rispetta la tradizione MILANO FINANZA 30 Ottobre

inscena
Un Elisir innovativo che rispetta la tradizione
di Giuseppe Pennisi


Elisir d'Amore, la delicata commedia in musica di Franco Romani e Gaetano Donizetti, è stata spesso ambientata in agriturismi, pizzerie e anche postriboli. Il primo merito dell'allestimento in scena a La Fenice di Venezia fino al 10 novembre (e successivamente in altre piazze) è la regia di Beppe Morassi.
La sua lettura, affiancata alle scene e ai costumi di Gian Maurizio Fercioni segue, per molti punti di vista, la tradizione: fondali dipinti, teatro-nel-teatro, colori sfumati (non è una farsa, ma un dramma giocoso con punti di riflessione molto profondi). La recitazione è moderna-veloce, densa di ammiccamenti ma senza scivolare mai nel comico. Morassi condivide oneri e onori dello spettacolo con un giovane maestro concertatore, Matteo Beltrami, che si sta facendo le ossa anche all'estero (Dresda, San Pietroburgo). Il maestro merita di essere seguito con attenzione perché è una vera promessa per il teatro musicale italiano. L'Elisir richiede quattro cantanti-attori di classe per rendere credibile la vicenda del giovanotto povero che tenta di fare innamorare una bella possidente grazie a un filtro magico. La vera scoperta è Celso Albelo, nel ruolo che fu il preferito da Pavarotti. Desirée Rancatore conferma le sue doti: deve restare in questo repertorio per evitare il rischio di rovinarsi lo strumento vocale. Di livello Roberto De Candia e Bruno De Simone, impegnati in parti di cui sono veterani. (riproduzione riservata)

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