Bologna mette a nudo Ligeti e Bela Bartók
di Giuseppe Pennisi
Giunto alla ventottesima edizione, il Bologna Festival è una rara e importante eccezione nel panorama musicale italiano. Sostenuto quasi interamente da sponsor privati ed enti territoriali, è, al tempo stesso, molto sobrio. Ha due sezioni: quella primaverile dedicata ai grandi interpreti e quella autunnale in cui il nuovo viene messo a confronto con l'antico.
Questa seconda tranche, dedicata in gran misura a György Ligeti, è iniziata con un prezioso concerto pianistico di Pietro De Matia in cui studi di Ligeti e Bela Bartók sono stati confrontati con quelli di Fryderyk Chopin. L'evento è proseguito con un concerto del pianista polacco Jakub Tchorzewski in cui Ligeti e Bartók sono stati giustapposti a uno dei maggiori compositori del Novecento storico Sandòr Veress. Il resto del programma (www.bolognafestival.it) si sposta gradualmente verso l'antico. Un interprete d'eccezione, Jordi Savall, dedica una serie di concerti a musiche per viola da gamba di Monsieur de Sainte-Colombe e Marin Marais. Il festival si conclude con Beethoven affidato a Gidon Kremer e Krystian Zimerman. Oltre ai concerti di Savall (7-9 novembre), è consigliabile il Face Quartet che l'11 ottobre raffronta Brahms con Ligeti e Bartók. Una politica di prezzi contenuti (l'abbonamento ai 10 concerti autunnali costa 100 euro per gli adulti e 50 per i giovani) favorisce l'affluenza di un pubblico in cui sono molto presenti le nuove generazioni. Un programma speciale per ragazzi attuato nel 2007 ne ha coinvolti finora 12 mila. (riproduzione riservata)
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