sabato 26 maggio 2018

Ravenna celebra il sogno di Luther King in il Dubbio 26 maggio


50 ANNI DALLA MORTE L’OMAGGIO DEL FESTIVAL MUSICALE
Ravenna celebra il sogno di Luther King
GIUSEPPE PENNISI
Se Pesaro può essere considerata la Bayreuth sull’Adriatico, con il suo festival rossiniano, Ravenna ne è diventata la Salisburgo. Grazie a una sequenza di festival per tutto l’anno. Il più importante è quello estivo ( che dura circa due mesi e utilizza circa dieci luoghi di spettacolo, dal magnifico Teatro Alighieri al grande auditorium De André alla Rocca Brancaleone a teatri di città e cittadine vicine): è un festival multidisciplinare ma tematico ( nel 2016 imperniato su Mandela, nel 2017 sul rapporto tra arte e potere negli anni della Rivoluzione Russa), e con un ciclo dantesco sempre presente ( la tomba dell’Alighieri è nel centro della città quasi di fronte al teatro a lui intitolato). In ottobre, giunge una “trilogia d’autunno” ( tre opere o balletti su un argomento preciso). In inverno e primavera si alternano una “stagione lirica di tradizione”, una stagione di prosa e una stagione di concerti-Ravenna è la “casa” della Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone e nota in tutto il mondo..
Ravenna Manifestazioni – l’azienda che gestisce il complesso programma ( circa 200 spettacoli in una città di 180mila abitanti, le dimensioni di Salisburgo) – ha una cinquantina di sponsor e collaboratori. Stime econometriche indicano che un dollaro di contributo pubblico ne produce otto di valore aggiunto all’economia del territorio.
Questa estate e questo autunno, i due festival hanno tematiche differenti: Il festival estivo ( 1 giugn- 22 luglio) esplora l’Ameri- ca di Marin Luther King, nel cinquantenario del suo assassinio. Riprende anche il percorso dantesco ( uno dei temi fondanti della manifestazione sino al 2021) Il festival autunnale ( 23 novembre. 2 dicembre) sarà, invece, una trilogia verdiana ( Rigoletto, Nabucco, Otello) imperniata sul potere.
We Have a Dream: la XXIX edizione di Ravenna Festival ricorda Martin Luther King, simbolo della lotta per i diritti civili. Ero a Washington studente a redigere un paper nel mio appartamentino quando mi giunse una telefona della persona che da allora ( o quasi) è mia moglie per informarmi dell’assassinio di King e dei moti popolari che stavano iniziando. Le dissi di correre da me e della terrazza dell’immobile vedevano il centro della capitale degli Stati Uniti in fiamme. Il coprifuoco durò una settimana.
A mezzo secolo dalla morte, le sue parole offrono l’occasione per una polifonia di suggestioni che da un lato scorre Nelle vene dell’America - terra del sogno per eccellenza - e dall’altro viene celebrata nella sezione Il canto ritrovato della cetra la resistenza della musica alle oppressioni. Il programma è scandito dal susseguirsi di nomi prestigiosi e amatissimi dal pubblico ed il Festival non dimentica la voce stessa della città, con la quale continua a sognare una manifestazione capace di celebrarne il patrimonio unico al mondo Da sempre tra i sogni che il Festival ha saputo sognare, il ponte di fratellanza de Le vie dell’amicizia raggiunge quest’anno Kiev. È ancora una “chiamata” ad arricchire la geografia delle Vie dell’amicizia: arriva dal cuore più antico e profondo dell’universo slavo, da quel lembo di fertile terra ai confini orientali dell’Europa, provata dagli eventi della storia, ma sempre pronta a trovare nuova linfa nel segno di una cultura e di tradizioni millenarie. Sotto il gesto di Riccardo Muti, i “nostri” musicisti si uniranno a quelli della capitale ucraina, ma anche ai giovani artisti della lontana Mariupol’, teatro quotidiano di conflitti e incomprensioni. E allora, l’anelito alla giustizia e all’uguaglianza dei popoli che attraversa le parole di Abramo Lincoln, incastonate nella musica di Copland ( voce recitante John Malkovich), incontrerà la spiritualità laica di Giuseppe Verdi, in quella “liturgia” dello stare insieme nel canto e nella musica, che è la chiave della vera libertà. A Ravenna Riccardo Muti dirigerà inoltre l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino nel Macbeth in forma di concerto e l’Orchestra Cherubini con il violino dei Wiener Philharmoniker Wilfried Hedenborg.
Sul podio anche Wayne Marshall, Valery Gergiev, Dennis Russel Davies, David Fray e James Conlon; mentre la sezione danza vede il ritorno di Bill T. Jones ed Emio Greco con due prime nazionali ( rispettivamente A Letter to My Nephew e Apparizione).
Il Festival esplora inoltre il contributo degli Stati Uniti - grande melting pot di culture, etnie, religioni e lingue - nel definire la musica come la conosciamo oggi: oltre a Cole Porter con Kiss Me Kate nella produzione di Opera North, la manifestazione celebra Leonard Bernstein nel centenario della nascita nonché il minimalismo di Riley, Glass e Reich. Tra le highlights il poliedrico rocker d’avanguardia David Byrne dei Talking Heads, il brillante Stefano Bollani e l’invasione delle 100 chitarre elettriche in omaggio allo strumento principe della popular music. Il ricordo di Martin Luther King viene quindi coniugato non solo con la musica del suo tempo ( come in marzo ed aprile è avvenuto al Printemps des Arts di Montecarlo) ma anche con un ponte con quella tormentata Ucraina dove il messaggio We Have a Dream è oggi quanto mai attuale. Un altro strumento - la cetra - è simbolo della capacità della musica di trovare le ragioni e la forza di rigenerarsi anche di fronte alla disillusione delle avanguardie e ai regimi dispotici: in questa sezione trovano spazio autori quali Alfred Schittke, Arvo Pärt e Valentin Silvestrov, quest’ultimo ospite del Festival cui sarà dedicato un percorso monografico che include il concerto dell’Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera Nazionale d’Ucraina.
Le basiliche di Ravenna accoglieranno cori di fama internazionale: dagli estoni Heinavanker agli inglesi The Sixteen che si esibiranno in un concerto intitolato al salmo Super flumina Babylonis che lamenta l’esilio del popolo ebraico ( da cui il riferimento alla cetra). A L’arte della fuga di J. S. Bach sarà invece dedicato il concerto di Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone.
Tanti gli appuntamenti a teatro di prosa: dalla Napoli de L’amica geniale, nuova creazione di Fanny & Alexander, e di Tango glaciale di Mario Martone, riallestito nell’ambito del progetto RiC. Ci; al confronto con il punto di vista islamico in Lettere a Nour di Rachid Benzine, prima nazionale con Franco Branciaroli, e in Maryam nell’interpretazione di Ermanna Montanari ( Teatro delle Albe); fino all’Antigone di Sofocle riletta da Elena Bucci e Marco Sgrosso. Si rinnova infine il doppio appuntamento quotidiano ai Chiostri Francescani, con l’omaggio a Dante delle 11, e alla basilica di San Vitale, con i Vespri delle 19.
http://ildubbio.ita.newsmemory.com/newsmemvol1/italy/ildubbio/20180526/20180526_dubbio_dubbio_a10.pdf.0/img/Image_1.jpghttp://ildubbio.ita.newsmemory.com/newsmemvol1/italy/ildubbio/20180526/20180526_dubbio_dubbio_a10.pdf.0/img/Image_0.jpg
LE PAROLE DI UNO DEI PIÙ IMPORTANTI SIMBOLI DELLA LOTTA PER I DIRITTI CIVILI OFFRONO L’OCCASIONE PER UNA POLIFONIA DI SUGGESTIONI MUSICALI E POETICHE


Copyright (c)2018 Il Dubbio, Edition 26/5/2018
Pow

Nessun commento: