50 ANNI
DALLA MORTE L’OMAGGIO DEL FESTIVAL MUSICALE
Ravenna
celebra il sogno di Luther King
GIUSEPPE
PENNISI
Se Pesaro
può essere considerata la Bayreuth sull’Adriatico, con il suo festival rossiniano,
Ravenna ne è diventata la Salisburgo. Grazie a una sequenza di festival per
tutto l’anno. Il più importante è quello estivo ( che dura circa due mesi e
utilizza circa dieci luoghi di spettacolo, dal magnifico Teatro Alighieri al
grande auditorium De André alla Rocca Brancaleone a teatri di città e cittadine
vicine): è un festival multidisciplinare ma tematico ( nel 2016 imperniato su
Mandela, nel 2017 sul rapporto tra arte e potere negli anni della Rivoluzione
Russa), e con un ciclo dantesco sempre presente ( la tomba dell’Alighieri è nel
centro della città quasi di fronte al teatro a lui intitolato). In ottobre,
giunge una “trilogia d’autunno” ( tre opere o balletti su un argomento
preciso). In inverno e primavera si alternano una “stagione lirica di
tradizione”, una stagione di prosa e una stagione di concerti-Ravenna è la
“casa” della Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone e nota in tutto il
mondo..
Ravenna
Manifestazioni – l’azienda che gestisce il complesso programma ( circa 200
spettacoli in una città di 180mila abitanti, le dimensioni di Salisburgo) – ha
una cinquantina di sponsor e collaboratori. Stime econometriche indicano che un
dollaro di contributo pubblico ne produce otto di valore aggiunto all’economia
del territorio.
Questa estate
e questo autunno, i due festival hanno tematiche differenti: Il festival estivo
( 1 giugn- 22 luglio) esplora l’Ameri- ca di Marin Luther King, nel
cinquantenario del suo assassinio. Riprende anche il percorso dantesco ( uno
dei temi fondanti della manifestazione sino al 2021) Il festival autunnale ( 23
novembre. 2 dicembre) sarà, invece, una trilogia verdiana ( Rigoletto, Nabucco,
Otello) imperniata sul potere.
We Have a
Dream: la XXIX
edizione di Ravenna Festival ricorda Martin Luther King, simbolo della lotta
per i diritti civili. Ero a Washington studente a redigere un paper nel mio
appartamentino quando mi giunse una telefona della persona che da allora ( o
quasi) è mia moglie per informarmi dell’assassinio di King e dei moti popolari
che stavano iniziando. Le dissi di correre da me e della terrazza dell’immobile
vedevano il centro della capitale degli Stati Uniti in fiamme. Il coprifuoco
durò una settimana.
A mezzo
secolo dalla morte, le sue parole offrono l’occasione per una polifonia di
suggestioni che da un lato scorre Nelle vene dell’America - terra del
sogno per eccellenza - e dall’altro viene celebrata nella sezione Il canto
ritrovato della cetra la resistenza della musica alle oppressioni. Il
programma è scandito dal susseguirsi di nomi prestigiosi e amatissimi dal
pubblico ed il Festival non dimentica la voce stessa della città, con la quale
continua a sognare una manifestazione capace di celebrarne il patrimonio unico
al mondo Da sempre tra i sogni che il Festival ha saputo sognare, il ponte di
fratellanza de Le vie dell’amicizia raggiunge quest’anno Kiev. È ancora
una “chiamata” ad arricchire la geografia delle Vie dell’amicizia:
arriva dal cuore più antico e profondo dell’universo slavo, da quel lembo di
fertile terra ai confini orientali dell’Europa, provata dagli eventi della
storia, ma sempre pronta a trovare nuova linfa nel segno di una cultura e di
tradizioni millenarie. Sotto il gesto di Riccardo Muti, i “nostri” musicisti si
uniranno a quelli della capitale ucraina, ma anche ai giovani artisti della
lontana Mariupol’, teatro quotidiano di conflitti e incomprensioni. E allora,
l’anelito alla giustizia e all’uguaglianza dei popoli che attraversa le parole
di Abramo Lincoln, incastonate nella musica di Copland ( voce recitante John Malkovich),
incontrerà la spiritualità laica di Giuseppe Verdi, in quella “liturgia” dello
stare insieme nel canto e nella musica, che è la chiave della vera libertà. A
Ravenna Riccardo Muti dirigerà inoltre l’Orchestra del Maggio Musicale
Fiorentino nel Macbeth in forma di concerto e l’Orchestra Cherubini con
il violino dei Wiener Philharmoniker Wilfried Hedenborg.
Sul podio
anche Wayne Marshall, Valery Gergiev, Dennis Russel Davies, David Fray e James
Conlon; mentre la sezione danza vede il ritorno di Bill T. Jones ed Emio Greco
con due prime nazionali ( rispettivamente A Letter to My Nephew e
Apparizione).
Il Festival
esplora inoltre il contributo degli Stati Uniti - grande melting pot di
culture, etnie, religioni e lingue - nel definire la musica come la conosciamo
oggi: oltre a Cole Porter con Kiss Me Kate nella produzione di Opera
North, la manifestazione celebra Leonard Bernstein nel centenario della nascita
nonché il minimalismo di Riley, Glass e Reich. Tra le highlights il poliedrico
rocker d’avanguardia David Byrne dei Talking Heads, il brillante Stefano
Bollani e l’invasione delle 100 chitarre elettriche in omaggio allo strumento
principe della popular music. Il ricordo di Martin Luther King viene quindi
coniugato non solo con la musica del suo tempo ( come in marzo ed aprile è
avvenuto al Printemps des Arts di Montecarlo) ma anche con un ponte con quella
tormentata Ucraina dove il messaggio We Have a Dream è oggi quanto mai
attuale. Un altro strumento - la cetra - è simbolo della capacità della musica
di trovare le ragioni e la forza di rigenerarsi anche di fronte alla
disillusione delle avanguardie e ai regimi dispotici: in questa sezione trovano
spazio autori quali Alfred Schittke, Arvo Pärt e Valentin Silvestrov,
quest’ultimo ospite del Festival cui sarà dedicato un percorso monografico che
include il concerto dell’Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera Nazionale
d’Ucraina.
Le basiliche
di Ravenna accoglieranno cori di fama internazionale: dagli estoni Heinavanker
agli inglesi The Sixteen che si esibiranno in un concerto intitolato al salmo
Super flumina Babylonis che lamenta l’esilio del popolo ebraico ( da cui il
riferimento alla cetra). A L’arte della fuga di J. S. Bach sarà invece dedicato
il concerto di Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone.
Tanti gli
appuntamenti a teatro di prosa: dalla Napoli de L’amica geniale, nuova
creazione di Fanny & Alexander, e di Tango glaciale di Mario Martone,
riallestito nell’ambito del progetto RiC. Ci; al confronto con il punto di
vista islamico in Lettere a Nour di Rachid Benzine, prima nazionale con Franco
Branciaroli, e in Maryam nell’interpretazione di Ermanna Montanari ( Teatro
delle Albe); fino all’Antigone di Sofocle riletta da Elena Bucci e Marco
Sgrosso. Si rinnova infine il doppio appuntamento quotidiano ai Chiostri
Francescani, con l’omaggio a Dante delle 11, e alla basilica di San Vitale, con
i Vespri delle 19.
LE PAROLE DI
UNO DEI PIÙ IMPORTANTI SIMBOLI DELLA LOTTA PER I DIRITTI CIVILI OFFRONO
L’OCCASIONE PER UNA POLIFONIA DI SUGGESTIONI MUSICALI E POETICHE
Copyright
(c)2018 Il Dubbio, Edition 26/5/2018
Pow
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