giovedì 17 maggio 2018

Guerre commerciali tra vecchie radici e scenari cambiati in Avvenire 18 maggio


Guerre commerciali tra vecchie radici e scenari cambiati
Le guerriglie commerciali, che minacciano di diventare guerre e mettere a repentaglio lo sviluppo dell’economia internazionale, vengono da lontano. L’Organizzazione mondiale per il commercio (Omc), e l’accordo generale sulle tariffe e sui commerci (General agreement on tariffs and trade: Gatt) si basano sul principio della 'non discriminazione', la clausola della 'nazione più favorita' in base alla quale qualsiasi concessione commerciale uno Stato fa ad un altro si estende automaticamente a tutte le nazioni che hanno contratto l’accordo e fanno parte dell’organizzazione. Il secondo cardine è il principio della 'reciprocità': A fa concessioni a B in quanto anche B fa concessioni di pari portata ad A. Negli anni sessanta del secolo scorso sono state introdotte deroghe per favorire le nazioni a basso reddito e dare alle loro merci l’opportunità di avere accesso ai mercati delle nazioni ad alto reddito, senza che, di converso, i loro mercati, e le loro industrie nascenti, venissero inondati da importazioni dai Paesi sviluppati. L’Omc ha articolato queste regole in modo più completo ed ha sviluppato un corpo giuridico coerente e coesivo, un vero e proprio codice con un ramo arbitrario ed uno giurisdizionale.
Tuttavia, il Gatt, ed in gran misura anche l’Omc, sono principalmente il frutto di un mondo in cui le dialettiche commerciali erano essenzialmente tra le due sponde dell’Atlantico e riflettono, quindi, un mondo in cui erano principalmente Usa e Ue i due maggiori contendenti sui mercati mondiali, soprattutto due economia di mercato. Le deroghe per i Paesi poveri riguardavano una frazione poco significativa del commercio mondiale. Dagli ultimi lustri del secolo scorso la situazione del commercio mondiale è drasticamente cambiata a ragione di due fenomeni: a) l’emergere di nuovi protagonisti sulla scena commerciale mondiale (India, Cina, Brasile , Russia); b) il nascere di grandi mercati comuni dal Nafta (area di libero scambio nord-americana) al Mercosur (tra un gruppo di Stati del Sud America). Quindi, il mondo del commercio internazionale è fortemente cambiato e diventato molto più complesso.
Ora la politica della Presidenza Trump può essere vista o come mero protezionismo, peraltro piuttosto estemporaneo e contraddittorio, a tutela di questo o quel gruppo di pressione interno o come uno strumento forse un po’ goffo per buttare un sasso nello stagno e rilanciare la Doha Development Agenda (grande negoziato promosso dall’Omc, iniziato nel 2001 ed interrotto, non chiuso, nel 2015) oppure ancora come un bersaglio che mira ad altri obiettivi. Singolare il conflitto con Cina: l’import americano dal Celeste Impero è pari ad appena l’1% del Pil Usa mentre le esportazioni degli Stati Uniti alla volta della Cina sono pari al 4% del Pil di quest’ultima. In questo caso è chiaro che lo scopo non è l’accesso al mercato cinese ma un mezzo di pressione nei confronti della ’pirateria’ in materia di brevetti e proprietà intellettuale.
Giuseppe Pennisi
© RIPRODUZIONE RISERV

Nessun commento: