Puccini sfida Puccini. A colpi
di Turandot e Madama Butterfly
luglio 21, 2015 Giuseppe
Pennisi
Nell’estate della lirica il confronto tra due festival pucciniani: il più
“tradizionale” di Torre del Lago e quello di Roma, con allestimenti che fanno
discutere
Questa estate una sfida tra due festival pucciniani. A Torre del Lago (Lu),
il 25 luglio inizia il 61esimo Festival pucciniano con un nuovo allestimento
della Tosca. Seguiranno, sino a fine agosto, Turandot, Madama
Butterfly e Il Trittico. La rassegna si svolge sulla riva del
lago di Massaciuccoli, in un bel teatro all’aperto, gli allestimenti sono di
solito tradizionali anche per soddisfare un pubblico composto, in una buona
misura, di villeggianti in Versilia.
Intanto, alle Terme di Caracalla, sede estiva del Teatro dell’Opera di
Roma, è in corso sino all’8 agosto un altro festival pucciniano. In una città
di quattro milioni e mezzo di abitanti, il pubblico è in gran misura italiano
ma, nell’anfiteatro di 3.700 posti, non mancano folte schiere di stranieri
abbagliati dalla grandiosità e dalla bellezza delle rovine. Gli allestimenti,
qui, sono innovativi per soddisfare spettatori che godono già di una
ricca stagione invernale e che vengono da tutto il mondo.
Il calendario a Caracalla include tre delle opere più note del
compositore scadenzate in modo che si possano vedere in tre serate successive: Madama
Bufferfly, Turandot, e Bohème. Il terzo spettacolo (foto in
alto) è una ripresa della semplice ma interessante messa in scena dell’anno
scorso (regia Davide Livermore, maestro concertatore Paolo Arrivabeni): un
gioco di specchi e proiezioni della pittura impressionista che già ebbe
successo nell’estate 2014.
Gli altri due sono nuovi allestimenti innovativi che fanno discutere. In Butterfly
(allestimento de Àlex Ollé del gruppo sperimentale “La Fura dels Baus”) la
vicenda è portata ai giorni nostri e Pinkerton è un vero gaglioffo in cerca di
minorenni – come nella prima edizione dell’opera (1904) che Puccini modificò
profondamente per quella del 1906, ora di uso corrente – e non è
più un ufficiale di marina (come da libretto) ma un palazzinaro che si
arricchisce lottizzando nel Sol Levante. Ottima la parte musicale affidata a
Yves Abel, efficaci Asmik Grigorian e Angelo Villari (i due protagonisti),
molto belle le scene che nella prima parte mostrano la verde collina di
Nagasaki e nella seconda le devastazioni delle sua cementificazione. Un omaggio
indiretto ai temi dell’Expo; del resto non pochi stranieri uniscono la visita
alle Terme di Caracalla con una all’esposizione a Milano.
Turandot invece è letta da Denis Krief (autore di regia, scene, costumi e luci)
come una visione di un Calaf psicologicamente tormentato. Ricorda il teatro
stilizzato degli anni in cui venne scritta l’opera. Concerta con grande perizia
Juraj Valčuha; tra le voci (tutte di livello), tre spiccano tra le
altre: Jorge De Lèon (Calaf), Iréne Theorin (Turandot) e Maria Katzavara (Liù).
Di grande livello il coro.
Queste regie innovative attirano nuovo pubblico: molti i giovani nella
cavea (anche grazie adun adeguata politica di prezzi), platea di 3.700 posti
alle Terme di Caracalla. Nei primi sei mesi del 2015 la biglietteria ha
incassato tanto quanto in tutto il 2014.
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