giovedì 16 luglio 2015

I rubinetti della Bce rischiano di restare chiusi in Avvenire 16 luglio


I rubinetti della Bce rischiano di restare chiusi

GIUSEPPE PENNISI

Oggi si riunisce il Consiglio Direttivo della Banca centrale europea, una riunione che sarà cruciale, specialmente dopo la risposta del Parlamento di Atene alle dure condizioni chieste dall’Europa in cambio della una nuova ventata di supporto finanziario. Lunedì scorso, al termine di una sessione straordinaria non priva di tensioni, il Consiglio (il più alto organo politico della Bce) ha deciso di mantenere l’assistenza di emergenza alle banche greche entro il tetto prestabilito di 89 milioni di euro. Dai dati che giungono dagli uffici Bce, tale tetto pare essere molto prossimo ad essere raggiunto Oppure già raggiunto. Quindi, senza un’’operazione ponte', il sistema bancario greco sarebbe prestissimo all’asciutto.

Tra le proposte nell’intesa raggiunta lunedì mattina, viene indicato 'un prestito ponte' Bce ; circa 25 miliardi degli 86 in totale delineati nell’intesa servirebbe a ricapitalizzare le maggiori banche (si tratterebbe di quattro istituti) e a 'consolidare' molti degli altri (o tramite fusioni e concentrazioni oppure tramite ’risoluzioni’ ossia scioglimento). In parallelo, verrebbe rafforzata l’attività di supervisione della Bce sugli istituti di credito greci. Le quattro 'grandi' hanno superato l’esame (lo stress test) lo scorso anno ma a Francoforte si teme che la crisi degli ultimi dieci mesi abbia peggiorato la situazione. Alcuni esponenti dell’euro sistema dubitano, poi, della qualità dei dati esaminati del 2014. Infine, la Bce vuole accertarsi che la Grecia sia in grado di fare fronte ai propri impegni nei confronti della Banca dell’euro: una rata di 4,25 miliardi di euro scade lunedì prossimo. In breve, le decisioni del Consiglio non dipenderanno unitamente dalle delibere del Parlamento di Atene (che tutti si augurano vadano nel senso di un accordo su punti specifici non solo di un’approvazione obtorto collo dell’intesa di lunedì scorso) ma anche da numerosi temi di stretta competenza della Bce in un contesto in cui, all’interno dell’istituzione, non mancano profonde differenze di punti di vista e di scuole di pensiero.

È noto che numerosi Paesi (non solo la Germania ed i nordici) ma anche neo-comunitari (come Slovacchia e Slovenia) e mediterranei (come Portogallo e Malta) ritengano che le 'istituzioni', i singoli Stati dell’eurozona e soprattutto la Bce si siano esposti troppo nei confronti della Grecia ed in particolare di banche decotte della Repubblica Ellenica. La riunione, quindi, non sarà facile. Si potrebbe arrivare al paradosso che il giorno dopo l’approvazione dell’intesa Grecia- resto dell’eurozona, la Bce non apra i rubinetti a numerose banche greche, con il conseguente collasso non solo del settore bancario ma anche di numerosi comparti produttivi.

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