I rubinetti della Bce rischiano di restare chiusi
GIUSEPPE PENNISI
Oggi
si riunisce il Consiglio Direttivo della Banca centrale europea, una riunione
che sarà cruciale, specialmente dopo la risposta del Parlamento di Atene alle
dure condizioni chieste dall’Europa in cambio della una nuova ventata di
supporto finanziario. Lunedì scorso, al termine di una sessione straordinaria
non priva di tensioni, il Consiglio (il più alto organo politico della Bce) ha
deciso di mantenere l’assistenza di emergenza alle banche greche entro il tetto
prestabilito di 89 milioni di euro. Dai dati che giungono dagli uffici Bce,
tale tetto pare essere molto prossimo ad essere raggiunto Oppure già raggiunto.
Quindi, senza un’’operazione
ponte', il sistema bancario greco sarebbe prestissimo all’asciutto.
Tra
le proposte nell’intesa raggiunta lunedì mattina, viene indicato 'un prestito
ponte' Bce ; circa 25 miliardi degli 86 in totale delineati nell’intesa
servirebbe a ricapitalizzare le maggiori banche (si tratterebbe di quattro
istituti) e a 'consolidare' molti degli altri (o tramite fusioni e
concentrazioni oppure tramite ’risoluzioni’ ossia scioglimento). In parallelo,
verrebbe rafforzata l’attività di supervisione della Bce sugli istituti di
credito greci. Le quattro 'grandi' hanno superato l’esame (lo stress test) lo
scorso anno ma a Francoforte si teme che la crisi degli ultimi dieci mesi abbia
peggiorato la situazione. Alcuni
esponenti dell’euro sistema dubitano, poi, della qualità dei dati esaminati del
2014. Infine, la Bce vuole accertarsi che la Grecia sia in grado di fare fronte
ai propri impegni nei confronti della Banca dell’euro: una rata di 4,25
miliardi di euro scade lunedì prossimo. In breve, le decisioni del Consiglio
non dipenderanno unitamente dalle delibere del Parlamento di Atene (che tutti
si augurano vadano nel senso di un accordo su punti specifici non solo di
un’approvazione obtorto collo dell’intesa di lunedì scorso) ma anche da
numerosi temi di stretta competenza della Bce in un contesto in cui,
all’interno dell’istituzione, non mancano profonde differenze di punti di vista
e di scuole di pensiero.
È noto che numerosi
Paesi (non solo la Germania ed i nordici) ma anche neo-comunitari (come Slovacchia
e Slovenia) e mediterranei (come Portogallo e Malta) ritengano che le
'istituzioni', i singoli Stati dell’eurozona e soprattutto la Bce si siano
esposti troppo nei confronti della Grecia ed in particolare di banche decotte
della Repubblica Ellenica. La riunione, quindi, non sarà facile. Si potrebbe
arrivare al paradosso che il giorno dopo l’approvazione dell’intesa Grecia-
resto dell’eurozona, la Bce non apra i rubinetti a numerose banche greche, con
il conseguente collasso non solo del settore bancario ma anche di numerosi
comparti produttivi.
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