venerdì 2 dicembre 2011

QUEI DOSSIER SUI NEGOZIATI PER SALVARE LA MONETA Il Riformista 2 dicembre

I LIBRI DEI MINISTRI – GIULIO TERZI DI SANT’AGATA
QUEI DOSSIER SUI NEGOZIATI PER SALVARE LA MONETA
Giuseppe Pennisi
L’Amb. Giulio Terzi di Sant’Agata, diventato in poche ore da Capo di quella che è ritenuta la più importante Ambasciata italiana (a Washington negli Usa) il responsabile politico del Ministero degli Affari Esteri, ha trovato sulla sua scrivania un ‘dossier’ scottante . E, soprattutto, molto differenti di quelli, squisitamente politici, di cui ha costellato la sua vita e la sua carriera . Si tratta del negoziato “per salvare l’euro”, in effetti per modificare- se possibile utilizzando qualche scorciatoia (ad esempio, l’art. 136 del Trattato di Lisbona) per riformare il Trattato di Maastricht, il patto di crescita e di stabilità, il protocollo interpretativo del 2005, il patto euro-plus e via discorrendo. La Farnesina non solo ha la guida della Rappresentanza italiana presso l’Unione Europea, UE, a Bruxelles ma ha da sempre una forte struttura interna che segue gli affari europei. Presiede anche il Comitato Inter-ministeriale (CIACE) creato a questo scopo.
Se, però, il Ministro in prima persona non padroneggia gli intricati aspetti del ‘dossier’, c’è il rischio che al posto del conducente si siedano i colleghi di Via Venti Settembre.
Cosa fare? Un lavoro di Stephen Cecchetti, Micheal King e James Yetman (il Working Paper No. 351 della Banca per i Regolamenti Internazionali) si chiede se per superare la crisi finanziaria (e, quindi, la crisi dell’eurozona) occorre contare sulla Dea Fortuna o sulle “Buone Politiche” interne. L’analisi raffronta vari Paese ed il loro andamento durante la crisi finanziaria. Le risposta non è apodittica e lascia spazio ad elementi di giudizio: la “Buone Politiche” riducono la vulnerabilità ma non la eliminano.
Interessante uno studio di Ahmad Bello Dogarawa della Ahamadu Bello University in Nigeria, lavoro ancora a distribuzione limitata e di cui molto probabilmente a Via Venti Settembre non c’è traccia. Il titolo è eloquente: “Global Financial Crisis and the Search for a New Financial Architecture. Can Islamic Finance Prove Alternative?”. Il lavoro cataloga ed analizza 101 crisi finanziarie individuate da Dogarawa negli ultimi quarant’anni: tratto comune è la mancanza di disciplina finanziaria. Tale disciplina ci sarebbe stata se si fossero applicati sani principi di finanza islamica.
Un altro saggio infine merita attenzione e conforma il primato della politica estera anche nella diplomazia economica internazionale . Matthias Goldmann del Max Plank Institute ha pubblicato sull’ultimo fascicolo del Goetting Journal of International Law, un’analisi su come le crisi del debito sovrano attizzino i conflitti armati tra Stati. Per contenere il fenomeno occorre ripensare non solo i trattati europei ma anche l’art. 39 della Carta delle Nazioni Unite e prevedere risoluzioni del Consiglio di Sicurezza.

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