giovedì 8 dicembre 2011

Al capezzale dell’euro la Bce è protagonista in Avvenire 8 dicembre

Al capezzale dell’euro la Bce è protagonista


DI GIUSEPPE PENNISI

I Capi di Stati e di Governo dell’Unione Europea che oggi e domani si riunisco¬no al capezzale dell’euro potrebbero ri¬cevere da subito un aiuto dalla Banca cen¬trale europea. Ci sono buone probabilità che il direttivo della Bce, che si riunisce questa mattina sotto la guida del presidente Mario Draghi, decida di tagliare di nuovo i tassi di interesse. Il taglio potrebbe essere accom¬pagnato da qualche misura straordinaria. Non sono esclusi un allentamento delle ga¬ranzie bancarie che Francoforte chiede per erogare credito e u¬na prolungamento a due anni dei pre¬stiti agevolati. Ai leader europei questo aiuto può essere molto utile. Quella di oggi e di domani non è una sessione ordinaria del Consiglio Euro¬peo: da mesi ci so¬no, sulle piazze in¬ternazionali, dubbi crescenti sulla te-nuta dell’eurozona e sui rischi che l’e¬ventuale fine della moneta unica (spe¬cialmente se trau¬matica) comporte¬rebbe non solo per il processo d’inte¬grazione europea ma per l’insieme della finanza e del-l’economia inter¬nazionale.

Pochi si illudono che dal vertice esca una soluzione definiti¬va dei complessi problemi; tale soluzione – ormai molti ne sono convinti – comporta u¬na revisione dei trattati istitutivi dell’euro¬zona e di quelli relativi al suo funziona¬mento. La Commissione Europea ha for¬mulato proposte che pochi Capi di Stati e di Governo possono accettare, in quanto po¬trebbero rappresentare una sospensione della democrazia rappresentativa: i disegni di legge di stabilità e i bilanci di previsione nazionali dovrebbero essere vagliati dalle autorità europee (e, se necessario, modificati seguendo gli indirizzi di queste ultime) pri¬ma ancora di approdare all’esame dei Par¬lamenti. Il negoziato, quindi, si presenta lun¬go e complesso. Anche perché molti Stati hanno fatto sapere di non poter prendere scorciatoie, co¬me quelle proposte dalla Commissione Europea, che porterebbero a una revisione dei trattati sen¬za un negoziato interna¬zionale (e relative ratifiche parlamentari) ma tramite regolamenti emanati in base all’art. 136 del Trattato di Lisbona. C’è, però, urgenza di 'azioni positive' che, nel¬le more della trattativa (e delle procedure di ratifica delle revisioni dei trattati), dimo¬strino alle piazze internazionali che l’euro¬zona esiste ed è dotata da un alto grado di coesione.

Al di là della riunione del direttivo, il convi¬tato di pietra al vertice è ancora la Banca centrale europea, da mesi sotto schiaffo , da parte della pubblicistica internazionale (so¬prattutto da quella accademica), per non a¬vere fatto abbastanza per contribuire se non a risolvere quanto meno ad alleviare una cri¬si che si trascina da anni. La Bce ha sempre risposto che si muove nell’ambito dei pro¬pri statuti (molto differenti, ad esempio, da quelli della Federal Reserve americana): u¬na revisione degli statuti comporta un ne¬goziato tra gli Stati membri almeno tanto complesso quanto quello dei trattati della zona euro.

A statuti vigenti, però, la Bce potrebbe uti¬lizzare una chiave importante per giungere ad un duplice obiettivo: rasserenare i mer¬cati e facilitare il negoziato. Può stabilire (ed annunciare) che, in attesa della revisione dei trattati, sosterrà, con acquisti di obbligazio¬ni, gli Stati in difficoltà concretamente im¬pegnati (con fatti non solo con parole) a ri¬strutturare le loro economie, a pareggiare i propri bilanci, a ridurre il debito pubblico e, soprat¬tutto, a migliorare compe¬titività e produttività per rimettersi su un sentiero di sviluppo inclusivo. Ciò naturalmente richiedereb¬be una delibera del Consi¬glio della Bce (ed una pro¬posta dall’Esecutivo al Consiglio) – percorso com¬plesso per le difficoltà che possono avere alcuni Stati membri della Banca – ma in linea con l’obiettivo di assi¬curare stabilità finanziaria e molto meno complicato del negoziato per la revisione dei trattati.

Da qualche giorno, la Bce ha rallentato il programma di acquisti di obbligazioni so¬vrane degli Stati dell’eurozona. Il suo Presi¬dente. Mario Draghi, nella sua prima audi¬zione al Parlamento Europeo ha indicato che, a suo avviso, la Bce dovrebbe assume¬re un ruolo maggiore nella soluzione della crisi. Potremmo essere alla vigilia di una sa¬lutare svolta.



Probabile taglio dei tassi, nuovi maxi-prestiti alle banche per scongiurare il rischio di un «credit-crunch », e misure più forti in aiuto dei Paesi iper-indebitati

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