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UN’OPERA DA RAGAZZI
Giuseppe Pennisi
In meno di tre ore in biglietteria centrale ( nella galleria sotterranea di Piazza Duomo a Milano), ed in pochi minuti su internet, sono andati esauriti i biglietti per l’anteprima, al Teatro alla Scala, della Carmen di Bizet, opera inaugurale della Stagione 2009-2010. L’anteprima è dedicata agli under 30 ed ha luogo il 4 dicembre alle 18. Le richieste hanno ampiamente superato, com’era prevedibile e come era avvenuto l’anno scorso per un’anteprima analoga- quella del Don Carlo di Verdi-, i posti disponibili. Su un totale di 1933 posti agibili nella sala del Piermarini (dalle poltrone, ai palchi, alle gallerie), 1671 posti sono stati assegnati a pubblico di età inferiore ai 30 anni attraverso i diversi canali di vendita: biglietteria – internet – telefono. Di questi 1671, 403 sono stati assegnati ad abbonati regolari della Scala “under30” che hanno esercitato il diritto di prelazione. I restanti sono così suddivisi: 180 per postazioni televisive, media, stampa nazionale e internazionale, 82 per gli artisti e la compagnia. Non si sa esattamente quanti sono abbonanti “under 30” a La Scala; le stime parlano di un paio di migliaia , spalmati su varie serie di abbonamenti; il fatto che 403 abbiamo deciso di vedere Carmen due volte, in anteprima ed al rispettivo turno di abbonamento, è indicativo che una politica rivolta a coltivare il pubblico del futuro da i propri frutti, anche nel Teatro (La Scala) la cui biglietteria ha i prezzi più cari d’Italia. Le azioni messe in atto comprendono non solo prezzi scontati per i giovani e la “riserva” del loggione a prezzi molto bassi a chi si mette in fila la sera dello spettacolo, ma anche soprattutto le anteprime per i giovani (al prezzo unico di € 10 a biglietto) che hanno un forte impatto mediatico. E’ utile ricordare che il Sovrintendente della Scala, Stéphane Lissner, aveva messo in atto misure analaghe nei dieci anni in cui è stato alla guida di una Festival più importanti (e con i biglietti più costosi) d’Europa – quello di Aix- en -Provence.
“Il Massimo ha ampliato il proprio pubblico – ci dice il Sovrintendente dello storico Teatro palermitano , Antonio Cognata, un professore di politica economica prestato alla “musa bizzarra e altera” (l’opera lirica) - anche tramite un programma mirato ad avvicinare all’opera, i più giovani. Dal 2006, è in atto infatti un programma, “La Scuola va al Massimo”, che coinvolge circa 160 scuole di Palermo e dell’hinterland e che porta in teatro per una decina di recite l’anno complessivamente circa 25.000 bambini e ragazzi introducendoli a spettacoli che possano incuriosirli e divertirli. Dal 2008 abbiamo aperto un turno di abbonamento esclusivamente dedicato agli studenti e che da due anni è tutto esaurito. È uno strumento importante perché un prodotto nato e sviluppato in Italia (e che nell’Ottocento ha avuto nel nostro Paese il suo maggior successo commerciale, oltre che artistico) non impoverisca; cerchiamo così di creare quel “sottostante” di cultura musicale che rende possibile il fiorire della lirica in altri Paesi (Europa Centrale ed Orientale, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Penisola Iberica) ed il crescente interesse in Asia”.
Da due anni, anche il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ha un programma rivolto a chi di solito non frequenta l’opera ed in particolare ai giovani. Si chiama “Recondita Armonia” (dalla famosa aria del primo atto di Tosca) e consiste nel presentare, ad inizio della stagione autunnale, “in repertorio” ed a prezzi contenuti (dai € 10 a € 50, con ulteriori sconti per chi compra il pacchetto completo), tre opere note ed apprezzate in modo che si possano vedere ed ascoltare in tre serate consecutive. Nel 2008, le opere sono state Tosca, Madama Butterfly ed il dittico Cavelleria e Pagliacci. Questo ottobre è stata messa in scena la “trilogia popolare” verdiana: Rigoletto, Trovatore e Traviata . L’allestimento è affidato ad un’unica squadra, i cantanti sono di richiamo e così pure i maestri concertatori. Questo autunno, ad una spesa di produzione di circa € 900.000 hanno corrisposto non solo un teatro pieno di giovani ma incassi per € 600.00 – i due terzi rispetto ad una media di copertura dei costi tramite biglietteria attorno al 12% per i teatri d’opera al chiuso in Italia. Particolarmente curato il marketing anche con manifesti che attraggano i giovani.
Questi tre casi – altri potrebbero essere menzionati – sono particolarmente significativi. Il Teatro dell’Opera di Roma ha un programma per le scuole e sconti per gli “under 30” e gli “over 65”, ma le sue misure dedicate ai giovani paiono essere poco note e non molto efficaci. Meriterebbe pensare ad un turno di abbonamento per i giovani, ad una politica di prezzi last minute iperscontanti (e molto pubblicizzata) sul tipo di quella adottata con successo dal Regio di Torino ed anche a riprendere le serate “a prezzi popolari” in vigore sino a circa 15 anni fa. Si dovrebbe anche curare una programmazione che attiri i giovani. Frequento il teatro dal 1954 e sono abbonato da decenni; vedo spesso due volte i migliori spettacoli. La scorsa stagione soltanto Le Gran Macabre di Ligeti è stato affollato da pubblico giovane. Non è un compito facile anche in quanto l’attenzione dei giovani si è spostata verso il Parco della Musica (nonché verso l’Auditorium di Via della Conciliazione). Ma, con fantasia e determinazione, si può evitare il vecchio Costanzi diventi un reperto di archeologia culturale.
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