mercoledì 30 dicembre 2009

MA IL CIELO DI ROMA VALE ORO Il Tempo 30 dicembre

MA IL CIELO DI ROMA VALE ORO
Giuseppe Pennisi
I cieli di Roma sono succulenti. Chi ha memoria, ricorderà che parte significativa del “tormentone” Alitalia riguardava i privilegi su alcune tratte che hanno nella capitale il loro punto di partenza o di arrivo (specialmente quella tra Fiumicino e Linate). Con 37 milioni di passeggeri nel 2008, gli aeroporti di Roma hanno resistito meglio di altri alla recessione del 2009: secondo i pre-consuntivi, una contrazione del 5% , mentre la media nazionale è stata del 10%. Ciò è tanto più significativo poiché il 2009 è stato l’anno, da un lato, del sofferto, avvio della nuova Alitalia e del miglioramento dei servizi ferroviari sui percorsi più redditizi (quali, Roma – Milano). Le previsioni per il futuro sono di un’ulteriore affermazione del ruolo centrale degli aeroporti della capitale tanto che si sta progettando un nuovo scalo.
In parallelo, la situazione finanziarie delle low cost , Ryan Air in particolare, è meno florida di quello che è parso in passato. Sul loro “business model” hanno inciso, da un lato, la riduzione del turismo (determinante fondamentale della domanda per i loro servigi) e, dall’altro, l’aumento dei costi del carburante. In novembre, l’amministratore delegato di Ryanair, Micheal O’ Leary ha affermato che se i prezzi del carburante “nei prossimi quattro mesi rimarranno stabili , chiuderemo il bilancio in pareggio" e tratteggiava una strategia di crescita, basata in gran misura sul mercato italiano , criticando, al tempo stesso, le tariffe aeroportuali e “le ingiustificate sovrattasse carburante”. I prezzi del carburante non promettono affatto di rimanere stabili (soprattutto a fronte di una ripresa internazionale). Né c’è cenno di riduzione di tariffe e sovrattasse.
Questi due elementi sono essenziali per comprendere la “battaglia di fine d’anno” tra la maggiore low cost e l’Enac. Ieri 29 dicembre, Ryanair ha annunciato di essere stata obbligata a cancellare le sue rotte nazionali in Italia poiché ”la sicurezza di questi voli e’ stata minacciata dall’insistenza di Enac che i passeggeri vengano accettati senza identificazioni sicure e in alcuni casi venga loro permesso di viaggiare con niente di più sicuro di una licenza di pesca”.
In punta di diritto, è la tesi dell’Enac è ineccepibile. L’art. 35 del DPR 28 dicembre 2000 n. 445, confermato dalla sentenza del TAR Lazio sez. 3T del 17 dicembre 2009 è lapalissiano : “sono equipollenti alla carta di identità il passaporto, la patente di guida, la patente nautica, il libretto di pensione, il patentino di abilitazione alla conduzione di impianti termici, il porto d'armi, le tessere di riconoscimento, purché' munite di fotografia e di timbro o di altra segnatura equivalente, rilasciate da un'amministrazione dello Stato”. L’Enac non può che richiedere l’applicazione della norma, definita tra uno dei passi del processo di semplificazione iniziato circa 10 anni fa.
Tuttavia, la materia non è solamente giuridica : il blog www.youngeconomist.it (un gruppo vivace di giovani economisti italiani) sottolinea come al limite l’utilizzo di un qualsiasi documento con foto rilasciato ad un amministrazione pubblica italiana può essere fatto sono con personale italiano in grado di riconoscere i differenti documenti: altrimenti “si può salire anche con la carta del video noleggio). Ciò comporterebbe un duplice aumento dei costi a Raynair: modificare il proprio sistema di prenotazioni e disporre di personale italiano al check in per l’imbarco. Inoltre, il DPR è del 2000- forse sarebbe stato opportuno aggiornarlo alla luce dell’11 settembre 2001 e rivederlo ancora dopo gli ultimi attentati aerei.
Il vero nodo è che se le low cost ( i cui conti sono in un equilibrio molto delicato) se ne andranno dal mercato italiano saranno i consumatori a soffrirne. C’è, invece, chi non potrà non trarne vantaggio – la nuova Alitalia, la cui ombra si staglia in questa vicenda come quella del Banquo shakespeariano.

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