sabato 14 febbraio 2009

TRIONFO ITALIANO IN GERMANIA E QUALCHE IDEA CULTURALE, Il Velino 14 febbraio

Chi sa dove è e cosa è Ludwigshaven? Per molti lettori, è solo un piccolo punto sulla carta geografica di quel lembo della Renania-Palatinato, separata soltanto dal fiume dal Baden-Wuttemberg ed a poche decine di chilometri dall’Assia. Per chi s’intende d’economia, è la sede ed il centro operativo di una delle più antiche e più note industrie chimiche tedesche , la BASF. Per altri, è invece uno snodo nei pressi di grandi e storiche università, prima di tutte quelle di Heidelberg e di Mannheim. Ludwigshaven (160.000 abitanti, accanto a Mannhein , 330.000 abitanti) è l’ultima tappa della tournée dell’Orchestra Sinfonica-Fondazione Roma (Os-Fr) seguita dal vostro chroniqueur. Prima di dare conto dei concerti della Os-Fr a Ludwigshafen, è bene trattenersi su alcuni spunti di politica culturale che emergono dalla visita e che possono essere utili in questo periodo di vacche magre.
Ludwigshaven ha un auditorium, costruito dalla BASF all’inizio del secolo scorso, distrutto durante la seconda guerra mondiale e ricostruito (con piccolo modifiche), secondo le specifiche architettoniche ed acustiche iniziali. E’ un auditorium elegante (in stile neoclassico- dominano il bianco e l’oro) per mille spettatori dove hanno diretto orchestre sinfoniche, tra gli altri, Richard Strass e Bruno Walter. Soprattutto è al centro di un consorzio o associazione di auditori (a Linburghof, Heidelberg, Mannhein, Landau, Speier, Bensheim) che nell’area offrono una vasta gamma di concerti (non solo sinfonica, ma anche e soprattutto cameristica, recital di solisti, musica lirica in versione da concerto ed anche operette e jazz). Alla vasta gamma di offerta fa riscontro una gamma parimenti vasta d’abbonamenti in modo da soddisfare i gusti di ciascuna categoria di pubblico. Emergono due considerazioni : a) la collaborazione tra pubblico e privato (in Italia iniziative supportate dal privato vengono spesso escluse da finanziamenti pubblici) ; e b) la cooperazione-competizione che si innesca tra i vari componenti del consorzio o associazione. Tutto ciò consente sinergie, alto livello artistico, economie di spesa. Indubbiamente, l’alta densità di popolazione di quel lembo di terra (e di fiumi) tra la Renania- Palatinato, il Baden Wuttemberg e l’Assia facilita organizzazioni di questa natura. L’elevata cultura musicale della popolazione è altro ingrediente essenziale. Alcuni circuiti teatrali e concertistici italiani – si dirà- seguono principi analoghi. Pur tuttavia, c’è qualche ideuzza da recepire.
La stagione di Ludwigshafen comporta una cinquantina di concerti; molti – si è detto- sono da camera o di solisti; c’è anche un’orchestra sinfonica stabile. Questa stagione è stata aperta dalla prima europea della seconda di Mahler diretta da Gustav Dudamel ed eseguita dalla Sinfonica Venezuelana – in co-produzione con il Festival di Lucerna. La Mahler Chamber Orchestra è stata scelta come “orchestra di beneficenza” (i proventi dei concerti vanno in attività caritatevoli), L’Os.Fr è l’”orchestra ospite” della stagione (che si estende sino a fine maggio). Quindi , il complesso sinfonico italiana è in una compagnia di tutto rispetto- anzi ai massimi livelli della sinfonica internazionale.
Ludwigshafen ha fatto le cose in grande: i concerti sono stati preceduti da “cene italiane” (con menu della Penisola) per gli abbonati. Il programma presentato, nei due concerti della Os.Fr a Ludwisghafen, è leggermente differente da quelli offerti a Berlino e Cracovia:aperto dal “Carnevale Romano” di Berlioz e chiuso (come bis a grande richiesta) con la seconda parte della sinfonia del “Guglielmo Tell” di Rossini, si concerta sulla sinfonica a cavallo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo: quindi, Martucci (“Tarantella” e “Notturno”) e soprattutto Respighi (oltre a “I Pini di Roma”, il raramente eseguito “Concerto gregoriano per violino ed orchestra”). Il “concerto gregoriano” si ascolta di rado perché comporta un dialogo serrato tra un grande organico orchestrale ed un violinista avvezzo ai virtuosismi più raffinati. Qui il dialogo è stato tra l’Od.Fr, guidata con grande perizia da Francesco La Vecchia, e uno dei violinisti più apprezzati a livello internazionale, il russo Serghey Krylov – ascoltato di recente tra l’altro all’auditorium Paganini di Parma. Il pubblico è stato entusiasta: ovazioni in piedi (fatto del tutto inconsueto in Germania) e richieste di bis sia a Krylov (che si è cimentato con un raro capriccio di Paganini) e a La Vecchia (che ha offerto Martucci e Rossini).

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