giovedì 12 febbraio 2009

L’ORCHESTRA SINFONICA CONQUISTA BERLINO , Il Tempo 8 luglio

Berlino. Alla Berlinale, inaugurata il 5 febbraio, nessun film italiano è stato ammesso in concorso (ma figurano circa 90 titoli tedeschi). Non prendiamocela più di tanto: il 4 febbraio a pochi passi dal Palazzo del Cinema, nella più nota Großer Saal della Philharmonie (un vero e proprio tempio mondiale della musica) in quel di von Karajan Platz, un’orchestra di Roma (composta in gran parte di giovani al di sotto dei 30 anni) aveva il compito di inaugurare le celebrazioni organizzate dalla principale istituzione di Berlino per celebrare i 20 anni dalla caduta del muro di Berlino. Si tratta dell’Orchestra Sinfonica della Fondazione Roma( Os-Fr) guidata da Francesco La Vecchia. ). Il programma (che verrà, con alcune modifiche, replicato a Cracovia ed il Festival Internazionale di Ludwigshaven, nel Palatinato), prevedeva, nella prima parte, oltre alla notissima sinfonia de “I Vespri Siciliani” di Verdi, tre lavori purtroppo dimenticati di Martucci (colore orientale, notturno, tarantella), compositore su cui si è voluto , per troppi anni, calare una fitta coltre d’oblio perché “non allineato”; nella seconda parte il poema sinfonico di Richard Strauss (di cui ricorrono i 60 anni dalla morte”: “Aus Italien”(Agli Italiani). Il vostro “chroniquer” era nella sala,circa 1800 posti, gremitissima, e può testimoniare dell’entusiasmo con cui è stato accolta la Os-Fr. . A grande richiesta di bis, l’Os-Fr ha anche eseguito l’”intermezzo” di “Cavalleria Rusticana” di Mascagni e la sinfonia del rossiniano “Guglielmo Tell” Interessante notare come i lavori di Martucci e Strauss siano quasi coetanei , in sostanza poemi sinfonici nello stile degli ultimi anni del XIX secolo; quelli di Verdi e Rossini sono – è noto- inni alla libertà particolarmente adatti alla ricorrenza. . Per mera coincidenza, sempre a Berlino, si svolgeva un seminario di politologi:perché non sono buone e strette come un tempo, come fare per migliorarle. La risposta potrebbe essere semplice: fare ascoltare più spesso ai berlinesi la Os.Fr.
Quando è iniziata la loro avventura, molti hanno snobbato la Os-FR. Pensare di fare nascere un’orchestra sinfonica puramente privata, in grado di reggersi sulle proprie gambe, partendo con un gruppo di giovani appena usciti dai conservatori, era considerato poco realistico. Anche perché “i ragazzi” (così li chiamavano) ed il loro animatore, il direttore d’orchestra Francesco La Vecchia non andavano a bussare alla porta di Pantalone, nelle sue varie vesti e guise (Stato, Regione, Provincia, Comune) ma pensavano di farcela con il contributo di privati e con gli incassi. Ancora più grave, il progetto era di portare i giovani ad ascoltare la “musica colta” con una politica di bassi prezzi e con una programmazione che avrebbe coniugato il repertorio più popolare, del Settecento e dell’Ottocento con la sinfonica del Novecento , e con qualche spruzzo di quella contemporaneità che molti ritengono ostica agli italiani. L’esito strepitoso a Berlino consacra la Os-Fr tra le rare grandi orchestre italiane di statura internazionale.

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