giovedì 27 aprile 2017

ZEMLINSKY-MAHLER in Musica maggio



Roma, Accademia Nazionale di Santa Cecilia
ZEMLINSKY-MAHLER Sinfonietta Op.23- Sinfonia n.1 in re minore Il Titano Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia – Direttore Vladimir Jurowski
L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha organizzato il 30 ed il 31 marzo un convegno internazionale sulla seconda scuola di Vienna. Un’iniziativa importante realizzata in collaborazione con la Società Italiana di Musicologia , Institut für Musikwissenschaft und Interpretationsforschung, l’Università di Roma Tor Vergata,la Biennale e la Fondazione  Luigi Nono di Venezia, il Conservatorio Verdi di Milano ed il Conservatorio ‘A.Casella’ de L’Aquila. Il convegno è intitolato ‘Vienna  1884 .1834’ E’ stata un’iniziativa particolarmente significativa in una città dove il pubblico della musica colta si divide in due gruppi : i tradizionalisti per i quali la musica ‘grande’ termina a metà ottocento e gli innovatori che seguono solo l’avanguardia- con la conseguenza che la musica del periodo tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento viene poco eseguita e, quindi, ancor meno, frequentata. Il convegno si inquadra nella strategia del nuovo Sovraintendente di preparare e rinnovare il pubblico.
Quasi in contemporanea con il convegno, nella stagione in abbonamento, si è tenuto dal 31 marzo al primo aprile un concerto , diretto da Vladimir Jurowski con la Sinfonietta Op.23- di Zemlinski nella prima parte e la Sinfonia n.1 in re minore Il Titano nella seconda. I due lavori abbracciano il periodo ed il clima della ‘Vienna 1884-1934’ I rigoristi potrebbero dire che si tratta di composizioni essenzialmente tonali e che , quindi, escludono la musica atonale e la dodecafonia , da numerosi musicologi considerate come il maggior apporto agli stili musicali della Vienna dei primi decenni del Novecento storico. Tuttavia, questi generi mal si adattano alla Sala Santa Cecilia concepita per la sinfonica con grande organico e sono comunque spesso presenti nella stagione cameristica dell’Accademia e in altri programmi di ‘Musica per Roma’ al Parco della Musica.
E’ , invece, importante notare che si tratta quasi di due prime assolute, almeno per Roma. La Sinfonietta Op.23- di Zemlinski non stata eseguita nei concerti dell’Accademia prima del 30 marzo 2017 e la versione iniziale e completa della Sinfonia No 1 Il Titano, pur eseguita una trentina di volte nelle stagioni sinfoniche dell’Accademia, unicamente nel 1979 era stata presentata nella versione iniziale con il secondo movimento (andante) chiamato Blumine.Questo movimento era stato eseguito nelle tre prime esecuzioni della sinfonia a Budapest, Amburgo e Weimar ma non era piaciuto al pubblico perché troppo avanti rispetto ai gusti di fine Ottocento. Mahler stesso aveva deciso, a malincuore, di tagliare gli otto minuti , pur se li considerava ‘ la mia composizione più ardita’.

La  Sinfonietta è del 1934 . Segna la fine della ‘seconda scuola di Vienna’. Sembra imparentata con l’austero mondo neoclassico di Paul Hindemith e di Kurt Weill nonché di Igor Stravinskij , compagno di esilio americano di Zemlinski. Non è affatto un lavoro arido e la lettura che ne da Vladimir Jurowski è eccellente, piena di ritmo e di vigore, specialmente nel secondo movimento (Ballade). Il pubblico ha reagito con applausi molto calorosi. E’ possibile che la  Sinfonietta venga ripresa nelle stagioni sinfoniche dell’Accademia.
La Sinfonia No 1 Il Titano di Mahler è stata recensita più volte in questa rivista, tanto in esecuzioni dal vivo quanto in registrazioni discografiche. Per me è stato quasi naturale raffrontarla con l’ultima esecuzione dal vivo ascoltata nell’aprile 2016 al Festival Le Printemps des Arts a Monte-Carlo. Daniel Harding dirigeva l' Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo e la prima parte del concerto era dedicata all’adagio dell’incompiuta Decima Sinfonia. Harding giustappose i due brani . Nell’adagio della incompiuta Decima , composto quando Mahler sapeva che la sua avventura terrena stava per terminare, entrò nei misteri della vita e della morte. Interpretò invece la Prima Sinfonia (composta ventisette anni prima) come una visione gioiosa della vita con richiami a una notissima canzonetta per bambini ed una vera esplosione di speranza nel finale.
Differente la lettura di Jurowski . Condivide con Harding il braccio largo e l’aspetto atletico. La sua interpretazione è altamente drammatica . Ha tratto il meglio dall’orchestra , specialmente in termini di dinamismo e ha dimostrato una perfetta comprensione di questa difficile partitura. Si è meritato dieci minuti di ovazioni.

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