Ecco come mercati e borse coccolano Emmanuel Macron
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Il commento dell'economista Giuseppe Pennisi
Per i mercati finanziari sembrano avvicinarsi
settimane tranquille. Molti operatori hanno tirato un sospiro di sollievo
all’annuncio che il duello, al secondo turno delle presidenziali francesi, sarà
tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Il primo viene considerato
come favorito alla grande, dato che già François Fillon e François
Hollande hanno invitato i propri elettori a votare per lui. Macron
rassicura i mercati per varie ragioni; allievo prediletto di Jacques Attali,
con una prestigiosa (e ricca) carriera alla Rothschild, essenzialmente
liberista, e anche europeista (anche se più vicino alla Europe des Patries di De
Gaulle che al federalismo spinelliano).
Altro aspetto tranquillizzante è dato dalle
prospettive per l’economia mondiale tracciate nel semestrale World economic
outlook (Weo) del Fondo monetario internazionale. Il documento dipinge una
lenta ma graduale espansione dell’economia mondiale. Anche se dal 2010 il Weo
in settembre ha sempre rivisto al ribasso le previsioni presentate in aprile,
quest’anno il quadro dovrebbe essere migliore. Tuttavia, il managing director
del Fondo, Christine Lagarde, avvisa che un eventuale peggioramento deve
essere considerato come causato dai governi dei Paesi ad alto reddito medio e
dalle loro cattive politiche pubbliche, quali il ritorno del protezionismo e la
scarsa attenzione al debito e ai guai dei sistemi bancari.
Il mercato finanziario più importante, quello
americano, è stato abbastanza sereno nelle ultime settimane, nonostante le
scaramucce tra la Federal Reserve, da un lato, e la Casa Bianca, dall’altro, e
il primo turno delle presidenziali francesi ha calmato l’eccitazione di alcuni
ambienti di Wall Street nei confronti degli effetti sull’eurozona di un’ondata
di populismo/sovranismo.
Tuttavia, non tutto è roseo. Questa settimana si tengono
le assemblee di Alphabet, Amazon and Microsoft, tre delle maggiori imprese Usa:
l’attesa è grande. In passato hanno pilotato il rialzo di Wall Street; quindi i
money manager guarderanno con preoccupazione, ogni più piccolo segno di
flessione o anche solamente d’incertezza. Inoltre venerdì prossimo verranno
pubblicati i dati macroeconomici relativi al primo trimestre Usa. Ove non
fossero più che positivi metterebbero in fibrillazione sia Wall Street sia la
Casa Bianca.
E l’Italia? I mercati sono piatti da tempo sia
nell’azionario sia nell’obbligazionario. Una scossa (non positiva) potrebbe
venire dai dati trimestrali. All’Istat gli spifferi suggeriscono una crescita
molto pallida; si dovrebbe poter galoppare negli altri trimestri per sfiorare
quell’aumento medio del Pil dell’1,1% base del Def e dei nostri conti pubblici,
Piazza Affari potrebbe risentirne.
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