10 gennaio 2017
Von Mises e gli ordoliberali
La letteratura economica recente, di cui diamo
conto in questa rubrica, raramente tratta del pensiero liberale. E’ invece
incentrata su analisi quantitative di temi e problemi contemporanei.
Particolarmente interessante, quindi, si presenta per i liberali un saggio di
Stevan Kolev dell’Istituto di Economia internazionale di Amburgo, pubblicato a
fine 2016 nei Working Papers del Center for History of Political Economy e
intitolato “Ludwig von Mises and the ‘Ordo-Interventionists’ – More than Just
Aggression and Contempt?” (Ludwig von Mises e gli Ordo-Interventisti- Non
fu solo questione di aggressività e disprezzo). E’ liberamente scaricabile dal
sito del centro studi di Amburgo.
Il lavoro è un’attenta ricostruzione, in parte su
materiale inedito, dei quaranta anni di relazioni intellettuali tra il leader
della scuola austriaca di economia liberale Ludwig von Mises (1881-1973) e due
tra gli economisti più rappresentativi dell’ordoliberalismo tedesco: Walter
Eucken (1891-1950) e Wilhelm Röpke (1899-1966). Il lasso di tempo studiato
va dall’inizio degli anni Venti fino alla morte di Röpke, avvenuta nel 1966. In
questo lungo periodo ci sono state cinque fasi distinte in cui l’interazione
scientifica e professionale si è intersecata con una rete complessa di
simpatie e antipatie interpersonali.
Nella prima fase la scuola austriaca e la scuola
tedesca (in gran misura basata sullo studio della storia economica più che su
quello della teoria) si confrontarono per conoscersi meglio, affilando le
rispettive lame. Nella seconda fase il dibattito si incentrò sullo studio del
ciclo economico. Nella terza si passò dalle differenze sull’analisi del ciclo
economico a veri e propri scontri, al Colloquio Walter Lippmann nel 1938 e ai
primi vent’anni di incontri della Mont Pélerin Society, nata nel 1947. La
quarta fase segnò la ‘coesistenza pacifica’ nel periodo del miracolo economico
tedesco. L’ultima è stata quella dell’avvicinamento e viene studiata anche
sulla base di materiale storiografico inedito relativo all’unica laurea
onoraria in economia che von Mises ricevette nel 1964 dall’Università di
Friburgo.
Sulla base di questa ricostruzione storica il
lavoro presenta congetture sulle ragioni per cui i protagonisti, pur lavorando
sui medesimi temi, non sono mai riusciti ad impegnarsi in veri e produttivi
dibattiti scientifici che in quegli anni avrebbero potuto controbattere al
crescente intervento pubblico di marca keynesiana. Kolev formula diverse
ipotesi, in gran misura meta economiche e aventi a che fare con le personalità
dei protagonisti. Il lavoro ha anche un’ampia sezione che, mettendo a confronto
le due scuole, può essere di grande utilità al pensiero neo-liberale di questi
anni.
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