Già pronta la svolta tributaria
La rivoluzione fiscale partirà dall’Iva
Le buone idee camminano da sole. E prima o poi
arrivano in porto, si diranno forse i professori Giulio Tremonti e Giuseppe
Vitaletti, quando leggeranno i testi della riforma tributaria che il presidente
americano vuole attuare negli Stati Uniti To Make America Great Again ( Far tornare l’America a essere grande). L’idea di base è modificare imposizione e tassazione americane,
spostandole «dalle persone fisiche e giuridiche alle cose ». È la proposta di
fondo del libro di Tremonti e Vitaletti La fiera delle tassedel lontano 1991. Mai recepita in Italia, è diventata uno dei
capisaldi della riforma tributaria delineata negli Usa quale antidoto agli
effetti tributari della globalizzazione che ha tra gli effetti quello di
indurre a spostare sedi tributarie, impianti, e persone nei Paesi più
convenienti sotto il profilo fiscale. La riforma tributaria di Trump è
delineata non solo nei programmi elettorali, ma anche in analisi critiche come
quella di David A. Weisbach. Gli obiettivi di fondo sono quattro: ridurre la
pressione tributaria sul ceto medio, semplificare gli adempimenti, scoraggiare
la delocalizzazione e non aumentare né deficit né debito pubblico.
Come raggiungere questi obiettivi? I single
che guadagnano meno di 25.000 dollari l’anno e i coniugati il cui reddito
complessivo non supera i 50.000 non pagheranno imposte sul reddito. Tutti gli
altri avranno a che fare con un codice tributario che introdurrà una sorta di
'quoziente familiare' e depennerà la minimun tax introdotta durante la Seconda
guerra mondiale. Nessuna impresa pagherà più del 15% del proprio fatturato in
tasse e imposte in modo che gli Usa possano diventare il Paese più competitivo
del mondo in materia tributaria. Verrà inoltre abolita l’imposta di successione
e saranno drasticamente ridotti gli sgravi tributari.
È chiaramente una riforma pro-business: i
redditi da capitale verrebbero tassati ad aliquote pari alla metà dei redditi
delle persone fisiche. La tassazione e l’imposizione si sposteranno infine
gradualmente verso l’introduzione di un’imposta sul valore sulle transazione
(l’idea di fondo del saggio Tremonti-Vitaletti del 1991).
Il percorso per giungere alle proposte non è
stato breve. Molte proposte echeggiano la riforma tributaria allestita nel 2005
dalla commissione di esperti nominata da Bush il cui punto centrale era la
riduzione delle imposte sui redditi delle persone fisiche e giuridiche così
come l’introduzione dell’Iva. Il cantiere, però, è ancora aperto. Restano punti
tutt’altro che chiari, a partire dal disegno complessivo dell’imposizione sulle
imprese nonché delle aliquote relative per imprese, associazioni di
professionisti, reddito da lavoro e da capitale delle persone fisiche e delle
famiglie che guadagnano più di 50.000 dollari l’anno.
Altri nodi da sciogliere sono la tassazione
internazionale, l’imposizione su istituzioni e strumenti finanziari, la
tassazione di fusioni e incorporazioni aziendali, il differimento delle imposte
sul reddito da capitale delle persone fisiche.
Alcuni di questi aspetti problematici possono
essere facilmente risolti, altri sono più complessi e richiederanno mediazioni
e compromessi in seno all’Amministrazione ed al Congresso. Il tracciato,
quindi, è chiaro, la sua realizzabilità decisamente meno.
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