JOHANN STRAUSS JR/ Un
"Pipistrello" frizzante come uno champagne di alta classe
Pubblicazione:
sabato 7 gennaio 2017
Foto di Riccardo Musacchio & Flavio Ianniello
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NEWS Musica
Questo
inizio d’anno - lo abbiamo detto su Il Sussidiario del tre gennaio -
presenta due versioni de Il Pipistrello di Johann Strauss jr. che
competono per attenzione sui cieli di Roma.
Ambedue
prodotte dalle maggiori istituzione musicali della capitale, il Teatro
dell’Opera e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, sono profondamente
differenti: una è un balletto, sulla musica di Strauss jr, l’altra è una
versione da concerto del secondo atto e di parte del terzo interpolata con
musiche anche di altri autori.
Abbiamo
recensito la produzione del Teatro dell’Opera il tre gennaio. Ora veniamo a
quella dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che ha debuttato la sera
dell’Epifania, il 5 gennaio, ’una notte di follia, di sogno e di magia’ come
sostiene acutamente William Shakespeare nel suo La Dodicesima Notte.
Non credo
che Strauss jr, o i suoi librettisti Carl Haffner e Richard Genée (e tanto meno
i commediografi boulevardiers Henry Meilhac e Ludovic Halévy dalla cui pièce
‘Le Revellion il lavoro è tratto) conoscessero il play del bardo di
Stratford-upon-Avon. Lo spirito è però, molto simile: una serie di intrighi tra
personaggi bizzarri, storditi, inconsueti. Tutti, però, anche eleganti e
sentimentali.
Il secondo
atto dell’operetta (la festa a casa del Principe Orlovsky) è quello in cui
tutti i personaggi (in maschera e senza necessariamente riconoscersi al primo
incontro) si ritrovano con i loro imbrogli ed intrighi e gli intrallazzi si
dipanano. E’ l’atto su cui punta la produzione dell’Accademia Nazionale di
Santa Cecilia. Lo fa precedere dall’ouverture piena di brio (ed anche di
languore) e concludere con l’inno allo champagne, che è il finale del terzo
atto e del lavoro. Un scelta che corrisponde allo spirito dell’originale più
dell’eleganza e raffinatezza (unitamente a nostalgia di un'epoca che non
ritornerà) del balletto firmato da Roland Petit al Teatro dell’Opera.
Non si
tratta di una versione ‘da concerto‘ in senso stretto; è piuttosto prossima a
un tipo di produzione che i francesi chiamano mise en éspace e i
tedeschi hall opera. Sul boccascena c’è un minimo di attrezzeria e i
cantanti recitano con grande efficace (anche se il regista non è indicato nel
programma di sala). Inoltre, l’operetta è cantata in lingua originale (con
sopratitoli in Italiano) ed un narratore (Neri Marcoré) racconta l’antefatto e
raccorda i vari numeri musicali. Quindi, il pubblico si diverte al complesso
intrigo.
Andiamo con
ordine. Dall’ouverture avvertiamo che il giovane Gustavo Gimeno, al suo debutto
sul podio dell’Accademia, ha il tocco appropriato per concertare l’orchestra in
modo che ci siano le dosi esatte di brio, allegria ed anche languore. La
partitura è stata concepita per un teatro relativamente piccolo lo an
der Wiendove debuttò nell’aprile 1874, ma Gimeno e l’orchestra hanno fatto
sì che nell’enorme Sala Santa Cecilia (3000 posti) ci si sentisse avvolti dal
brio, dall’allegria e da un languore sensuale. Lo si è avvertito
nell’accompagnamento ai cantanti e ai cori (magnificamente guidati da Ciro
Visco) e nell’introduzione, a mo' di intermezzo, della ‘Sinfonia Spagnola’
dello stesso Strauss jr quasi a metà concerto.
Seguendo una
prassi introdotta da Gustav Mahler quando era direttore generale dell’Opera di
Vienna, nel secondo atto de Il Pipistrello vengono introdotte
‘sorprese’ ossia brani di altri opere di Strauss jr o anche di altri autori. La
prassi è mantenuta. Ciascuno dei protagonisti ha proposto un’aria: così durante
la festa nella magione del Principe Orlovsky , ascoltiamo anche la cavatina
del Barbiere di Siviglia, il walzer di Musetta da La
Bohème , due arie de Les Contes de Hoffman, e via
discorrendo,
Tutti di
primo livello i solisti (Markus Werba, Silvana Dussmann, Michaela Selinger,
Jochen Kupfer, Sofia Fomina) a cui nel ruolo piccolo ma determinante del
direttore delle carceri si è aggiunto Massimo Simeoli del coro dell’Accademia.
In breve,
una scelta ideale per le Feste dell’Epifania. Il pubblico ha risposto
riempiendo la sala e con calorosi applausi.
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