Firenze.
Successo per la “Didone abbandonata” di Vinci e Metastasio
La messa in scena in questi giorni a Firenze (a fine marzo a Pisa), di Didone Abbandonata
di Leonardo Vinci su libretto di Pietro Metastasio è un evento
importante non solo perché il lavoro - rappresentato in prima assoluta a
Roma del gennaio del 1726 e mai ripreso in tempi moderni - fornì la
sintassi dell’“opera seria” settecentesca. Ma anche perché tra le
numerose opere tratte dal quarto libro dell’Eneide, fu, all’epoca,
quella di maggior successo, girò per tutta Europa ed indusse
l’Imperatore d’Austria a invitare a Vienna Pietro Metastasio, che vi
restò per tutta la vita con la carica di “poeta cesareo”, diffondendo
l’italiano come lingua franca delle maggiori corti europee. È anche un
ritorno dei teatri del Maggio fiorentino alla propria vocazione di
riscopritore di capolavori del passato. Alla
prima rappresentazione moderna dopo circa tre secoli, il piccolo Teatro
Goldoni (delizioso edificio dell’inizio dell’Ottocento con circa 350
posti), era stracolmo. I tre atti della versione metastasiana, sono
divisi in due parti, con un breve intervallo per una durata complessiva
di poco più di tre ore. La regia (Deda Cristina Colonna), le scene
(GabrieleVanzini), ed i costumi (Monica Iacuzzo) sono semplici ed
austere (come dovevano essere nel Settecento
per lavori destinati a girare per più teatri in mezza Europa). Efficaci
i giochi di luce di Vincenzo Raponi e le “ombre cinesi” della Compagnia
Altretracce; con pochi tratti e chiaroscuri mostrano vari ambienti
del palazzo di Didone, la costruzione ed il successo incendio di
Cartagine, le navi di Enea , le tempeste di mare.
Carlo Ipata, maestro concertatore, è uno specialista di questo repertorio con cui anima l’Auser musici di Pisa e in estate
Opera Barga, in Garfagnana, ha diretto con grande precisione
un’orchestra con strumenti modellati tra quelli dell’epoca. Tre grandi
voci: il controtenore Raffale Pé (nel ruolo di Iarba), il soprano
drammatico Roberta Mameli (una vibrante Didone) e il tenore Carlo
Allemano (un eroico Enea) . Di livello anche Gabriella Costa (Semele),
Marta Pluda (Araspe) e Giada Frasconi (Osmida). Vale un viaggio.
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Alla prima rappresentazione moderna dopo circa tre secoli, il piccolo Teatro Goldoni era stracolmo
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