Lirica, “La bella addormentata
nel bosco” (con sorpresa) arriva a Cagliari
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Con i conti
in ordine (e utilizzando se è il caso materiali di scena nei magazzini, ma
ancora in buono stato), il Teatro Lirico di Cagliari riprende la tradizione di
inaugurare la stagione con opere nuove o uscite dai normali programmi. La
stagione scorsa venne inaugurata da una delle opere di Respighi che non si vede
in Italia da decenni: “La campana sommersa”. Il successo ha varcato l’oceano:
questa stagione, la produzione cagliaritana è nel programma della New York City
Opera, dove verrà rappresentata in marzo.
Quest’anno,
il 3 febbraio, una nuova riscoperta di un lavoro di Ottorino Respighi,
“La bella addormentata nel bosco” (chiamata anche “La bella dormente nel
bosco”), che non si ascolta dal 1967, quando venne rappresentata, in forma di
concerto, a Torino. Respighi amava moltissimo quest’opera: vi lavorò dal
1920 alla sua morte nel 1933 (accantonando altre composizioni). L’opera viene
rappresentata in un nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari che
presenta la regia del pugliese Leo Muscato, già noto al pubblico
cagliaritano per aver curato, nel 2012 (poi ripresa nel 2015), l’apprezzata messinscena
di “Nabucco”, che vinse il Premio “Franco Abbiati” dell’anno, le scene di Giada
Abiendi, i costumi di Vera Pierantoni Giua, le luci di Alessandro
Verazzi e le coreografie di Luigia Frattaroli.
La direzione
musicale di “La bella addormentata nel bosco” è affidata alla bacchetta di Donato
Renzetti, che ritorna a Cagliari, a dirigere l’orchestra e il coro del
Teatro Lirico, dopo il successo dell’opera inaugurale dello scorso anno “La
campana sommersa”, maestro del coro è invece Gaetano Mastroiaco.
Ne esistono
tre versioni. La prima venne concepita per i Piccoli di Podrecca, una compagnia
di marionette allora molto famosa in Italia e all’estero. Venne rappresentata
nella sede dei “Piccoli”, il teatro Odescalchi a Roma, nel 1922. Numerosi i
personaggi (come si addice a un teatro di marionette). I cantanti, ciascuno dei
quali interpretava più ruoli scelti tra le grandi voci dell’epoca. Organico
ristretto, ma come “Ariadne auf Naxos” di Richard Strauss (più o meno
dello stesso periodo) tale da avvolgere la sala di suoni sia mozartiani sia
wagneriani. Il successo fu enorme e con i “Piccoli”, “La bella addormentata nel
bosco”, fece il giro del mondo.
Dieci anni
dopo, Respighi approntò una nuova versione che venne messa in scena dopo
la morte dell’autore a Torino. In questa versione, il libretto resta
sostanzialmente identico, ma l’organico orchestrale è più ampio, i cantanti
restano in buca mentre mimi e ballerini sono sul palco. Anche in questo caso,
l’opera era essenzialmente per i bambini. Ma Respighi stava lavorando a
una terza versione per i più grandi; tale versione venne completata dalla
moglie Elsa ed eseguita in versione di concerto alla Rai nel 1967.
La musica de
“La bella addormentata nel bosco” è una delicata parodia degli stilemi
operistici allora in voga, dal melodramma al verismo con omaggi a Wagner,
Massenet, Debussy. C’è, però, un finale a sorpresa: non siamo più
nel Settecento, ma nel Novecento. La bella dorme ancora. Un gruppo di ricchi
americani giunge nel bosco per un pic-nic; il bel giovanotto, oggetto delle
attenzioni di una miliardaria, risveglia la fanciulla con un tenero bacio
mentre la partitura scivola in un fox-trot.
(Foto-bozzetto
di scena di Giada Abiendi dal sito web del Teatro Lirico di Cagliari)
31/01/2017