Su il sipario all’Accademia
Filarmonica
GIUSEPPE PENNISI
Dopo una “festa musicale” si alza
il sipario sul Festival internazionale estivo dell’Accademia filarmonica
romana, una delle più antiche istituzioni musicali italiane, nata nel 1821.
Scenario, i giardini del palazzo rinascimentale dove ha sede e dove esiste una
sala per concerti (la Sala Casella) con all’occorrenza un piccolo teatro
all’aperto. Dopo precedenti stagioni di sperimentazione, con la partecipazione
di artisti stranieri e grazie al supporto di ambasciate e di una ventina di
istituti di cultura di vari Paesi, l’edizione di quest’anno è un autentico giro
del mondo musicale con almeno due concerti per sera, a volte anche tre. Un
percorso artistico che include musica, danza, teatro, poesia, arti figurative e
che va dal Maghreb ai Balcani, dall’India al Brasile, dall’Iran al Portogallo
ed all’Europa centrale. Per incoraggiare il pubblico giovane, largo ai prezzi
stracciati (10 euro per un concerto e 15 per tre). Per la programmazione si rimanda
al sito filarmonicaromana. org. Ci sono due aspetti che vanno sottolineati. Da
un lato, il festival estivo della Filarmonica Roma si presenta come
concorrenziale alla Biennale di Venezia, dato che il presidente della rassegna
lagunare è anche quello della Filarmonica Romana. «Crearsi la concorrenza nel
proprio seno è un’indicazione di fiducia », scriveva William Baumol. Da un
altro lato, occorre chiedersi quanti sono gli istituti di cultura italiani che,
invece delle solite rassegne di dvd di Totò, portano all’estero i migliori
giovani artisti italiani, con le loro produzioni più recenti.
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