Doppio
compromesso per le banche in forte difficoltà
È a portata
di mano l’ipotesi di un compromesso tra Italia e Ue per le banche in
difficoltà, al fine di facilitare la loro ricapitalizzazione anche con il
supporto pubblico, e limitare le perdite agli investitori, specialmente ai
piccoli azionisti e ai detentori di obbligazioni subordinate. È auspicabile che
si giunga ad un’intesa tra le parti interessate prima del 29 luglio, data alla
quale l’Autorità bancaria europea (Eba), presieduta da Andrea Enria, diffonderà
i risultati degli stress test.
Sotto il
profilo tecnico-giuridico, le difficoltà non sono insormontabili. Anche i
cosiddetti 'falchi' dei Paesi nordici temono che l’eventuale collasso di alcune
banche italiane potrebbe avere ripercussione sistemiche sul resto d’Europa,
pure a ragione delle difficoltà di istituti come Deutsche Bank. La natura dei
problemi è differente. Le banche italiane sono alle prese con una vera e
propria montagna di crediti inesigibili, per anni portati in bilancio al loro
valore nominale (non a una stima di mercato). Deutsche Bank e altri grandi
istituti europei hanno invece in cassaforte un eccesso di strumenti derivati,
il cui valore di mercato è altamente fluttuante. La combinazione dei due gruppi
di problemi rende il sistema finanziario europeo molto fragile. La Brexit
aggrava questi nodi.
Il
compromesso su cui si sta lavorando consisterebbe nel consentire, per un
periodo limitato, garanzie pubbliche per aumenti di capitale preventivi (ossia
mirati a prevenire collassi di questo o quell’istituto). Il nodo principale è
che numerosi governi e forze politiche Ue non hanno fiducia nella capacità
dell’Italia – con un alto debito pubblico e con un governo indebolito dalle
recenti elezioni amministrative – di attuare in tempi rapidi un adeguato
consolidamento di finanza pubblica (riduzione sia dello stock di debito sia del
deficit di bilancio) tale da raggiungere la stabilità finanziaria
indispensabile per il risanamento bancario.
È a questo
fine che sei docenti della School of European Political Economy (Carlo
Bastasin, Lorenzo Bini Smaghi, Marcello Messori, Stefano Micossi, Fabrizio
Saccomanni, e Gianni Toniolo) hanno rivolto e diffuso on line un appello alle
forze politiche per un «compromesso storico» interno mirato a stabilizzare e
ridurre lo stock di debito pubblico e a ridurlo «per porlo su un percorso
sostenibile », nonché ad andare verso l’equilibrio di bilancio, chiunque sia al
governo nei prossimi anni. Il «compromesso storico» interno rafforzerebbe la
credibilità dell’Italia e agevolerebbe un accordo con le autorità europee. La
soluzione, quindi, si appoggerebbe su un «doppio compromesso». Sino ad ora non
sembra ci sia stata una reazione delle forze politiche. Ciò non accelera
l’intesa tra Italia e Ue.
Giuseppe
Pennisi
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