CHIGIANA INTERNATIONAL
FESTIVAL/ L'evento più originale dell'estate
Pubblicazione:
sabato 23 luglio 2016
L'inaugurazione del festival
Approfondisci
NEWS Musica
Se mi si
chiedesse quale è il festival italiano più originale dell’estate, non avrei esitazione
a rispondere: The Chigiana International Festival and Summer Academy 2016 che
si dipana dall’8 luglio al 31 agosto, intercalando i classici del settecento e
dell’ottocento con musica moderna e contemporanea ed anche jazz. In
questo formato è alla seconda edizione; commentammo su Il Sussidiario del
21 luglio 2015.
Dal 1932 si
tengono durante l’estate corsi di perfezionamento nelle varie discipline
musicali (nel 1928 c’era stato un festival di musica contemporanea). Da decenni
a Siena si teneva un festival di una settimana (chiamato La Settimana Chigiana)
in cui grandi artisti (specialmente di cameristica ma anche di sinfonica e
qualche spettacolo di lirica) presentavano lavori, spesso inediti, in
coincidenza con i corsi estivi dell’Accademia Chigiana.
Per il
secondo anno, concerti degli allievi dell’Accademia (tutti selezionati con
grande rigore) e dei loro docenti vengono incorporati in prime italiane ove non
mondiali di musica contemporanea ed anche jazz. Nel 2015, il festival era stato
organizzato nell’arco di poche settimane e si poteva avvertire un po’
d’improvvisazione. Quest’anno, invece, la preparazione è durata diversi mesi.
Nei circa cinquanta appuntamenti si incontrano sia alcuni dei
maggiori nomi della musica contemporanea internazionale sia i grandi classici
eseguiti da giovani che promettono di diventare i migliori musicisti del
futuro.
Le cinquanta
serata non sono un’insalata russa di saggi di fine corso e di spettacoli colti
perché gli artisti erano nei paraggi o comunque in Italia. Ruotano, invece,
attorno ad un unico tema ‘Space in Sound-Spazio nel Suono’. E’ un
festival in cui su questo tema convergono generi e stili differenti sia di oggi
(Ben Frost, Gérard Grisey, Karlheinz Stockhausen, Giacinto Scelzi e György
Kurtág, a cui in occasione del novantesimo compleanno vengono dedicati tre
concerti e numerosi richiami negli altri) sia della grande tradizione classica
(Beethoven, Mozart, Schubert, Brahms) sia facendo ricorso al jazz, con due
musicisti impareggiabili quali David Krakauer e Avishai Cohen. Il richiamo a
Wagner è evidente: all’ultima strofa del primo atto di Parsifal quando,
parlando della terra del Graal, Gurnemanz dice al giovane ed innocente
protagonista Vedi , figlio mio, qui il tempo diventa spazio. Il percorso
della Chigiana International Summer Academy 2016 non, però, un sentiero
religioso in senso stretto ma un cammino attraverso varie epoche e vari generi
musicali con un tema unificante.
Ad un
festival di questa ampiezza e di questo spessore, il vostro chroniqueur ha
avuto modo di assistere unicamente ad alcune serate. La prima , nel Teatro dei
Rinnovati, dedicata all’unica esecuzione in Italia di un successo
internazionale: Music for Solaris di Ben Frost e Daniel
Bjarnason (con video a cura di Brian Eno e Nick Roberstson), eseguita
dall’Orchestra della Toscana diretta da Daniel Bjarnason.: Chi ricorda il film
di Tarkovskij (apparentemente di fantascienza ma con una profonda sostanza
filosofica) sa che l’argomento centrale (nella versione cinematografica
accompagnato da musica di Bach) è il rapporto tra spazio e tempo. Ben Frost e
Daniel Bjarnason partono dal film per un concerto (con immagini) di circa
un’ora in undici brevi episodi in cui l’orchestra si fonde con una chitarra
elettronica ed un piano preparato per dare una lettura esclusivamente musicale
al film di Tarkovskij (ed ak romanzo di Stanislaw Lem da cui venne tratto)
coniugando il minimalismo di Philip Glass (nelle sezioni iniziali e finali) con
la musica melodica del Novecento ‘storico’. In breve, un’esperienza di grande
impatto con musica fruibile dal grande pubblico.
Per
specialisti, invece, il primo dei concerti dedicati a György Kurtág al Teatro
dei Rozzi. Trovare La prima parte è composta da
un’antologia di suoi lavori (ciascuno molto breve e per uno strumento solo). La
seconda dedicata alla prima italiana di un trio per clarinetto e
violoncello (Schattenspiel,Teatro di Ombre) di Lásló Tihanyi.
L’aspetto più interessante è come la scuola salti a piè paro barocco,
classicismo, romanticismo ed anche dodecafonia per riallacciarsi alla musica
medievale e rinascimentale. Come face ad esempio Gianfrancesco Malipiero
nell’Italia degli anni trenta.
Infine,
la prima versione originale integrale di Trovare un equilibrio è
necessario per flauto in sol e quartetto d‘archi, inserita dal
Quartetto Prometeo, con l’aggiunta di Matteo Cesari al flauto , nella Chiesa di
Sant’Agostino, tra studi per quartetto d’archi di Scarlatti (rielaborati da
Sciarrino) ed un quartetto di Beethoven. Una vera gioia per le orecchie e
la vera prova che in musica, anche il classico è contemporaneo.
© Riproduzione Riservata.
Nessun commento:
Posta un commento