Come nacque la Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni
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La sua genesi è nota. Nel 1888 l’editore milanese Edoardo Sonzogno annunciò un concorso aperto a tutti i giovani compositori italiani che non avevano ancora fatto rappresentare una loro opera. I partecipanti dovevano scrivere un’opera in un unico atto, e le tre migliori produzioni (selezionate da una giuria composta da cinque importanti musicisti e critici italiani) sarebbero state rappresentate a Roma a spese dello stesso Sonzogno.
Mascagni, che all’epoca risiedeva a Cerignola, in provincia di Foggia, dove dirigeva la locale banda musicale, venne a conoscenza di questo concorso solo due mesi prima della chiusura delle iscrizioni e chiese al suo amico Giovanni Targioni Tozzetti, poeta e professore di letteratura all’Accademia Navale di Livorno, di scrivere un libretto. Targioni Tozzetti scelse Cavalleria Rusticana, una novella popolare di Giovanni Verga, come base per l’opera. Egli e il suo collega Guido Menasci lavoravano per corrispondenza con Mascagni, mandandogli i versi su delle cartoline. L’opera fu completata l’ultimo giorno valido per l’iscrizione al concorso.
In tutto furono esaminate settantatré opere e il 5 marzo 1890 la giuria selezionò le tre opere da rappresentare a Roma: Labilia di Nicola Spinelli, Rudello di Vincenzo Ferroni e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni. Le prime due sono sparite dei repertori. La terza non solo assicurò fama non effimera a Mascagni ma anche oggi è una delle opere più rappresentate .
Sulla genesi di Cavalleria Rusticana, Gianfranco Santoro, autore teatrale, ha scritto un romanzo appena pubblicato (Tra le braccia del Padre – Qualcosa di Inaspettato su ‘Cavalleria Rusticana’- pp. 220, Zecchini Editore, € 19). Il romanzo inizia con un incontro durante un viaggio tra il venticinquenne Mascagni ed un prete siciliano, dalla tonaca sempre unta, Don Salvatore, sulla cinquantina e buon conoscitore di musica. Tra i due si stringe un’amicizia che dura sino alla ‘prima’ al Costanzi di Cavalleria Rusticana. Il coinvolgimento è tale che il sacerdote, che segue dal loggione, ne è tanto favorevolmente impressionato (pur pensando che il coro della processione del Venerdì Santo sia in parte frutto di una sua melodia) che muore dopo un ultimo incontro con il giovane compositore. La vicenda si dipana tra la Sicilia (specialmente nel catanese), la Germania (in ricordo ed evocazione) e la Campania, oltre che a Livorno e a Roma. Non c’è una trama in senso tradizionale ma un lungo dialogo tra due persone profondamente differenti ma accomunate dall’amore per la musica. Nei loro scambi di idee, infatti, ci sono riferimenti non alla musica dell’Ottocento ma anche al barocco.
Il libro si legge facilmente e consente di vedere la nascita di Cavalleria Rusticana e la personalità di Mascagni sotto una luce nuova e speciale.
1 commento:
Un lavoro eccellente da parte dell'autore,è un racconto piacevole da leggere,ricostruire il viaggio e la nascita di Cavalleria Rusticana fino al suo debutto.Nel testo traspare la fantasia ma anche l'enorme ricerca e conoscenza dell'autore per quanto riguarda la musica.si va da Mascagni,ma anche Verdi,Haydn,Wagner...
Un libro che non puo' mancare per i cultori del genere musica,ma anche per chi non ne mastica perchè la narrazione è di facile lettura e coinvolge senza mai diventare pedante o noiosa
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