Tasse su morti e
pensionati, rottamiamo pure Franco Modigliani?
19 - 09 - 2014Giuseppe Pennisi
Grande agitazione alla Farnesina. Non tanto sul “toto
Ministro”, che pure imperversa, quanto su una questione giuridica di lana
caprina: si può “denobelizzare” un Premio Nobel, nato in Italia ma
naturalizzato americano, ormai defunto, ma insignito dell’alto riconoscimento
dalla Banca Centrale Svedese? Il Direttore Generale del Contenzioso
diplomatico, ambasciatore Andrea Tiriticco, pur se responsabile degli
affari giuridici, dice che “non sono affari suoi”. L’Ambasciatore d’Italia in
Svezia, Elena Basile, nicchia. Il nodo è, senza dubbio, avviluppato.
Il Governo è ben lieto che nella lista dei Nobel ci
sia l’italianissimo Luigi Pirandello, il quale riesce benissimo ad
interpretare chi è “in cerca d’autore”, ed un contesto dove ‘ciascuno (va) a
suo modo’. Ma Franco Modigliani è continua fonte di imbarazzo (anche se
italiano solo di nascita). Gli è stato conferito il Nobel in base al teorema
secondo cui, nel ciclo vitale, si risparmia da giovani ed in età attiva per
avere una vecchiaia serena e lasciare qualcosa a figli e nipoti.
Nonostante le smentite del Presidente del Consiglio,
ad un seminario organizzato il 15 settembre alla Federazione delle Banche,
delle Assicurazione e della Finanza, è echeggiato il progetto di contributi di
solidarietà, addizionali o tagli che dir si voglia alle pensioni non solo d’oro
ma anche d’argento e di latta. Il direttore generale dell’Ania ho sostenuto la
tesi che il risparmio previdenziale debba essere utilizzato anche a fini
redistributivi, mentre il Commissario all’INPS ha manifestato il desiderio di
essere riconfermato e l’intenzione che l’istituto si allarghi alla previdenza
integrativa. Il combinato disposto sarebbe le fine del principio (più volte
ribadito dalla Corte Costituzionale, nonché in linea con il teorema di Modigliani)
secondo cui le pensioni sono salari differiti da utilizzare in tarda età o per
dare una vita migliore ai propri figli e nipoti.
Come se ciò non bastasse, al Ministero dell’Economia e
delle Finanze si sta resuscitando, alla grande, la “tassa sul morto”, ossia
l’imposta di successione, prendendo a modello quella francese (la più dura al
mondo) senza tenere conto che in Francia c’è un regime molto liberale per le
donazioni in vita tra coniugi e congiunti stretti. Altro schiaffo a Modigliani
(ed invito agli italiani che possono) di trasferire i risparmi all’estero.
Circolano aliquote e soglie di franchigia anche sulla stampa. Presumibilmente
per dare modo a chi può di trasferire risparmi all’estero.
Infine, la Tasi che sta rappresentando la ciliegina
sulla torta del caos della tassazione sulla casa, il primo investimento ed il
più prezioso, secondo Modigliani, che fanno le famiglie quando sono giovani ed
iniziano ad avere la possibilità di risparmiare. Unitamente con le nuovo
rendite catastali sta causando nervosismo ed insofferenza a Modigliani, pur
nella tomba.
Perché tanto accanimento contro il povero Franco
Modigliani? Qualcuno al Nazareno ha letto un libretto edito circa vent’anni
fa da Vallecchi di Firenze Dialogo tra un Professore e la Banca
d’Italia – Modigliani, Carli e Baffi di Paolo Peluffo,
Consigliere della Corte di Conti di sede proprio nella città del Giglio. Nel
libro si racconta come venne creato quel modello econometrico della Banca
d’Italia che causa tante puntatine di spillo all’Esecutivo. Unitamente al
teorema sul ciclo vitale (che mette a repentaglio tagli e tasse, specialmente
se sul morto) ce ne è abbastanza per chiedersi perché questo Unitalian si
fregi di un Nobel che dovrebbe essere rottamato.
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