Don Matteo,
Don Giovanni e il Convitato di Pietra
E’ partito per gli Stati Uniti Don Matteo. E’ appena tornato
Don Giovanni. E sta per ingaggiare un gioco ad alto rischio con un Convitato di
Pietra i cui contorni si vanno molto gradualmente delineando.
Spieghiamoci. Il Presidente del Consiglio Matteo
Renzi è volato quasi una settimana fa con il volto ed il sorriso del ‘Don
Matteo’ della serie televisiva giunta quasi al decimo anno di vita: non bello
ma carino, come Terence Hill, sempre sorridente e pronto ad aiutare gli altri.
Tale che tutte le mamme benpensanti vorrebbero come marito per la loro figlia
(peccato che c’è di mezzo quell’abito talare!!).
Insomma un super-boyscout che parla un inglese
approssimativo (ma tale da accrescerne il fascino). Nonostante il battage
organizzato dal Governo italiano, nessun organo di stampa americano se ne è
occupato. Ha fatto pure qualche gaffe. Ma le gaffe si addicono al ruolo del
giovane idealista che, circondato da un manipolo di fedelissimi, vuole cambiare
l’universo mondo (o quanto meno l’Italia) come l’eroe de La Spada nella Roccia
ed è alla ricerca di qualche Mago Merlino che lo aiuti nell’intrapresa.
Dall’aereo che lo ha riportato a Roma scende, invece,
Don Giovanni. Lo hanno preannunciato le dichiarazioni di fuoco contro i gufi e
non so quanti altri gotici animali fatte negli USA a proposito della situazione
politica italiana. Intendiamoci bene non il Don Giovanni che perde la testa
ogni volta che sente odor di femmina. Ma il Don Giovanni che ho esaminato
utilizzando la ‘teoria dei giochi’ su una nota, ed antica, rivista fiorentina La
Nuova Antologia (aprile-giugno 2012 pp.140-166).
In breve , il ‘Don Giovanni’ che vuole innovare e
modernizzare il mondo settecentesco in cui è nato e che vede sfaldarsi. Per
questo motivo ingaggia ‘giochi plurimi’ su tutti coloro che incontra sul
palcoscenico del ‘melodramma giocoso’ di Mozart e Da Ponte. I ‘giochi plurimi’
sono così complessi che nonostante ce la metta tutta va, per così dire, ‘in
bianco’ con tre donne per le oltre tre ore dello spettacolo (cosa che a ‘Don
Matteo’ andrebbe benissimo). Unicamente con un personaggio sceglie un ‘gioco’
differente, per scelta più del suo interlocutore (il ‘Commendatore’) che sua
(il ‘Don Matteo’, che ha in fondo al cuore, non glielo farebbe fare).
Un ‘gioco ad ultimatum’ è quello in cui uno dei due
contendenti deve soccombere. Inoltre, lo fa in piena asimmetria informativa. Il
Commentatore/Convitato di Pietra ne sa più di lui non solamente perché ha più
esperienza (ha vissuto a lungo ed è anche sceso nel mondo dei morti), ma
ascolta con attenzione tutti le altre dramaties personae (personaggi) del
‘melodramma giocoso’ e non si adombra ad avere consiglieri più bravi di lui-
anzi ne è lieto.
Chi il Commendatore/Convitato di Pietra con cui il
nostro Don Matteo/Don Giovanni ha ingaggiato un ‘gioco ad ultimatum’? Difficile
dirlo perché il ‘gioco’ è appena iniziato e le strategie si stanno delineando.
A prima vista, potrebbe avere le fattezze della ‘sinistra PD’ , unitamente ai
maggiorenti da lui spodestati. Temo, però, che chiusi nel Palazzo (e nei
partiti) soffrano della stessa asimmetria informativa che affligge Don
Matteo/Don Giovanni.
I veri Commendatore/Convitato di Pietra paiono essere
i ‘corpi intermedi’ (dai sindacati alle associazioni di categoria) che, dalla
più nobili alle più particolaristiche, si stanno coalizzando nei confronti di
un Don Matteo/Don Giovanni, il quale non cela di avere poca attenzione per
loro, ove non di disprezzarli apertamente. Il nostro Don Matteo/Don Giovanni,
per quanto sfoggi il proprio cattolicesimo, non ha letto di Jacques Maritain
neanche il breve e succoso Humanisme Integral in cui si illustra il ruolo, e la
potenza, dei corpi intermedi e l’attenzione che chi si dice cristiano deve
avere nei loro confronti.
Bibliotecari di Palazzo Chigi procurateglielo! Prima
che il Commendatore/Convitato di Pietra lo trafigga e lo porti all’Inferno.
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