mercoledì 3 settembre 2014

QE, Abs, T-ltro: ecco tutti i piani nascosti nella galassia delle siglein Avvenire 3 settembre



QE, Abs, T-ltro: ecco tutti i piani nascosti nella galassia delle sigle


GIUSEPPE PENNISI
N
elle ultime ore prima del Consiglio Bce, la battaglia tra chi insi­ste per maggior rigore e che propende per più flessibilità è resa scarsamente com­prensibile ai non iniziati perché si svolge all’interno di una galassia di sigle. In or­dine alfabetico, le principa­li sono le seguenti:

Abs
( Asset backed securi­ties): è l’acquisto da parte della Bce di titoli bancari 'cartolarizzati', garantiti da prestiti, mutui commercia­li, obbligazioni. È improba­bile che se ne faccia uso nel­l’immediato poiché la Bce ha sostenuto che le garan­zie devono essere 'solide'.

Mro
( Main refincing opera­tions): offrono liquidità per una settimana a istituti, però, solo della periferia dell’area euro. Il program­ma è in vigore e scade (per ora) nel dicembre 2016. Sempre per la periferia è stata riattivato l’acquisto di titoli sovrani tramite il Smp ( Securities market pro­gramme)

Omt
( Outright monetary transactions): transazioni puramente monetarie, ac­quisto di titoli di Stato di Paesi in difficoltà a ragione del loro elevato debito so­vrano, al fine di calmierare l’aumento del differenziale di tasso di interesse (spread) rispetto al tasso di riferi­mento nell’Eurozona.

Qe (
Quantitative easing): l’allegerimento quantitivo che si verifica quando la banca centrale acquista ti­toli (anche azioni) da ban­che potenzialmente in dif­ficoltà. È strumento a cui hanno fatto ricorso più vol­te la Federal Reserve ameri­cana e la Bank of England.

T-Ltro
( Targeted long term refinancing opera­tions): operazioni mirate, che puntano a facilitare in­vestimenti di imprese e fa­miglie (con l’eccezione dei mutui edilizi) . Una prima asta è in programma per il 18 settembre; le banche del­l’Eurozona presenteranno offerte per circa 115 miliar­di di euro. Sono potenzial­mente disponibili sino a 400 miliardi.

Questi strumenti sono col­legati a vari gradi di condi­zionalità, il vero nodo della discordia: i 'rigoristi', natu­ralmente, chiedono condi­zioni più severe per i Paesi più in difficoltà. A sua volta la condizionalità è legata a 'riforme strutturali' (come ricorda da anni, ogni mese, il bollettino della Bce). In questa materia, imperversa la confusione più ampia. Al­cuni considerano 'di strut­tura' le riforme istituziona­li (dal Parlamento ai sistemi elettorali). Altri pensano che si tratti di 'struttura della fi­nanza pubblica' (rapporto tra spesa di parte corrente e spesa in conto capitale, con­trolli di efficienza ed effica­cia). Il bollettino è, da anni, chiarissimo: ci si riferisce al­le strutture dei mercati dei fattori (capitale e lavoro) e delle merci e dei servizi (prodotti, banche, assicura­zioni, professioni).

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