QE, Abs,
T-ltro: ecco tutti i piani nascosti nella galassia delle sigle
GIUSEPPE PENNISI
Nelle ultime ore prima del Consiglio Bce, la battaglia tra chi insiste per maggior rigore e che propende per più flessibilità è resa scarsamente comprensibile ai non iniziati perché si svolge all’interno di una galassia di sigle. In ordine alfabetico, le principali sono le seguenti:
Abs ( Asset backed securities): è l’acquisto da parte della Bce di titoli bancari 'cartolarizzati', garantiti da prestiti, mutui commerciali, obbligazioni. È improbabile che se ne faccia uso nell’immediato poiché la Bce ha sostenuto che le garanzie devono essere 'solide'.
Mro ( Main refincing operations): offrono liquidità per una settimana a istituti, però, solo della periferia dell’area euro. Il programma è in vigore e scade (per ora) nel dicembre 2016. Sempre per la periferia è stata riattivato l’acquisto di titoli sovrani tramite il Smp ( Securities market programme)
Omt ( Outright monetary transactions): transazioni puramente monetarie, acquisto di titoli di Stato di Paesi in difficoltà a ragione del loro elevato debito sovrano, al fine di calmierare l’aumento del differenziale di tasso di interesse (spread) rispetto al tasso di riferimento nell’Eurozona.
Qe ( Quantitative easing): l’allegerimento quantitivo che si verifica quando la banca centrale acquista titoli (anche azioni) da banche potenzialmente in difficoltà. È strumento a cui hanno fatto ricorso più volte la Federal Reserve americana e la Bank of England.
T-Ltro ( Targeted long term refinancing operations): operazioni mirate, che puntano a facilitare investimenti di imprese e famiglie (con l’eccezione dei mutui edilizi) . Una prima asta è in programma per il 18 settembre; le banche dell’Eurozona presenteranno offerte per circa 115 miliardi di euro. Sono potenzialmente disponibili sino a 400 miliardi.
Questi strumenti sono collegati a vari gradi di condizionalità, il vero nodo della discordia: i 'rigoristi', naturalmente, chiedono condizioni più severe per i Paesi più in difficoltà. A sua volta la condizionalità è legata a 'riforme strutturali' (come ricorda da anni, ogni mese, il bollettino della Bce). In questa materia, imperversa la confusione più ampia. Alcuni considerano 'di struttura' le riforme istituzionali (dal Parlamento ai sistemi elettorali). Altri pensano che si tratti di 'struttura della finanza pubblica' (rapporto tra spesa di parte corrente e spesa in conto capitale, controlli di efficienza ed efficacia). Il bollettino è, da anni, chiarissimo: ci si riferisce alle strutture dei mercati dei fattori (capitale e lavoro) e delle merci e dei servizi (prodotti, banche, assicurazioni, professioni).
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